A cura della SICPRE – Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare
Si definiscono “alimenti o parti di essi con proprietà farmaceutiche, in grado di esercitare effetti benefici sulla salute, che possono essere utilizzati a fini preventivi e/o curativi”. Da non confondere con integratori dietetici, alimenti funzionali, prebiotici, probiotici, prodotti botanici.
La diffusione dei prodotti cosiddetti ‘nutraceutici’ ha ormai raggiunto proporzioni molto ampie anche nel nostro Paese e determina costi significativi per gli utilizzatori. D’altra parte, spesso le evidenze a supporto delle indicazioni per cui vengono consigliati o prescritti i nutraceutici non sono sufficientemente solide dal punto di vista scientifico e non sempre appaiono univoche.
“È per questo motivo che la SIPREC – spiega il Professor Massimo Volpe, Presidente della SICPRE e Ordinario di Cardiologia, Università di Roma ‘La Sapienza’– Ospedale Sant’Andrea – anche alla luce del fatto che le indicazioni più frequenti ricadono nell’ambito della prevenzione cardiovascolare, ha deciso di produrre un documento allo stato dell’arte dell’impiego dei nutraceutici in vari ambiti di prevenzione e trattamento, attingendo alle evidenze scientifiche disponibili”.
Ne emerge un quadro aggiornato ed esaustivo delle varie tipologie di nutraceutici ad oggi disponibili e del loro ruolo come coadiuvanti di un corretto stile di vita nell’ambito della prevenzione o di un trattamento con farmaci tradizionali. Il documento, frutto di un importante sforzo collettivo e del contributo di esperti italiani, analizza la effettiva utilità dei nutraceutici. Non essendo ‘farmaci’, non sono dunque soggetti neppure a denuncia agli organi competenti in caso di reazioni avverse. Vista la loro diffusione tuttavia il profilo di safety non è un aspetto da trascurare.
NUTRACEUTICI E IPERTENSIONE ARTERIOSA
Cioccolato fondente (con almeno l’80 per cento di cacao) e succo di barbabietola sono al momento i due nutraceutici con le più convincenti prove di efficacia sull’ ipertensione arteriosa. Ma sono numerosi i nutrienti che svolgono un’azione antipertensiva. Oltre ai flavonoidi del cacao e al succo di barbabietola da zucchero, anche licopene, resveratrolo, tè verde, acidi grassi polinsaturi, isoflavoni, lactotripeptidi e peptidi del pesce, L-arginina, potassio, magnesio chelato, calcio, vitamina C, coenzima Q10; picnogenolo, melatonina a rilascio controllato, estratto di aglio invecchiato, probiotici, te di Giava ha un effetto sulla pressionearteriosa. L’azione ipotensiva (riduzione della sistolica fino a 4-5 mmHg e della diastolica fino a 2-3 mmHg) spesso è dovuta al loro effetto antiossidante, che consegue ad una aumento di biodisponibilità dell’ossido nitrico. Questi nutraceutici possono essere utilizzati come coadiuvanti delle norme dietetico-comportamentali nei soggetti con ‘pre-ipertensione’ (pressione normale-alta, 130-139/85-89 mmHg).
I meccanismi attraverso i quali i nutraceutici possono ridurre i valori pressori a volte sono simili a quelli del farmaci antipertensivi. Alcuni peptidi del pesce ad esempio, il picnogenolo e forse i lactotripeptidi, alcuni probiotici e l’estratto di aglio invecchiato hanno un’azione ACE-inibitoria. L’aglio avrebbe anche un’azione simil calcio-antagonista, come anche il magnesio chelato. I polifenoli del cacao migliorano la biodisponibilità di monossido d’azoto (NO) e quindi la funzione endoteliale. Una metanalisi su 20 studi clinici controllati e in doppio cieco ha dimostrato che il cioccolato fondente riduce la pressione arteriosa sistolica di 2,77 mmHg e la diastolica di 2,20 mmHg.
I flavonoli, presenti in elevate concentrazioni nel tè, cacao e vino rosso, sono i responsabili principali degli effetti cardiovascolari benefici attribuiti al cacao. Anche i composti fenolici contenuti nelle foglie dell’olivo (oleuropeosidi, flavoni, flavo noli, ecc) esercitano un’azione ipotensiva, mediata dalla vasodilatazione da rilassamento della muscolatura liscia dei vasi arteriosi; questo effetto è legato ad un’azione tipo ‘calcio-antagonista’.
