Intervista a cura di Alessia Addari
Da “Beato tra le donne” in poi, Michele La Ginestra gira spot pubblicitari ed alcuni
film per la televisione, approdando poi al cinema con la pellicola Cresceranno i carciofi a Mimongo del 1996.
Un’ascesa professionale che si approccia al grande pubblico graziealle apparizioni in
fiction (Nero Wolfe, Matrimoni e altre follie, I Cesaroni, Amiche mie e Nati ieri), oltre a
programmi di intrattenimento (Colorado, Don Michele) e spot pubblicitari (De
Cecco), cui seguono le co-conduzioni de I fatti vostri e Solletico. La sua esperienza
televisiva continua con il ruolo di “giudice” a Cuochi e fiamme, opinionista in Torto o
Ragione e protagonista di Stasera cucina Michele e Dolci Tentazioni su Alice Tv.
Un attore impegnato, che dimostra la sua ecletticità anche in versione
cinematografica, partecipando a vari film con la regia di Pupi Avati, Paolo
Genovese, Massimiliano Bruno e Fausto Brizzi, nonostante la sua natura rimanga,
soprattutto, quella di un protagonista della scena teatrale come attore,
regista ed autore di circa 100 spettacoli.
Indimenticabile, tra tutti, il suo Rugantino al Teatro Sistina con la regia di Pietro
Garinei, con Sabrina Ferilli, Maurizio Mattioli e Simona Marchini. Dal 1997,
inoltre, è il fondatore e Direttore Artistico del Teatro 7 di Roma dove si produce
come attore, autore e regista. Su Tv2000 con “Il Programma del secolo”, gameshow
con protagonisti nonni over 65 e nipoti’ under 25, dove la scanzonatezza del
gioco si unisce al piacere del racconto.
Lei è sicuramente un attore poliedrico, la cui passione per lo spettacolo si
articola attraverso teatro cinema e tv. Quale tra questi tre contesti la
rappresenta meglio e perché?
Nasco teatrante e vorrei calcare le scene fino all’ultimo respiro. Mi piace il contatto
diretto con il pubblico, che al cinema non puoi avere e in televisione, spesso
e volentieri, trovi pubblico di mestiere.
In un mondo dove nessuno ascolta più il prossimo, constatare che in teatro
qualcuno paghi per ascoltare quello che dici, è veramente molto appagante.
Ciò non toglie che mi divertono tutti i modi per esprimere l’arte, e che sia il
cinema che la televisione, se fatti bene, possano dare molta soddisfazione.
Da qualche tempo è in scena il suo “È cosa buona e giusta”, uno spettacolo
teatrale brillante e divertente che porta la sua firma, con sfumature a
tratti anche drammatiche. Ci racconti di questa rappresentazione.
Lo spettacolo nasce dopo le esperienze di “Mi hanno rimasto solo” e “M’accompagno
da me”, due one man show vecchio stile, dove mi cimentavo con diversi personaggi,
tra monologhi divertenti, canzoni e filastrocche…ed un messaggio da dare.
Il pubblico usciva dal teatro entusiasta, ed era contento di non aver assistito
ad un semplice monologo, ma ad uno spettacolo completo. Poiché il palcoscenico
privilegiato che ho la possibilità di frequentare è quello del Teatro Sistina di
Roma, ho deciso di alzare un po’ il tiro, coinvolgendo gli allievi dell’Accademia del
Sistina e quelli dei Laboratori del Teatro 7, e di creare un vero e proprio spettacolo
in stile “commedia musicale”, con 30 persone sul palco. Io mi ritrovo nel teatro
dell’oratorio parrocchiale, dove sono cresciuto, per raccontare ai ragazzi la mia
esperienza, in modo da aiutarli a scegliere la strada da prendere. Tra racconti inediti,
canzoni conosciute, balletti e scambi di opinioni, cerco di dare un messaggio
positivo ai giovani, con la speranza che possano credere di più in loro stessi e
riescano a cogliere l’immenso valore che è racchiuso in ognuno di noi. Lo spettacolo,
adatto a tutti, la scorsa stagione ha ricevuto un consenso straordinario, tanto
che con Il Sistina abbiamo deciso di riproporlo anche in questo cartellone, dal 10 al 19 Maggio.
Da promettente avvocato ad attore ed autore teatrale.
Come nasce la sua passione per lo spettacolo?
Nasce dalla voglia di comunicare qualcosa di me attraverso il mezzo teatrale, che ho imparato a
conoscere proprio in quell’oratorio, punto di ritrovo per noi giovani del quartiere.
Quando il sacerdote che ci seguiva decise di lasciar perdere lo spettacolo che
stavamo provando, presi in mano le redini della situazione e mi improvvisai regista.
Fu tale il consenso, che decisi addirittura di scrivere con gli amici lo spettacolo
successivo, e di aggiustare il salone parrocchiale tanto da farlo diventare il più
possibile simile ad un teatro. Avevamo 19 anni, studiavo giurisprudenza per non
farmi dire nulla dai miei, e giocavo al gioco del teatro. Quello stesso spazio, poi
nel 1997 divenne il Teatro 7, ed oggi a distanza di ventidue anni, è considerato
uno dei teatri più interessanti del panorama teatrale romano, frequentato
da artisti riconosciuti a livello nazionale.
