La botoxmania non contagia gli under 18: secondo un sondaggio Aiteb (Associazione italiana terapia estetica botulino) nessun medico ha mai effettuato trattamenti con botulino per fine estetico su minorenni. E solo lo 0,5% dei pazienti ha meno di 25 anni
I “botox babies”, almeno in Italia, non sono una realtà. È quello che emerge dal sondaggio effettuato da Aiteb -Associazione italiana terapia estetica botulino– tra medici che eseguono abitualmente il trattamento: «Tutti dichiarano di non avere mai trattato minorenni con tossina botulinica per motivi estetici», osserva Giuseppe Sito, vicepresidente di Aiteb. «Dati alla mano, in Italia l’utilizzo del botulino non interessa i giovanissimi. Non vi sono segnali di utilizzo della tossina botulinica in questa direzione, segno della responsabilità dei medici estetici nel proporre il botulino solamente nelle situazioni dove effettivamente è provato possa dare dei risultati. Dall’indagine condotta è emerso anche che sono decisamente sporadici gli esempi di under 25 che hanno ricorso alle iniezioni di botulino: costituiscono solamente lo 0,5% dei pazienti dei medici intervistati».
Nessun affollamento, insomma, negli studi dei medici italiani da parte di teenager accompagnati dai genitori. Anzi, nemmeno l’ombra. Il “teen botox”, in realtà, non sembra nemmeno aver preso piede negli Stati Uniti, spesso considerati come la patria della tossina botulinica fin dall’adolescenza. «Secondo i dati dell’Asaps (American Society for Aesthetic Plastic Surgery) solo lo 0,2 dei trattamenti totali eseguiti negli Stati Uniti ha riguardato iniezioni di tossina botulinica negli under 18, una percentuale irrisoria – aggiunge Sito -. Insomma, qualsiasi allarme per l’utilizzo di botulino da parte di adolescenti è ingiustificato e non sostenuto da prove».
La tossina botulinica, impiegata con successo in campo estetico per attenuare le cosiddette rughe d’espressione soprattutto nella zona degli occhi e sulla fronte, è in crescita, ma di certo il suo utilizzo a fini estetici non è indicato per adolescenti: «Sarebbe una richiesta assurda che però, di fatto, non riceviamo – aggiunge Sito -. L’attenzione che i giovanissimi dedicano alla bellezza non dovrebbe trovare sfogo nella medicina estetica. Ma soprattutto non deve avere risposta da un farmaco quale è la tossina botulinica. L’uso del botulino viene consigliato dai 35 anni in avanti e, visto il suo effetto temporaneo, richiede una certa costanza nel tempo per dare dei risultati significativi».
Dall’indagine è emerso invece un risultato controverso sull’utilizzo della tossina come strumento per prevenire la formazione di rughe. Qui, i medici intervistati si sono divisi: secondo il 51,7% le iniezioni di botulino prima della formazione di rughe accentuate sarebbe utile per evitarle, mentre per il restante 48,3% non servirebbe. «La letteratura scientifica a riguardo accredita la tesi preventiva», afferma il vicepresidente di Aiteb. «In ogni caso, la tossina botulinica è un farmaco che non presenta controindicazioni e i suoi effetti sono limitati nel tempo. Utilizzarla come strumento di prevenzione può permettere di attenuare i segni del tempo nella zona perioculare, di certo, non rischia di creare danni se il trattamento è effettuato da mani esperte».
Un altro dato interessante che emerge dall’indagine di Aiteb riguarda il rapporto tra uomini e botulino: benché gli uomini siano sempre più attenti al loro aspetto fisico, sono ancora piuttosto pochi quelli che fanno ricorso al botulino. Meno di un paziente su 15 appartiene infatti al sesso maschile. «Sono numeri sostanzialmente in linea con le tendenze degli ultimi anni», conclude Sito. «Negli studi dei medici estetici e chirurghi plastici le pazienti rappresentano la maggioranza: esiste ancora una certa diffidenza da parte degli uomini al tema della medicina estetica. E il botulino viene percepito come un trattamento prevalentemente riservato alla sfera femminile, anche se non è così».