INCUBO PRIMO GIORNO DI LAVORO, DALLA MASTER COACH MARINA OSNAGHI IL DECALOGO PER AFFRONTARLO CON SERENITÀ
Il momento fatidico è arrivato. Le vacanze sono terminate e in un attimo ci si trova catapultati da spiagge dorate, città d’arte e verdi valli tranquille alla frenesia della routine quotidiana lavorativa. Un vero e proprio shock per milioni di italiani che, durante i primi giorni di lavoro, hanno difficoltà a tornare operativi al 100%. Per superare l’impasse arriva il decalogo della master coach Marina Osnaghi.
Il rilassante rumore delle onde, le passeggiate sui sentieri montani e i tour spensierati per le più belle città d’arte si sono trasformati in lunghe riunioni, appuntamenti con i clienti e tour de force per recuperare il lavoro arretrato. Le vacanze sono finite, e milioni di italiani si trovano sul posto di lavoro ma, con la testa, viaggiano ancora sugli itinerari agostani. I pensieri si accavallano come le responsabilità, e l’angoscia di dover rincorrere clienti e scadenze rischia di far impazzire manager e impiegati di ogni livello. Si chiama “august blues”, una tristezza simile a quella che si prova la domenica sera quando sale l’angoscia da lunedì e l’impressione che il weekend sia stato molto più breve di quanto desiderato. Per non parlare dell’eventualità in cui qualcosa sia andato storto durante la vacanza o il week end: lo stress emotivo aumenta esponenzialmente.
Uno stato d’animo così definito da Stephen Ferrando, direttore di psichiatria al Westchester Medical Center, che chiama questa atmosfera malinconica “sunday blues“, cioè la tristezza della domenica sera che segna la fine del weekend e anticipa l’inizio di una nuova intensa settimana. L’effetto dell’august blues non fa distinzioni d’età. Secondo la professoressa di psicologia alla Fordham University Rachel Annunziato infatti, sia i bambini sia gli adulti accusano, seppur per cause diverse, una sensazione di tristezza che caratterizza gli ultimi giorni dell’estate. Secondo Ferrando, infine, una delle cause che provocano questa malinconia estiva è l’avvertimento di un senso di colpa o insoddisfazione per non essere riusciti a “dare il massimo” durante l’estate, così come impongono alcuni stereotipi legati alle attività “estreme” da fare in questa stagione.
Come fare, quindi, per ritrovare carica ed equilibrio e tornare a performare sul posto di lavoro? Lo svela Marina Osnaghi, prima Master Certified Coach in Italia: “Inizia settembre. Il rientro si avvicina. Affiorano pensieri quasi inevitabili come ‘ora torno e ricomincia tutto uguale a prima’ e ‘le vacanze diventeranno presto un lontano ricordo’, e se per caso avevi del lavoro arretrato che non hai svolto durante le vacanze, l’angoscia comincia sottile ed anche più forte ad impossessarsi di te. Sei in ritardo ed hai sprecato il tuo tempo. Per non parlare delle abitudini: forse in vacanza hai assaporato la libertà di fare cose per te stesso e ora temi che appena torni, tutto sarà come prima di staccare, e tornerai nel gorgo dei soliti comportamenti. In una strofa profetica della famosa canzone “The same old Blues”, Brian Ferry canta “It’s the same old story, tell me where does it end?”, e mai frase fu più vera proprio alla fine dell’estate. Siamo vittime dell’august blues e nemmeno lo sappiamo. Esattamente come non ci rendiamo conto del processo che il nostro cervello vive ogni domenica sera quando deve elaborare il lutto della fine del week end ed iniziare la nuova settimana lavorativa”.
Che fare allora per potersi ‘sfilare’ da questo blues che appesantisce il cuore? Ecco il decalogo d’oro da seguire al rientro al lavoro:
Rimuginare sul rientro e sulla negatività che incontrerai nel soccombere alle vecchie abitudini è un potente stimolo per la tristezza e l’insoddisfazione.
