Gli ultimi riscontri giungono dal congresso della Società europea di medicina respiratoria, che si è tenuto a Milano. Nel corso dell’appuntamento, un gruppo di ricercatori svedesi ha presentato una ricerca che ha evidenziato gli effetti della nicotina emessa dalle sigarette elettroniche su alcuni parametri utili a determinare la salute cardiovascolare. Al termine di una rilevazione condotta su un gruppo di quindici ragazzi, gli studenti hanno notato un ispessimento della parete delle arterie (fattore di rischio per l’infarto del miocardio e per l’ictus cerebrale) e un incremento della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna. Il tutto già nei primi trenta minuti successivi alla «svapata». Le stesse ripercussioni non sono state invece rilevate nel gruppo di controllo: di cui facevano parte i giovani non esposti alla nicotina. Secondo Magnus Lundback, ricercatore del Karolinska Institutet di Stoccolma, la responsabilità del danno osservato sarebbe da ascrivere proprio a questa sostanza. «Sebbene al momento non ci siano ancora studi che abbiano valutato l’effetto a lungo termine della nicotina sulla parete dei vasi, le conseguenze osservate potrebbero permanere pure a lungo termine». Il danno riguarderebbe tanto i fumatori attivi quanto chi risulta esposto al fumo passivo.
«Il numero degli utilizzatori delle sigarette elettroniche sta aumentando in maniera preoccupante – ha spiegato l’esperto, nel corso di un incontro con la stampa -. Nella società è diffusa la convinzione che le sigarette elettroniche siano innocue, ma al momento i riscontri dicono il contrario». Messaggio peraltro in piena sintonia con quello diffuso in una metanalisi pubblicata a fine agosto sul Journal of the American Heart Association. «Tocca a noi saper trasmettere le informazioni alla società, in modo che ogni fumatore possa decidere di continuare o di smettere sulla base dell’evidenza scientifica».
Le sigarette elettroniche hanno fatto discutere anche per l’impatto che hanno sulla salute dei fumatori, che le scelgono con la speranza di smettere. In realtà, dal lavoro presentato da un gruppo di ricercatori dell’Università di Umea (Svezia) sono emersi due aspetti: la difficoltà nel sostituire definitivamente le sigarette tradizionali e l’effetto sinergico che si stabilisce tra i due prodotti, con conseguenze per l’apparato respiratorio. Gli autori dello studio, condotto analizzando le risposte fornite da oltre 30.000 cittadini svedesi, hanno notato come l’uso dei dispositivi sia più diffuso tra i fumatori. «Altrimenti il numero più elevato lo avremmo rilevato tra gli ex», ha dichiarato Linnea Hedman, ricercatore del dipartimento di salute pubblica dell’Università di Umea. Dalla ricerca è emerso pure che i cosiddetti fumatori «duali», che utilizzano tanto le sigarette tradizionali quanto quelle elettroniche, avvertono maggiori conseguenze a carico dell’apparato respiratorio: tosse persistente, respiro affannoso e presenza di muco nelle vie aeree. Quanto basta «per ribadire le sigarette elettroniche non possono essere commercializzate come un’alternativa sicura al prodotto tradizionale», ha chiosato l’esperta.
Sono giunte dalla Grecia invece le conclusioni di uno studio mirato a fare chiarezza sugli effetti sulla salute indotti dai liquidi aromatizzati più diffusi in nove Paesi europei: oltre che in Grecia, le rilevazioni sono state effettuate in Spagna, Germania, Olanda, Regno Unito, Ungheria, Romania, Polonia e Francia. I vapori sprigionati sono spesso considerati innocui dagli utilizzatori delle «e-cig», ma in realtà in ognuno dei 122 liquidi analizzati c’era almeno una sostanza classificata come rischiosa per la salute. Irritazione alle vie respiratorie, sintomi allergici o asmatici: queste le conseguenze più di frequente provocate dalle sostanze riscontrate con maggiore frequenza (ciclopentanolone, mentolo, etilvanillina, acetilpirazina).
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