Nel 2015 i soggetti affetti da ipertensione arteriosa nel mondo erano 1,13 miliardi e le proiezioni per il 2025 parlano di 1,5 miliardi. La prevalenza di questa condizione nella popolazione adulta è del 30-45 per cento, ma oltre i 60 anni supera il 60 per cento.
NUTRACEUTICI E DIABETE MELLITO
Vari nutrienti con proprietà anti-ossidanti possono contribuire a migliorare l’omeostasi glucidica e a proteggere dalle complicanze del diabete. I polifenoli ad esempio riducono l’assorbimento intestinale di glucosio (attraverso l’inibizione di S-Glut-1). L’acido lipoico svolge un’azione di prevenzione della polineuropatia diabetica. I risultati degli studi di intervento sull’uomo sull’efficacia dei nutraceutici nella regolazione della glicemia nei soggetti con diabete e in quelli a rischio sono tuttavia pochi e a volte contrastanti. Una dieta ricca di fibre (legumi, frutta, verdura) ha effetti benefici sul controllo glicemico, a breve e medio-lungo termine. Le fibre idrosolubili svolgono questa azione rallentando lo svuotamento gastrico, riducendo l’assorbimento intestinale dei carboidrati, favorendo la produzione a livello del colon di acidi grassi a catena corta che hanno un’influenza benefica sul metabolismo glucidico. Un consumo giornaliero di almeno 30 grammi di fibre migliora il controllo glicemico e contribuisce a prevenire le malattie cardiovascolari. Se non si riesce a mantenere questo apporto con la dieta, si può ricorrere a supplementi contenenti beta-glucani, psyllium, gomma guar, glucomannano, pectine.
L’EFSA (Agenzia Europea per a Sicurezza Alimentare) ha approvato i ‘claim’ per la riduzione della glicemia post- prandiale da parte dei beta-glucani, dell’idrossipropilmeticellulosa e delle pectine. Una dieta ricca di polifenoli (presenti nei cereali, verdura, frutta, caffè, tè, cioccolato) si associa ad un miglioramento dei parametri metabolici (glicemia, colesterolo, trigliceridi, pressione arteriosa) e al rischio di sviluppare diabete, malattie cardiovascolari e alcune neoplasie.
Per quanto riguarda gli effetti sulla glicemia, i polifenoli inibiscono l’assorbimento di glucosio a livello intestinale, proteggono le cellule beta- pancreatiche dalla glucotossicità, riducono la produzione epatica di glucosio, migliorano l’utilizzazione di glucosio da parte i vari organi. I polifenoli più efficaci nel migliorare il metabolismo glucidico sono i flavan-3-oli (tè verde, cioccolato), gli isoflavoni della soia (geinsteina), i polifenoli dell’olio extravergine d’oliva, il resveratrolo (bucce d’uva). La berberina potrebbe esercitare un’azione ipoglicemizzante attraverso la regolazione del recettore dell’insulina (migliora l’utilizzazione del glucosio e riduce a glicemia) e modulando il microbiota intestinale.
NUTRACEUTICI, SPORT E METABOLISMO MUSCOLARE
Alcuni nutraceutici migliorano il metabolismo muscolare, riducono il danno da accumulo di radicali liberi dell’ossigeno e prevengono i danni osteo-articolari. Polifenoli, resveratrolo e carotenoidi, dotati di proprietà anti-ossidanti prevengono il danno muscolare da stress meccanico, antagonizzando la cascata infiammatoria. Glucosamina e condroitina solfato migliorano la funzionalità articolare, ne migliorano l’elasticità e accelerano i processi riparativi. Il cioccolato fondente può avere effetti positivi anche nelle prestazioni sportive, si associa ad una riduzione dei marcatori di stress ossidativo e ad un aumento della mobilizzazione degli acidi grassi liberi, dopo l’esercizio. Riduce inoltre il rischio cardiovascolare e migliora i benefici di un esercizio fisco di intensità moderata in soggetti a rischio.