Devi inserirlo in agenda, altrimenti non riuscirai a rispettarlo. Basta un quarto d’ora al giorno, anche se col tempo sarebbe ideale allungarlo fino ad almeno 30 minuti. Deve essere un’attività piacevole e solamente dedicata a te, qualcosa fuori dagli obblighi. A volte possono essere cose apparentemente banali, come leggere il giornale in santa pace con una bella tazza di caffè.
Il caffè o il tè, bevilo seduto e comodo: ti riporterà la testa all’atmosfera della vacanza. È fondamentale iniziare la giornata senza correre, prendendoti una pausa già da inizio giornata. Questo ristoro vale la pena di un quarto d’ora di sonno in meno la mattina. Offre al cervello un senso di rilassatezza, invece di farlo correre ancora prima di uscire di casa. Mangiare di fretta spostandosi continuamente costringe l’organismo a inviare il sangue agli organi in quel momento più impegnati, ovvero i muscoli delle gambe: un problema per la digestione. Infatti una quantità modesta di sangue operante nello stomaco diminuisce la disponibilità di succo gastrico e, di conseguenza, l’insorgere di difficoltà digestive.
Ognuno di noi ha una ‘Mission’ nel cuore, uno scopo che persegue a volte inconsapevolmente nella vita quotidiana. Chiediti: qual è il contributo che voglio dare col mio lavoro? Cosa tendo a realizzare nelle differenti situazioni? Come posso realizzare al meglio ciò a cui tendo?
Soprattutto quelle dei tuoi collaboratori, che molte volte non vengono veramente consapevolizzati, travolti dalla frenesia quotidiana. Rifletti su di te e su chi ti circonda in senso positivo e costruttivo.
Un indicatore molto utile lo trovi in quelle situazioni quotidiane che spesso ti infastidiscono, come mancanza di precisione, puntualità o dedizione da parte di qualcuno, problemi organizzativi cronici, incoerenza. Dietro al tuo fastidio potrebbe esserci un vero tesoro: trova il tuo valore, la buona ragione per cui ti infastidisci, ciò che persegui ed il modo in cui lo vorresti realizzato. Una volta che lo hai trovato, invece di combattere chi non lo rispetta, comincia a chiederti cosa potresti fare tu stesso per viverlo e realizzarlo meglio. Alcune domande potrebbero aiutarti: cosa mi infastidisce? Cosa vorrei realizzare di buono che non accade? Qual è il valore nascosto dietro al fastidio? Che comportamento applico per realizzarlo? Che comportamento nuovo mi serve per realizzarlo al meglio?
Apri le braccia a te stesso e smetti di voler subire. Non serve ribellarsi urlando, basta stabilire il proprio limite con tranquilla fermezza.
Spesso sono favorite da abitudini che ti portano nei guai prima ancora che tu te ne accorga. Sono le vecchie abitudini distruttive che ci portano sempre nelle solite situazioni.
Sono sempre molto utili ad ottenere risultati efficaci su temi collegati al quotidiano e al gruppo. Per potenziare e trasformare situazioni e comportamenti valuta la qualità della collaborazione a favore degli obiettivi secondo fattori qualitativi e non solo quantitativi. Utilizza il feedback con i tuoi collaboratori e celebra i cicli intermedi, chiedendoti cosa è stato realizzato fin qui di positivo anche se la meta ancora non è raggiunta, e come sia possibile arrivare al traguardo con rinnovata energia. Infine applica la revisione dei processi che formano la sequenza di attività su cui i tuoi collaboratori devono misurarsi e lavorare insieme per arrivare alla meta senza confliggere inutilmente. Spesso ci sono accordi non chiariti che portano alla famosa ‘confusione’ di ruoli o ‘mancata comunicazione’.
Anche se devi svolgere delle commissioni, cerca di staccare sul serio. Ritrovando il gusto di stare con gli amici, la famiglia, i figli, senza vivere il tuo tempo come se fosse ‘rubato’ ai tuoi doveri o come se il tempo libero fosse un altro lavoro in cui dover fare cose. Quindi focalizza le cose essenziali e dedicati per prima cosa a quelle. Tutto il resto può attendere. Tu sei più importante, insieme a quelli che ami.