In occasione della Conferenza Mondiale sull’Aids in svolgimento in Malesia saranno presentate le nuove linee guida globali sulla terapia. “Le nuove linee guida” spiega Stefano Vella, Direttore del Dipartimento del Farmaco dell’ISS e chairman del comitato internazionale dell’Oms – rappresentano un gigantesco passo in avanti verso l’allineamento degli standard terapeutici tra Nord e Sud del mondo dove sono attualmente in trattamento oltre nove milioni di persone. L’abbattimento della mortalità osservato nei paesi più colpiti da questa epidemia è finalmente comparabile a quello osservato nei paesi ricchi dopo l’introduzione della triplice terapia. Il nuovo livello di queste Linee-Guida, infatti ” continua Vella ” è che tengono conto di tutte le novità scientifiche emerse negli ultimi anni nella ricerca sull’HIV e che le allineano allo standard of care dei Paesi più ricchi, pur tenendo presente il necessario approccio di Sanità Pubblica necessario per trattare 20 milioni di persone”.
Fin dal 2002, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) stila linee guida sull’uso dei farmaci antiretrovirali (Arv), dedicandole di volta in volta ai vari aspetti della diagnosi, del trattamento e della cura dell’Hiv. Ora, per la prima volta, queste linee guida rappresentano, potremmo dire “un continuum”, seguono cioè, senza tralasciare nulla, tutto quello che è il percorso di cura della persona con Hiv, compreso ciò che viene prima, ovvero la prevenzione. Il risultato è una combinazione di raccomandazioni a partire dai “test e counselling” fino all’uso dei farmaci Arv per la prevenzione e poi per il trattamento dell’Hiv, compreso il ruolo dei servizi sanitari nella presa in carico dei pazienti. Raccomandazioni che riguardano l’inizio e il mantenimento della terapia antiretrovirale fino al monitoraggio dello stesso trattamento, con la sorveglianza degli eventuali effetti collaterali e la gestione delle co-infezioni e co-morbidità che possono insorgere. Dedicate in dettaglio a tutti i gruppi di popolazione, nessuno escluso, senza differenze tra chi vive al Nord e chi al Sud del mondo: gli adulti come gli adolescenti e i bambini, le donne incinta e quelle che allattano come gruppi ‘chiave’ di pazienti.
“La lotta per l’accesso universale alle cure per l’Aids” conclude Vella – rappresenta un modello straordinario di intervento sulla salute globale, mirato a combattere le diseguaglianze di salute, un settore nel quale l’ISS è stato e sarà un protagonista, mettendo a disposizione delle grandi istituzioni internazionali le sue competenze multidisciplinari di ricerca e intervento nelle aree dell’accesso alle cure per le malattie della povertà (aids, tubercolosi, malaria), ma anche per le malattie croniche non trasmissibili, per la lotta ai fattori ambientali che impattano sulla salute, al trasferimento delle nuove tecnologie”.
I numeri
Le stime globali parlano di 26 milioni di persone che convivono con il virus dell’Hiv nei paesi a basso e medio reddito, candidate tutte al trattamento con farmaci Arv, che, secondo le nuove raccomandazioni, dovrebbero evitare circa tre milioni di morti per Aids e tre milioni e mezzo di nuove infezioni da Hiv tra il 2013 e il 2025. Una sfida globale a cui occorre dare una risposta altrettanto globale, che non può prescindere, avverte l’Oms, da un incremento del 10% del totale degli investimenti annui spesi per la lotta all’Hiv.