L’assunzione di caffè migliora le prestazioni negli esercizi di resistenza prolungata. La betaina (o trimetilglicina) contenuta nella barbabietola da zucchero (ma anche in broccoli, spinaci, cereali e frutti di mare) è un agente metilante (cede gruppi metile, -CH3) a varie sostanza. Utilizzata nel trattamento dell’omocistinuria e dell’iperomocisteineima, condizioni associate ad un aumentato rischio cardiovascolare. La betaina, aggiunta ad una bevanda sportiva, aumenterebbe le prestazioni atletiche e, nei soggetti che fanno esercizio fisico, ridurrebbe il tessuto adiposo a vantaggio della massa magra.
Dosi eccessivi possono tuttavia determinare disturbi gastro-intestinali. Il ginseng, ricco di saponine (steroidi che e triterpeniche), aumenta in modo aspecifico resistenza, capacità e difese dell’organismo, stimolandolo a reagire a condizioni di stress. In ambito sportivo ridurrebbe la fatica e migliorerebbe la prestazione fisica. Il ginseng ha inoltre un effetto positivo sulla capacità di lavoro mentale e sul sistema cardiocircolatorio (inducendo la produzione di ossido nitrico nell’endotelio). A livello del sistema immunitario, riduce la produzione di citochine pro-infiammatorie e migliora i sintomi dei stati infiammatori.
NUTRACEUTICI E POST-MENOPAUSA
La menopausa è caratterizzata da un crollo dei livelli di estrogeni e questo a sua volta si traduce in una serie di sintomi vasomotori (vampate di calore, sudorazioni), dolori articolari e secchezza vaginale. Nel corso del tempo, la carenza di estrogeni avrà conseguenze anche a livello dell’osso (osteoporosi) e aumenterà il rischio di malattie cardiovascolari.
In alternativa alla terapia sostitutiva ormonale (con estrogeni e progestinici), per contrastare sintomi ed effetti a lungo termine della menopausa sono stati suggeriti una serie di nutraceutici. Tra questi soprattutto i fitoestrogeni e gli estratti della Cimicifuga racemosa.
I fitoestrogeni sono composti di derivazione vegetale con attività simile a quella degli estrogeni, ma con potenza nettamente inferiore a quella dell’estradiolo. Ne esistono tre classi principali: isoflavoni, cumestani e lignani. Gli isoflavoni della soia contengono 12 diverse isoforme divise in 4 classi chimiche: agliconi, glucosidi, acetilglucosidi, malonilglucosidi. Il composto che tra tutti questi maggiormente contrasta gli effetti vasomotori della menopausa è la genisteina; questa sostanza, associata ad estratto Angelica sinensis e di Morusalba con aggiunta di magnesio e di un probiotico riduce i sintomi della menopause e migliora il profilo di rischio cardivoascolare. La Cimicifuga racemosa (genere delle ranuncolacee) e gli estratti da essa ricavati (isopropanolico- iCRe etanolico) riduce i sintomi vasomotori della menopausa, interferendo con i neurotrasmettitori implicati nella genesi delle ‘vampate’. Non ha attività estrogenica. L’EMA (EuropeanMedicines Agency) suggerisce una supplementazione quotidiana di 40 mg al giorno di iCR.
NUTRACEUTICI E CERVELLO
L’utilizzo di sostanze psicoattive per migliorare le prestazioni intellettuali sul lavoro e nello studio è molto diffuso. Tra i nutraceutici e gli integratori, proposti come stimolatori intellettuali si trovano i polivitamini (soprattutto del gruppo B), la fosfatidilserina e l’acido glutammico, anche in combinazione tra loro. Non sono tuttavia disponibili evidenze scientifiche che dimostrino l’attività di questi prodotti su funzioni cognitive, capacità mnemoniche e prestazioni scolastiche. Assai limitate sono anche le evidenze scientifiche sull’utilizzo di nutraceutici in prevenzione cerebrovascolare; i loro target sono quelli classici del controllo dei fattori di rischio tradizionali (diabete, ipertensione, ipercolesterolemia). Derivati del riso rosso fermentato (contenenti monacolina K), consumo di cereali ricchi di fibre, acidi grassi omega-3, tè nero e verde potrebbero avere una potenziale efficacia in prevenzione cerebro e cardio-vascolare. Anche per i deficit cognitivi dell’anziano e le patologie neurodegenerative sono stati proposti alcuni nutraceutici. Le evidenze scientifiche circa il ruolo di vitamine del gruppo B, vitamina E e vitamina C non sono significative. Lo stesso dicasi per gli acidi grassi omega-3 e per i flavo noli.