Sia la pelle che i capelli forniscono informazioni importanti sullo stato di salute. La perdita di capelli può colpire entrambe i sessi indistintamente, sebbene sia meno frequente nelle donne: si stima, infatti, che colpisca l’80% degli uomini, il 35% delle donne in età fertile ed il 50% di quelle in menopausa. Sarah Carolides, nutrizionista ed esperta di capelli nel Regno Unito, svela i segreti per mantenere una chioma folta e sana.
Dottoressa Carolides, oltre alle usuali motivazioni estetiche, perché è importante prestare attenzione alla salute dei nostri capelli ?
A volte il nostro corpo comunica con segnali apparentemente irrilevanti: un cambiamento nella struttura e nella lucentezza dei capelli; gomiti secchi e screpolati o piccole dermatiti sulla parte posteriore delle braccia possono indicare una carenza nutrizionale. Le ragioni di questi cambiamenti potrebbero essere facilmente risolvibili, o legate ad una combinazione di fattori. In ogni caso, prestare attenzione allo stato della nostra pelle e dei capelli può metterci in guardia su potenziali problematiche e darci un’idea generale sul nostro stato di salute.
I capelli crescono ad una velocità di poco più di 1 cm al mese, o 15 cm all’anno e sulla nostra testa abbiamo circa 100.000 capelli.
All’età di 40 anni, il tasso di crescita dei capelli inizia a rallentare e si può verificare la caduta di capelli sia più rapida della ricrescita. La caduta eccessiva o improvvisa dei capelli è un problema comune. La calvizie femminile colpisce il 35% delle donne prima dei 50 anni e due terzi delle donne in post-menopausa subisce un diradamento dei capelli. Queste cifre sono ancora più alte negli uomini: i due terzi degli uomini subiscono un diradamento dei capelli all’età di 35 anni e l’85% subisce una perdita più significativa all’età di 50 anni.
Quali sono le principali cause della caduta dei capelli?
Un metabolita del testosterone, il diidrotestosterone è stato individuato come il principale responsabile della perdita di capelli. Comunemente identificato anche con la sigla DHT, è una molecola che sembra essere strettamente correlata all’insorgenza dell’alopecia androgenetica. Attivato dall’enzima 5-alfa-reduttasi, il diidrotestosterone ha un’azione particolarmente dannosa: provoca la miniaturizzazione follicolare con conseguente atrofia del bulbo, terminando in modo definitivo il ciclo di crescita del capello.
Se si producono quantità di testosterone basse, ma i livelli dell’enzima 5-AR sono elevati, si verifica un alto tasso di conversione e quindi una conseguente di caduta dei capelli. Al contrario, anche in presenza di un livello elevato di testosterone, quantità basse dell’enzima 5-AR non permettono la conversione di testosterone DHT, e non provocano quindi la perdita di capelli. Tramite esami del sangue, è possibile scoprire il proprio livello di testosterone (è necessario testare il testosterone libero, non solo i livelli totali) e di DHT (l’esame del sangue è la metodologia di analisi più comune, mentre il test della saliva è più accurato).
Per ostacolare la perdita di capelli, è quindi necessario bloccare la conversione del testosterone in DHT. I farmaci utilizzati più comune sono Finasteride e Minoxidil (quest’ultimo può provocare effetti collaterali seri). La buona notizia è che ci sono alternative. L’estratto di palma nana americana (saw palmetto), agisce esattamente allo stesso modo della Finasteride per bloccare la conversione del testosterone in DHT.
Oltre alla conversione del testosterone in DHT, cos’altro può provocare la caduta precoce dei capelli?
Una ghiandola che ha un grande impatto sulla salute dei capelli è la tiroide. Se la tiroide è lenta e non produce abbastanza ormoni, o se gli ormoni non vengono convertiti nella loro forma attiva, si può verificare la caduta di capelli. Si stima che il 20% delle donne soffra di ipotiroidismo, che aumenta con l’età. Nel caso di diradamento precoce dei capelli è quindi consigliabile un controllo approfondito degli ormoni tiroidei.
Ci sono studi recenti che mostrano l’effetto sui nostri capelli, degli anticorpi anti-gliadina. La gliadina, proteina componente del glutine e presente principalmente nel grano, nell’orzo e nella segale, viene spesso digerita con difficoltà. Potrebbe provocare allergia, intolleranza o sensibilità. In uno di questi casi, se produciamo anticorpi contro la gliadina, quegli anticorpi potrebbero iniziare ad attaccare anche i follicoli piliferi, poiché alcune molecole sulla superficie dei follicoli piliferi hanno una struttura simile a quella delle molecole che si trovano nella gliadina. E’ possibile fare un test per verificare la presenza di questi anticorpi, ma un regime basato sull’esclusione del glutine per un periodo di tempo limitato, da ottimi risultati.
Cosa dovrebbe mangiare chi è afflitto da caduta dei capelli?
Ecco l’elenco dei macro e micronutrienti che dovrebbero essere sempre nel piatto di chi desidera promuovere la crescita e la salute dei capelli.
1. Proteine
I capelli contengono notevoli quantità di cheratina, una proteina composta da lunghe catene di amminoacidi, nelle quali sono interposte diverse vitamine ed oligoelementi.
