Le scoperte del gastroenterologo italiano che ha definito la cura di una delle sindromi più diffuse e meno comprese al mondo.
di Raffella Quieti
Il Professor Filippo Cremonini insegna presso la Harvard Medical School, e dirige nella stessa Università, un’equipe di ricerca che ha introdotto l’uso dei probiotici nella cura dell’IBS (Irritable Bowel Syndrome) attualmente diventato uno dei capisaldi nel trattamento della sindrome che colpisce il 20% della popolazione.
Dottor Cremonini, in che modo ha contribuito a fare chiarezza sulla sintomatologia e la cura della sindrome del colon irritabile ?
Fino alla fine degli anni ’80, la sindrome che colpisce dal 20 al 30% della popolazione mondiale, era poco capita e poco studiata. Si trattava di una sindrome descritta ‘per esclusione’: se ne parlava quando si era sicuri non si trattasse di colite o di cancro al colon. La gestione della sindrome era inoltre esclusivamente empirica : si pensava che il problema fosse di natura essenzialmente nervosa. La mia equipe ha contribuito alla definizione sintomatologica. Oggi è possible fare una diagnosi positiva sulla base di sintomi cardine, quali il dolore addominale e l’alternanza di diarrea e costipazione nell’andare in bagno. Il dolore addominale, inoltre, migliora in seguito all’evacuazione. Dopo più di 30 anni di lavoro basato su studi epidemiologici, si è finalmente giunti ad una definizione globale espressa nei Criteri di Roma III.
Cosa sono i criteri di Roma III ?
Si tratta di critreri adottati da tutti gli studi clinici per la denominazione univoca di ciò che non è una malattia ma una sindrome. Secondo i criteri di Roma III, la sindrome da colon irritabile è una patologia funzionale dell’asse cervello-intestino caratterizzata da dolore addominale, gonfiore addominale associato ad alterazione dell’alvo che può presentarsi con diarrea, stipsi o alterazione tra le due. Lo stress influisce in maniera determinante sulla regolazione funzionale che esiste tra cervello ed intestino, definito appunto asse cerebro-intestinale. Le conseguenze possono manifestarsi in un’iperattività, che provoca dolori addominali e diarrea, o in una ipomobilità, accompagnata da gonfiore addominale e stipsi. Inoltre, l’aumento della flora batterica nociva nel piccolo intestino provoca una risposta immunitaria che causa l’infiammazione della mucosa intestinale (il rivestimento dell’intestino), con il conseguente peggioramento dei sintomi. L’effetto dei probiotici consiste nella normalizzazione della motilità intestinale e di conseguenze della risposta immunitaria e quindi infiammatoria, e riduzione della flora batterica nociva.
Dottor Cremonini, su cosa si concentrano le sue ricerche attuali ?
Oltre a studi sul fondamentale ruolo di alcuni cibi nell’IBS, le nostre ricerche si dirigono verso alcune nuovissime terapie, tutt’ora non approvate in Italia, che mirano a risolvere il problema centrale della sindrome, ossia quello del dolore legato all’alterazione di diarrea o stipsi. A questo proposito abbiamo sviluppato molecole che agiscono simulando l’effetto di batteri come l’Escherichia coli, che causano diarrea. Sinteticamente siamo quindi riusciti a stimolare il recettore dell’intestino per il batterio, procurando una diarrea, senza provocare la vera e propria infezione. E risolvendo di conseguenza la stipsi. Siamo quindi in grado di migliorare sia la stipsi che la diarrea, stimolando o impedendo i sali biliari. Stiamo inoltre compiendo studi sugli aspetti farmacologici della sindrome, partendo dalle modalità con le quali i recettori periferici percepiscono il dolore. Lo scopo è quello di modulare il dolore a livello periferico senza passare per il cervello, evitando quindi di agire con farmaci a livello centrale. Poichè ciò che funziona ad alte dosi a livello centrale, perfericamente richiede dosi inferiori, questo filone delle nostre ricerche ci conduce verso utilizzi piu’ limitati ma al contempo piùefficaci (perchè meglio indirizzati) di alcuni farmaci. Stiamo infine svolgendo studi sugli antibiotici non assorbibili, e sulla riduzione della quantità di gas intestinali. Recentemente è stato suggerito che lo stesso gas metano sia di per sè un neurotrasmettitore. Se questa teoria fosse confermata, ci troveremmo davanti ad una rivoluzione. Il presupposto di questa tesi infatti, darebbe una spiegazioni al fatto che molti pazienti che si sentono gonfi, producono metano in eccesso, e sentono di conseguenza il dolore piu’ intensamente di coloro che presentono un addome disteso. Se la teoria viene verificata, è possible che, modulando la produzione di gas del colon, si riesca a contenere la presenza di crampi dolorosi, la cui sofferenza verrebbe intensificata dal neurotrasmettitore gas metano.
Qual è il ruolo dei probiotici nel trattamento della IBS?
Grazie ad uno studio svolto dalla nostra equipe, oramai i probiotici sono diventati un punto fermo del trattamento del’IBS nel mondo. Stiamo attualmente portando avanti ricerche per definire i cosiddetti superprobiotici. Finora i due probiotici che hanno dimostrato l’efficacia più elevata nel colon irritabile, sono il bifidobacterium ed il lactobacillus. Questi ultimi sono in grando di stimolare l’immunità innata e coadiuvare sostanze come l’interleuchina, favorendone la funzione anti-infiammatoria.
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Il Professor FILIPPO CREMONINI :
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Specializzato in Gastroenterologia all’Università Cattolica di Roma, Filippo Cremonini si è successivamente specializzato in Medicina Interna alla Mayo Clinic ed in Gastroenterologia ad Harvard. è stato ricercatore e Professore di gastroenterologia presso la Mayo Clinic a Rochester, nel Minnesota, parte del miglior gruppo ospedaliero e di ricerca nel mondo, ed all’interno del quale il dipartimento di Gastroenterologia è tra i piu’ efficienti. Dal 2008 insegna,conduce ricerche e visita presso il Beth Israel Deaconess Medical Center (Harvard Medical School). Ha al suo attivo circa 100 pubblicazioni.