di Alessia Addari
Un deejay prestato allo sport o uno sportivo rubato dalla radio. E’ questo il dubbio che assale chiunque abbia incontrato Linus e respirato, o in qualche modo condiviso, la sua immensa passione per la corsa. Un amore che, come tutti quelli che si rispettino, nasce per caso ma che immediatamente si trasforma in una pseudo dipendenza dalla quale è davvero difficile separarsi , tanto da “invadere” felicemente anche la sfera professionale, quella del personaggio pubblico, della voce storica di Radio Deejay in onda puntualmente ogni giorno da più di trent’anni.
Conduttore radiofonico, direttore artistico di Radio Deejay ( ma anche di Radio Capital, Deejay Tv e m2o) e scrittore da qualche anno, Pasquale di Molfetta, in arte Linus, si definisce un uomo determinato, caparbio ed a tratti meticoloso dote, quest’ultima , a cui probabilmente dobbiamo gran parte dei suoi successi, sia lavorativi che sportivi. Ed è proprio in quest’ultimo ambito che sembra rivelare il suo vero essere, incarnando perfettamente lo stereotipo del vero atleta, dedito allo sport con grande impegno, ma anche forte disciplina, metodo ed enorme costanza. Qualità che col tempo lo hanno portato ad affrontare sfide sempre più ambiziose, ultima delle quali l’Ironman 7.0, una variante del triathlon (nuoto, bici e corsa) con distanze più lunghe rispetto a quello olimpico. Perché, come disse lui stesso in occasione della presentazione del suo libro Parli sempre di corsa, un racconto intimo della sua vita da runner, “ la corsa mi ha insegnato a non avere paura di nulla, nei momenti di difficoltà mi basta ricordarmi che sono un maratoneta per sentirmi più forte”.
Tutto è iniziato qualche anno fa con una imprevista e fortissima passione per la corsa, che ultimamente sembra accompagnarsi anche a quella per la bicicletta. Questione di sfide o incondizionato amore per lo sport?
Tutto questo e qualcos’altro. Certo il gusto per l’impresa gioca sempre un ruolo importante, come il fatto che io abbia sempre amato tutto lo sport, visto, parlato e praticato. Ma c’entra anche lo spirito di conservazione: ho iniziato a correre per non farmi più male giocando a calcio. Poi ho iniziato a pedalare perchè correre comincia a farmi male…non so dove finirò… Si è appena conclusa la tua seconda esperienza all’Ironman 7.0, una disciplina considerata da molti al limite dell’estremo, per via dell’immenso sforzo fisico e psicologico a cui i partecipanti sono sottoposti.
Cosa ti ha spinto a competere e misurarti a tal punto con te stesso?
Io, per fortuna o purtroppo, ho fatto solo la frazione di bici. Ma se non ho fatto il percorso completo è solo perchè non ho abbastanza confidenza col mare, non perchè non mi piaccia il triathlon. L’Ironman è la versione estrema di questo sport, e come tale andrebbe vissuta. Affascinante e totalizzante, ma da affrontare con molte precauzioni.
Come ci si prepara per una gara del genere?
Ci si arriva “a strati”. Si parte da una delle tre discipline, poi se ne abbina un’altra e un bel giorno scatta la triplice. Ci vogliono anni per creare le basi, una volta create queste è solo questione di tanta, tantissima costanza. In pratica non c’è limite al tempo che di può dedicare alla preparazione di un Ironman. Più si fa e più si ottiene. Che vuol dire anche che meno si soffre. In una precedente intervista hai dichiarato: “la corsa mi ha confermato che la vita è una scienza esatta, se ti applichi il risultato arriva”. Parlaci dei risultati raggiunti e soprattutto del tempo che impieghi quotidianamente per ottenerli. Mi alleno quattro, cinque volte alla settimana. Se sono in vacanza anche tutti i giorni, però diversificando il più possibile. Ma la cosa più bella che ho scoperto è che a volte è più utile un po’ di riposo…
In che modo riesci a destreggiarti tra professione ed impegni sportivi ?
Con una pianificazione rigorosissima. Di settimana in settimana blocco sulla mia agenda le finestre di tempo che mi servono e obbligo tutto il resto a girargli intorno… Più che un amore per il running, definirei il tuo un vero e proprio stile di vita. E’ così anche dal punto di vista alimentare?
Diciamo che l’approccio è lo stesso. All’inizio ero rigorosissimo in entrambi i casi, poi ho trovato un equilibrio. Mi alleno con puntiglio ma non sono più paranoico e monotematico, sto attento a quello che mangio senza farmi mancare le gratificazioni.
