Al Policlinico Gemelli di Roma specialisti per aiutare le vittime del cyberbullismo, la forma di aggressività più temuta fra gli adolescentiUna normale conversazione su Facebook o sui social network più utilizzati diventa a poco a poca una minaccia, una vergogna di dominio pubblico: è il fenomeno del bullismo via etere sempre più ad opera di adolescenti, che schiacciano sotto il peso di una violenza psicologica giovani come loro, fragili o diversi per abitudini e costumi, tanto da indurli ad atti anche drammatici. I casi di vittime di vilipendio sono in aumento, anche in Italia, e stanno richiedendo attenzione e cura alle vittime e ai persecutori. Nasce a Roma, presso Il Policlinico Gemelli, con intenzioni terapeutiche e di contenimento del problema un ambulatorio dedicato che vede anche la collaborazione della Polizia Postale e delle Comunicazioni e dell’ANP Lazio (Associazione Nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola).
LA RICERCA – 4 minori su 10 sono vittime di un abuso cibernetico per ragioni razziali (43%), sessuali (56%), fisiche (67%) o ne sono testimoni: lo rivela uno studio realizzato nel 2013 da ‘Save the Children’, aggiungendo che oggi i ragazzi (72%) considerano il bullismo digitale più pericoloso della droga (55%), del pericolo di molestie da parte di un adulto (44%) o del rischio di contrarre una malattia sessualmente trasmissibile (24%). Una minaccia che aleggia ovunque: sui banchi di scuola, a casa nella propria camera, nel campo di calcio, di giorno come di notte. «Il bullismo perpetrato via etere – spiega il Francesco Tonioni, professore dell’Istituto di Psichiatria e Psicologia dell’Università Cattolica di Roma e coordinatore del nascente ambulatorio – ha dato avvio ad una crescita esponenziale dei disagi subiti, molti dei quali non vengono denunciati o restano impuniti». Con ripercussioni sociali e una preoccupazione estesa, oltre che agli adolescenti, ai bambini in possesso in età sempre più precoce di un telefono cellulare, o sempre più avvezzi agli strumenti digitali, internet in test e primaria fonte di incontri nocivi in chat o di potenziale angoscia psicologica. Fondamentale dunque è rivolgere l’attenzione non solo ai ragazzi vittime del cyberbullismo, ma anche dei loro famigliari o di chi ne è indirettamente coinvolto. «Per mettere il fenomeno allo scoperto – aggiunge Tonioni – abbiamo istituito un ambulatorio che accoglierà sia i giovani perseguitati, facendo leva sulla loro capacità di gestire l’aggressività e di dotarsi di strumenti per non cadere nella rete, sia i bulli stimolando il senso di colpa per lavorare sull’affettività».
LE COLLABORAZIONI – A sollevare la socialità del problema, è la collaborazione che l’ambulatorio, già attivo (appuntamenti allo 06 3015412206 30154122, dal lunedì al venerdì dalle 11 alle 13:00), ha stretto con la polizia Postale e l’ANP Lazio. «Il nostro obiettivo – conclude lo psichiatra – è arrivare a scovare in accordo con istituti scolastici possibili fragili utenti e ideare un progetto di informazione sull’utilizzo delle nuove tecnologie e i rischi correlati».
Fonte Fondazione Veronesi © Francesca Morelli