La carenza di proteine nella nostra dieta può contribuire alla perdita di capelli.
Noto nel mio studio che pazienti che diventano vegetariani o vegani, dovrebbero monitorare con maggior attenzione la loro assunzione di proteine.
Un ulteriore elemento da prendere in considerazione è quello dell’assorbimento delle proteine assunte. Dopo i 40 anni, iniziamo a produrre meno acido cloridrico ed enzimi nello stomaco e nell’intestino, la cui funzione è quella di aiutare a scomporre e assorbire proteine e aminoacidi.
Anche nel caso di nutrizione ottimale, il mancato assorbimento di nutrienti non permette di trarne i benedici, con conseguente carenza di macro (per i capelli i più importanti sono proteine o grassi benefici) o micronutrienti (vitamine e minerali). Consiglio agli ultra quarantenni di sperimentare l’assunzione di enzimi digestivi ad ogni pasto contenente proteine, per verificarne i benefici.
2. Ferro
Il ferro trasporta ossigeno nel corpo ed è particolarmente importante per i follicoli piliferi. Se abbiamo un’assunzione e riserve di ferro limitate, il corpo darà la priorità agli organi più importanti a scapito del suo utilizzo per la crescita dei capelli. Il ferro è immagazzinato nel corpo come ferritina. Se il livello di ferritina nel sangue è inferiore a 30 mg/l, sia la crescita che la rigenerazione dei capelli ne risentiranno.
3. Biotina
Una delle vitamine del gruppo B. Interagisce con alcuni enzimi per aiutare a produrre aminoacidi che formano le proteine nei capelli. Diversi studi hanno collegato una carenza di biotina con la caduta dei capelli e le persone che ne sono carenti ottengono ottimi risultati quando iniziano ad integrarne l’uso o ad aumentare l’assunzione di cibo che contiene la biotina (fegato, tuorlo d’uovo, arachidi, piselli secchi, verdure, funghi e lievito di birra).
4. Zinco
Lo zinco favorisce la sintesi cheratinosa e svolge attività rigeneranti dei tessuti del cuoio capelluto, in particolare se associato alla vitamina A.
Tuttavia, è necessario fare attenzione alle quantità assunte poiché ci sono alcuni studi che indicano che l’integrazione con una dose troppo elevata può anche contribuire alla caduta dei capelli. Consiglio quindi di favorire l’assunzione di cibi ricchi di zinco (ostriche, frutti di mare, funghi, fagioli, pistacchi mandorle, noci) prima di passare all’uso di integratori.
5. Vitamine del gruppo B
Oltre alla biotina, le vitamine B6, B12 e il folato aiutano a creare globuli rossi che trasportano ossigeno e sostanze nutritive ai follicoli piliferi. Se non si assumono abbastanza vitamine del gruppo B, i capelli potrebbero diventare fragili, cadere o crescere più lentamente.
6. Vitamine C ed E
La vitamina C aiuta ad assorbire il ferro nel corpo e viene anche utilizzata per formare il collagene, di cui i follicoli piliferi hanno bisogno per crescere. Le vitamine C ed E interagiscono sinergicamente come antiossidanti per evitare e riparare i danni dei radicali liberi.
7. Vitamina A
La vitamina A , nota anche come retinolo, regola la sintesi della cheratina, ritarda l’invecchiamento del capello ed è anche responsabile della regolazione delle ghiandole sebacee. Ma, come lo zinco, assumere troppa vitamina A potrebbe contribuire alla caduta dei capelli, quindi è preferibile assumerla attraverso il cibo. Le fonti principali di vitamina A sono il fegato, i formaggi, il tuorlo d’uovo. Le carote, le verdure a foglia verde e la frutta di colore arancione, per esempio il melone e le albicocche sono fonti alimentari di carotenoidi e quindi di beta-carotene, il precursore della vitamina A.
8. Vitamina D
Livelli carenti di vitamina D sono legati alla caduta dei capelli, sebbene il meccanismo effettivo sia sconosciuto. Ma poiché si tratta di una vitamina così importante per così tante funzioni, consiglio di controllarne i livelli con regolarità e di fornirsi dell’integrazione adeguata.
9. Glutatione
I pazienti che soffrono di alopecia androgenetica maschile, spesso mostrano nelle analisi del sangue, scarsi livelli di glutatione e alti livelli di radicali liberi. Il glutatione è un potente antiossidante che può agire insieme alle vitamine A, C ed E per rallentare la caduta dei capelli.
10. Silicio
Il silicio è un oligoelemento necessario per la crescita e lo sviluppo dei capelli. Come la biotina, agisce aumentando i livelli di aminoacidi necessari per la produzione di collagene ed elastina, due composti che cambiano lo spessore dei capelli.
11. Omega 3
Oltre a quanto descritto sopra, gli acidi grassi Omega 3 aiutano a produrre gli oli necessari al cuoio capelluto per mantenere i capelli idratati e lucenti. Vale sempre la pena integrarli perché è difficile ottenere una quantità adeguata, a meno che il consumo di pesce grasso, noci e semi non sia molto elevato.