Tra le centinaia di personaggi interpretati,
sente sia rimasto un particolare legame con alcuni di essi e perché?
A parte Rugantino, personaggio che ho amato sin da quando a 15 anni lo vidi
al Sistina interpretato da Montesano, sono affezionatissimo a 4 ruoli: quello
dell’amico di Agostino Di Bartolomei, in Mediano di spinta, che va a cercare una
risposta ai mille interrogativi nei quali è caduto dopo la scomparsa del suo mito.
Il Tom, di Radice di 2, spettacolo che abbiamo replicato per 8 anni insieme a Edy
Angelillo, per racconta una storia d’amore lunga una vita; il legionario di Come
Cristo Comanda, spettacolo dell’anima, che interpreto insieme a Massimo
Wertmuller: un uomo che fa finta di non comprendere l’eccezionalità dell’evento
a cui ha assistito, quello della morte e resurrezione di Cristo…ed infine quello del prete,
che ormai conclude tutti i miei one man show. Dimenticavo, in televisione ho molto amato il ruolo dell’ostetrico in “Nati Ieri”, e
quello di Marzio, volontario in un centro di accoglienza, in “Con il
sole negli occhi” di Pupi Avati, forse perché mi assomigliavano.
Ultimamente i suoi impegni si dividono tra Tv e teatro. Ci descriva una sua giornata tipo.
Diciamo che il mio impegno teatrale parte dalla gestione del
Teatro 7, non solo artistica ma anche e, soprattutto, organizzativa.
Quando sei in prova, sia come attore o nei panni di regista,
mezza giornata la regali alle prove, senza nessun contatto
col mondo esterno. Sotto debutto, fai promozione (ospitate in
tv, radio, interviste), mentre, nel fine settimana, se non sei in
scena a Roma, sei in tournee. La scrittura la lascio al periodo
estivo che è più tranquillo…se c’è da registrare dei programmi,
la situazione si complica, perché tra riunioni scaletta, prove e
registrazioni, ti isoli dalla realtà, fagocitato dalla trasmissione.
Questo, per esempio, è un periodo intensissimo: sto organizzando la nuova stagione teatrale del Teatro 7 (leggo copioni, vedo
spettacoli, parlo con gli artisti) e mia personale; tra poco ridebutto
al Sistina (prove e promozione), stiamo registrando
questa nuova trasmissione per TV 2000, “Questa è vita!”, che mi
vede conduttore insieme ad Arianna Ciampoli…fortunatamente
ho appena finito la tournee. Vita intensa, ma felice!
Si dice che ogni attore, lontano da palchi e schermi, possegga
un aneddoto di distrazione, uno sport, un passatempo, un
rituale. In quanto a lei, cosa le piace fare e come ama rilassarsi?
A me piace leggere e scrivere, oltre fare sport: gioco
a tennis, nuoto o faccio subaquea, ma mi piace anche
la famiglia, quindi la possibilità di dedicarmi a moglie
e figli, è una bella sensazione, che rilassa.
Un esordio televisivo come il suo, a Beato tra le donne, lascia
intendere una spiccata consapevolezza di un aspetto piacente
ed affascinante. Quanto ha influito questo nella sua carriera?
Ma io non ce l’ho questa consapevolezza…non mi considero uno
da buttare, ma diciamoci la verità, io quella trasmissione l’ho
vinta perché ero simpatico, facevo ridere le ragazze della giuria,
ero rassicurante, non di certo perché fossi un bel ragazzo. Ho
scoperto che conquista molto di più una risata che la bellezza
fine a se stessa… per questo ho cercato di sfruttare questa
predisposizione…mi piace essere un “portatore di sorriso”.
La recitazione viene definita come “pane per l’anima”. In
che modo nutre, invece, il suo aspetto “esteriore”?
Cerco di non esagerare con il cibo, non fumo, mi piace il vino
ma lo riservo ai momenti tra amici. Cerco di essere costante
nell’attività fisica (con enormi difficoltà), e cerco di camminare, un
buon modo di rimanere in forma, con semplicità. Certo, stare su
un palco, un paio d’ore di seguito, è una delle migliori ginnastiche
che abbia mai praticato. Amo la vita, e penso di essere sereno…
penso che questo migliori sicuramente l’aspetto esteriore!
Con un occhio al futuro, come immagina la sua vita
professionale e quali progetti vorrebbe ancora realizzare?
Mi sento, fortunatamente, un uomo realizzato nella vita: ho
una famiglia bellissima, sia quella di provenienza, sia quella
che abbiamo costruito con Elisabetta. Ho una passione
straordinaria, quella del teatro, che posso esercitare senza
chiedere niente a nessuno. Ho calcato i palcoscenici più
importanti d’Italia da scritturato, ed ora li sto frequentando
con i miei spettacoli. Forse in televisione o al cinema potrei
essere “sfruttato” di più… chissà, forse dopo “Questa è vita!”,
qualcuno si accorgerà di questo giovane conduttore e si apriranno
nuovi orizzonti… ma se non fosse…io son contento così