In fondo faccio sport per vivere meglio, no?
Quanto il mangiar sano può incidere nel risultato finale delle tue prestazioni?
Moltissimo, ma solo se riguarda lo stile di vita complessivo. Molti amatori si impongono dei periodi quasi punitivi, a volte solo per recuperare tutte le occasioni in cui hanno sgarrato. Io sono molto più lineare.
“Parli sempre di corsa” è il titolo del tuo libro uscito nel 2010, nel quale per la prima volta racconti, dagli esordi, tutta la storia riguardante la passione per il running, che sembra averti sconvolto la vita a tal punto da non poterne più fare a meno. Cos’è cambiato da quel momento?
Un sacco di cose. Tanto per cominciare mi sono costruito un mondo parallelo a quello in cui vivo e lavoro, e questa dimensione è un vero e proprio rifugio. Poi, banalmente, sono molto più in forma di quando ho cominciato, con tutto il peso del rimpianto per non averlo fatto prima. Da vero professionista annoti ormai da anni in maniera quasi maniacale ogni report dei tuoi allenamenti. Una costanza che mncherebbe perfino ad un atleta professionista… I miei quaderni sono una specie di diario cifrato, sfogliandoli posso ricostruire momenti precisi della mia vita. Per questo li tengo nel cassetto di fianco al letto. A volte li sfoglio prima di addormentarmi ed è come leggere un libro.
A proposito di performances, qual’ è la prossima in programma?
Col mese di luglio ricomincio a correre in maniera più costante, a ottobre c’è la Deejay Ten e a novembre torno a New York. Per l‘undicesima volta. Correre uno stile di benessere Uno dei sistemi ottimali per migliorare la propria salute, la corsa si rivela tra i maggiori sostenitori di una vita sana ed equilibrata, nonché un toccasana di immenso valore, in grado addirittura di prevenire malattie cardiovascolari e circolatorie, far perdere peso ed aumentare il buon umore.
CORRERE: UNO STILE DI BENESSERE
PREVENZIONE E CURA MALATTIE CARDIOVASCOLARI
Recenti studi hanno infatti affermato come la corsa influisca positivamente sull’attività cardiaca e circolatoria, migliorandone l’efficienza e scongiurando (o riducendo) diversi fattori di rischio: vene e arterie, infatti, per far fronte all’aumento del fabbisogno di ossigeno richiesto dai muscoli si allargano e si sviluppano arrivando anche a dare origine a nuove reti di vasi sanguigni dette “anastimotiche”, grazie alle quali si migliora l’irrorazione sanguigna in tutte le parti del corpo. Queste nuove reti garantiscono dunque l’apporto di ossigeno ai tessuti anche nel caso si dovesse verificare un’ostruzione dei vasi sanguigni “tradizionali”, cosa che in pratica diminuisce il rischio di infarto. Inoltre la corsa riduce la formazione delle lipoproteine responsabili del deposito del colesterolo sulle pareti delle arterie (chiamate lipoproteine LDL). Al contrario favoriscono la formazione delle lipoproteine HDL che si oppongono alla formazione di queste occlusioni.
CONTROLLO DEL PESO
Correre facilita il processo di perdita o controllo del peso attraverso un’attività metodica e costante. Trattandosi di un’attività di tipo aerobico, questa richiede un rilevante impegno fisico che si traduce in un importante dispendio calorico, utile sì per motivi estetici, ma soprattutto per prevenire o risolvere problemi provocati dall’obesità. Un eccessivo accumulo di adipe favorisce infatti l’instaurarsi dell’arteriosclerosi, disturbi cardiaci, circolatori ed epatici.
RIDUZIONE DEGLI ZUCCHERI NEL SANGUE
Altro beneficio della corsa è la riduzione degli zuccheri nel sangue. L’attività sportiva, infatti, induce il muscolo a prelevare una maggior quantità di glucosio dal sangue, così da essere estremamente utile ai soggetti affetti da diabete ed iperglicemia poiché in grado di tenere sotto controllo il tasso di zuccheri.
MIGLIORAMENTO DELL’EFFICIENZA MUSCOLARE tensioni nervose. Correre, così come altre attività fisiche intense, comporta infatti un deciso aumento nel rilascio di endorfine. L’effetto prodotto è una piacevole sensazione di benessere, utile sia durante l’attività per contrastare gli effetti della fatica, che al termine dell’allenamento comportando una decisa riduzione dello stress e delle tensioni.