Un fenomeno i cui ultimi dati registrano in forte aumento nel nostro Paese. Diabete e disfunzioni della tiroide alla base delle complicanze.
Tema ampiamente dibattuto nel corso dell’annuale Congresso Nazionale di Endocrinologia’11 che abbiamo approfondito con Alfredo Pontecorvi, Direttore dell’Unità di Endocrinologia del Policlinico Gemelli di Roma.
di Alessia Addari
Dottor Pontecorvi quali sono le principali endocrinopatie in gravidanza?
Diabete mellito e malattie della tiroide sono davvero le più diffuse? La gravidanza comporta numerosi cambiamenti endocrini e metabolici, che derivano da alterazioni fisiologiche al confine tra madre e feto. L’interfaccia feto-placentare è un importante sito di produzione e secrezione di proteine ed ormoni che regolano secondo meccanismi di feed-back l’intero sistema di ghiandole endocrine ed il metabolismo. Tra le principali e più diffuse alterazioni di questo complesso meccanismo annoveriamo quelle che riguardano la funzione della tiroide e la regolazione della glicemia. Durante la gravidanza, infatti, si assiste ad aumentate richieste di ormoni tiroidei (necessari per lo sviluppo fetale) e questo rende conto dell’alta percentuale di future mamme in cui si riscontrano alterazioni degli ormoni tiroidei. Anche il metabolismo del glucosio subisce un profondo cambiamento, con l’instaurarsi una condizione di insulino-resistenza relativa che può modificare il costante apporto di substrati energetici fondamentali per lo sviluppo fetale.
Negli ultimi anni si è assistito ad un netto aumento di questa patologia. In che percentuale e quali le possibili cause?
Secondo le ultime statistiche nazionali, le endocrinopatie sono in aumento durante la gestazione. Questo incremento può rendere conto sia di una reale aumentata incidenza sia di una migliore e precoce diagnosi. Tra queste ricordiamo l’ipotiroidismo subclinico in pazienti con precedente diagnosi di tiroidite di Hashimoto. In aumento appare anche il diabete gestazionale (una forma di diabete che viene con la gravidanza e termina con il parto), a causa di un’incrementata incidenza di obesità e sindrome metabolica in epoca pregestazionale, quindi in una parte di popolazione già con fattori di rischio per patologia diabetica.
Quali i Paesi che registrano il maggior numero di endocrinopatie in gravidanza?
Come prima accennato, dato che obesità e sindrome metabolica sono fattori di rischio e condizioni “predittive” di diabete mellito, l’incidenza di diabete gestazionale raggiunge livelli importanti (come complicanze mediche materno-fetali ma anche costi economici e sociali) in Paesi con maggiore presenza di popolazione obesa, come appunto Stati Uniti ed alcune regioni italiane, come la Campania e la Calabria.
Come riconoscere i primi sintomi per una donna in gravidanza?
Purtroppo, come si assiste anche nel diabete mellito diagnosticato in età adulta, tale patologia è asintomatica. I sintomi compaiono soltanto quando la patologia è in stadi avanzati, cioè quando sono presenti complicanze. Da qui appare fondamentale effettuare screening a tutte le future mamme, soprattutto in quelle con fattori di rischio e familiarità positiva per diabete mellito.
Alcune endocrinopatie scompaiono dopo il parto?
Così come alcune endocrinopatie compaiono con la gestazione, a completamento della stessa si esauriscono i meccanismi che hanno portato alla comparsa delle patologie a carico delle ghiandole endocrine. Questo si verifica per quasi tutte le condizioni come per esempio l’ipotiroidismo subclinico che può andare in remissione per riduzione del fabbisogno degli ormoni tiroidei.Ugualmente per il diabete gestazionale, ma la cui comparsa rappresenta un consistente campanello d’allarme per il futuro.
Quali conseguenze ci sono per il feto?
La terapia ormonale sostitutiva in corso di tiroidite cronica o ipotiroidismo, per esempio, se non praticata correttamente o diagnosticata tardivamente, può determinare iposviluppo fetale, deficit neurologici nella maggior parte dei casi irreversibili. Nello stesso modo, se l’iperglicemia cronica non è corretta adeguatamente, può causare macrosomia fetale e patologie ginecologiche dell’ultime trimestre ed ostetriche.
Le cure farmacologiche per le endocrinopatie possono arrecare eventuali danni al feto?
Le terapie effettuate di routine in caso di endocrinopatie non sempre possono essere impiegate con sicurezza in gravidanza, ma bisogna valutare gli effetti che esse hanno sul feto, il grado di passaggio placentare e di potenziali danni fetali che essi possono causare. Bisogna, in definitiva, effettuare un’accurata valutazione del rapporto rischi/benefici della somministrazione di tali terapie alle donne in gravidanza, prendendo soprattutto in considerazione gli eventuali effetti teratogeni dei farmaci utilizzati nel trattamento delle endocrinopatie. La maggior parte, però, rappresentano solo la sostituzione di ormoni (quindi non si tratta di farmaci ma di sostituire gli stessi “naturali” che mancano) non solo non arrecano danni ma anzi ne salvaguardano la salute.
In che misura questa patologia può essere prevenuta?
Le endocrinopatie in gravidanza non si prevengono, piuttosto si diagnosticano precocemente. Le uniche per cui si può parlare di reale beneficio della prevenzione è l’ipotiroidismo, con la valutazione dell’assetto degli ormoni tiroidei soprattutto in epoca pre-gestazionale, e il diabete mellito, valutando familiarità, fattori di rischio presenti e stile di vita (alimentazione ed attività fisica). Le ultime novità, purtroppo, non riguardano nuove prospettive terapeutiche, bensì la possibilità di trattare adeguatamente e precocemente soggetti a rischio. In tal senso nel 2010 sono state pubblicate le nuove linee guida per la diagnosi del diabete gestazionale, strumento efficace e di facile diffusione per la diagnosi e la terapia delle alterazioni del metabolismo glucidico.
Tale patologia è asintomatica. Fondamentale, dunque, per tutt e le future mamme effettuare screening, soprattutto in presenza di fattori di rischio e familiarità positiva per diabete mellito.