di Alessia Addari
Direttore Responsabile
Non più giovani e sani, ma soltanto giovani. Perché in caso ci fosse sfuggito, quella che fino a ieri molti di noi consideravano la panacea di tutta una vita ha cambiato connotati, trasfigurandosi in una sorta di fase mal gestita, mal vissuta e mal sentita. Almeno da quanto emerge da una serie di articoli relativi ai problemi degli adolescenti pubblicati sulla prestigiosa rivista americana The Lancet. Pur se più studiosi e numerosi di sempre, sembra infatti che gli oltre 1,8 miliardi di giovani del pianeta stiano andando incontro ad una vera e propria “de-generazione” socio-culturale, esposti come non mai alle insidie di droghe, alcol, cattive abitudini sessuali e, non ultima, una esasperata dipendenza dai social media. Un amaro boccone, perché la verità è che nessun genitore come me, ancora speranzoso, ottimista, sognatore ed idealista potrà mai rassegnarsi all’idea che presto o tardi, in un futuro molto prossimo, uno dei suoi figli possa cadere in questa insidiosa trappola, infilandosi in un tunnel pericoloso ma più di tutto insensato, che probabilmente insabbierà il ricordo di quelli che rimarranno per noi (ed ho paura non per loro) “gli anni più belli”. Moralismo a parte, mi risulta assai difficile anche solo provare a giustificare questo nuovo costume, a mio avviso malsano ed irriverente nei confronti della vita stessa, di cui a quell’età bisognerebbe aver fame e non rigetto. Un rigetto che non nasce certo da un pregiudizio gratuito, ma da una serie di numerosi ed incresciosi episodi quotidianamente agli onori delle cronache, che delineano ahimè un triste ritratto. Storie di una gioventù ansiosa di bruciare le tappe, che si rifugia in un mondo virtuale che tanto affascina semplicemente perché assai misterioso quanto irreale, inconsistente e vano. Giovani incapaci di reagire, che si lasciano inglobare dalla tendenza del momento, nascondendo goffamente dietro Facebook , Twitter o chissà cos’altro insicurezze, disagi ed insoddisfazioni, per poi buttarsi nella creazione di fenomeni inaccettabili quali binge drinking, drunkoressia, sexting e cyberbullismo facendone un life-style o, peggio, una prigionia. Quanto al destino dei nostri figli, alla luce di quanto appena detto, è assolutamente inevitabile porsi alcune domande: li accoglieremo in quel che rimane di una società spregiudicata e priva di ideali, o li osserveremo padroni del proprio futuro, libero di essere scritto, pensato e vissuto…. Personalmente io credo nel coraggio. E so di essere in buona compagnia.