Sherrie Bourg Carter è una psicologa americana che ha sempre seguito con grande interesse l’evolversi del dibattito che, a partire dalla sua nascita negli anni ’70, si focalizzava sulla pretesa, tanto assurda quanto ridicola, che la donna dovesse necessariamente rendersi impeccabile a casa come casalinga e madre, con il marito come moglie, amica e amante, sul lavoro come ambiziosa e precisa professionista, verso sé stessa con la cura ed il mantenimento della propria bellezza. Al raggiungimento di questo modello di perfezione, praticamente impossibile se solo ci si fermasse a ponderarlo, si sono invece rivolte sempre più donne, stimolate e provocate da un bombardamento mediatico e sociale in cui tutto viene mostrato facile e alla loro portata attraverso stereotipi di genere il cui effetto è quello di determinare una grande sofferenza psicologica e un inevitabile pesantissimo stress. Non si può essere perfette in ogni campo e già il solo rendersi all’altezza e fare del proprio meglio implica investimenti in risorse psico-fisiche decisamente notevoli, per cui la tendenza a voler raggiungere il massimo in ogni campo comporta, a lungo termine, lo sfinimento della donna. “Non gestisco un intero dipartimento legale: è lui che gestisce me” è la frase simbolo del libro che racchiude il senso delle riflessioni dell’autrice la quale, dopo aver intervistato una gran quantità di donne di successo, prova a suggerire qualche via d’uscita pratica e concreta per allentare lo stress tipico da “superdonna”.
L’autore Sherrie Bourg Carter