Una corretta informazione prima di prendere tali decisioni aiuta ad evitare rischi per sé e per gli altri.
La controinformazione anti-vaccinazioni segna punti a discapito della salute della popolazione. Già denunciata negli Stati Uniti dove, dopo anni senza morbillo, quest’anno la malattia infettiva dell’infanzia è ricomparsa, colpendo pericolosamente i giovani adulti. E in Italia si rischia la stessa situazione con la possibilità di un ritorno a tempi lontani, quando di malattie infettive si moriva o si restava segnati per gli anni successivi. E all’assenza di copertura vaccinale, si aggiunge l’allarme resistenza agli antibiotici. Che ovviamente non incide, di per sé, sulla malattia virale ma sulle eventuali complicazioni batteriche. Si sta quindi procedendo a passi veloci, verso una situazione da allarme rosso per virus e batteri.
La prima responsabilità è dei gruppi anti-vaccinazioni, con alcune tra le loro campagne mediatiche denigratorie, spesso corredate da mistificazioni scientifiche. E da internet il passa parola si allarga a macchia d’olio in una popolazione che, dal punto di vista scientifico, sembra più propensa oggi a seguire le varie chimere truffaldine piuttosto che fidarsi di ciò che è super verificato prima di essere proposto a beneficio della società. Anche perché la vera medicina è sempre pervasa dal dubbio, mentre la “falsa” predica certezze assolute. Ed ecco il risultato: le coperture vaccinali, oltre che distribuite a macchia di leopardo sul territorio italiano, sono in forte calo, con picchi negativi che in alcune zone raggiungono il -25% della copertura per morbillo e rosolia. La denuncia viene da Michele Conversano, presidente della Società italiana d’igiene (Siti), che paventa il riemergere di nuovi focolai di malattie quasi debellate. Occasione per fare il punto è stato l’anno di vita del portale informativo www.vaccinarsi.org, patrocinato dalla Siti, insieme al ministero della Salute e all’Istituto superiore di sanità. «Siamo inondati di informazioni ma, paradossalmente, molto disinformati», commenta il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin. «È facile – sottolinea – pensare: io il vaccino a mio figlio non lo faccio, lo farà il mio vicino di casa». Ma attenzione. è solo con una copertura pressoché completa che sono state debellate, in Italia, poliomielite e vaiolo.
E, laddove la copertura è insufficiente, le malattie ritornano. Per questo sui vaccini, dice la Lorenzin: «Non possiamo abbassare la guardia e ho inserito il tema nel programma del semestre europeo».
Il presidente della Commissione affari sociali della Camera, Pierpaolo Vargiu, avverte: «Ci stiamo allontanando dal progresso scientifico e dalla necessaria attenzione alla prevenzione. Si tratta di un doppio salto mortale all’indietro, mentre il servizio sanitario nazionale dovrebbe solo cominciare a preoccuparsi di come garantire la sostenibilità dei nuovi vaccini innovativi».
In Italia, però, non vige l’obbligo di profilassi per malattie come morbillo e rosolia che, nonostante sembrino innocue, possono avere conseguenze anche molto gravi.
La prima può complicarsi in situazioni anche mortali, la seconda può portare malformazioni al feto se colpisce una donna in gravidanza. Peraltro, per essere efficace la copertura vaccinale dovrebbe almeno coprire il 95% dei bambini. La realtà italiana è ben diversa, si differenzia molto da Regione a Regione. In genere è maggiore al Nord (in Regioni come Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, raggiunge il 90-92% di copertura), mentre è dispersiva al Sud (in Campania siamo all’80% del totale). Perfino per le quattro vaccinazioni “obbligatorie” (difterite, tetano, poliomielite e epatite B) si stanno verificando pericolose falle. Forse perché ormai pochi ricordano (essendo stata debellata) che cosa significa poliomielite. O come si muore di difterite e di tetano. O quale futuro può avere (fino al cancro) un fegato infettato dal virus dell’epatite B. Così, pur in presenza dell’obbligo, se un genitore si rifiuta di far vaccinare il figlio, in almeno cinque Regioni italiane non sarà sottoposto a sanzioni e potrà aspettarsi, al massimo, di venir chiamato per un colloquio informativo presso la Asl di appartenenza. «Piemonte, Emilia Romagna, Friuli e Toscana hanno tolto la
sanzione amministrativa. Mentre l’obbligo vaccinale è stato del tutto sospeso in Veneto, in base a un progetto pilota», spiega Antonio Ferro, responsabile della campagna “VaccinarSi” della Siti.
Occorre correre ai ripari con un’informazione più efficace della contro-informazione, a partire da siti che appaiono per primi se si interroga il motore di ricerca con la parola vaccino o vaccinazione.