– Ph Gianluca Saragò / LaPresse
Più di dieci milioni le donne in Italia ad aver subito almeno una volta nella vita una forma di violenza fisica, psicologica o sessuale.
Nomi e storie che quotidianamente si accavallano e si consumano, spesso nel più barbaro e crudele dei silenzi ed ancor più sovente nella più cieca indifferenza. L’indifferenza di una realtà sociale fatta di soprusi e violenza, maltrattamenti ed abusi di cui le donne si rendono tristemente protagoniste, in una sequenza impressionante di torture psicologiche ed isolamenti insabbiati, rimossi o, ancor peggio, taciuti. Perchè uscire allo scoperto e denunciare, seppur l’arma più efficace, non è sempre la soluzione più semplice, soprattutto per tutte quelle vittime che, barricate in un clima di terrore ed isolamento, non percepiscono la gravità delle aggressioni, di cui troppe volte si sentono addirittura responsabili. Ben più di dieci milioni le donne in Italia ad aver subito almeno una volta nella vita una forma di violenza fisica, psicologica o sessuale. Un dato avvilente e purtroppo non unico nella schiera dei recenti risultati forniti dall’Istat e relativi ad una ricerca pubblicata durante lo scorso 2010. Un quadro sconvolgente che il coraggio e l’esperienza di due donne, Michelle Hunziker e Giulia Bongiorno, non ha voluto e potuto ignorare e che, attraverso la creazione di Fondazione Doppia Difesa, ha finalmente acceso i riflettori su queste migliaia di casi di abusi e discriminazioni compiuti nel nostro Paese. Un incontro casuale di due personalità assolutamente distanti per storia personale, attività e provenienza, ma altrettanto unite in nome di un solo obiettivo: svolgere un’attività di sostegno e assistenza attraverso un percorso non convenzionale, forti della loro notorietà e della credibilità acquisite negli anni. L’immagine di due professioniste messa a completa disposizione della Fondazione allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica e portare alla ribalta le problematiche, che spesso le donne-vittime si trovano ad affrontare da sole, attraverso un supporto psicologico ma anche legale. “Doppia Difesa è un impegno al quale io e Giulia Bongiorno teniamo moltissimo,” dichiara Michelle Hunziker, Presidente della Fondazione. “Attraverso il Centro A.P.E. intendiamo sensibilizzare le vittime di violenza e accompagnarle nel percorso di denuncia dei loro carnefici. Non bisogna mai sottovalutare lo stalking – che oggi è un reato perseguibile penalmente –, gli abusi, le violenze. Io stessa sono stata diverse volte vittima di persecutori e li ho sempre denunciati. Troppe donne subiscono in silenzio questo tormento. Per liberarsi dei persecutori è indispensabile fin dall’inizio la ‘doccia fredda’ della denuncia. Ma non è facile, e per questo bisogna sostenere le vittime tramite medici, psicologi e assistenti sociali; a volte, poi, sono necessarie anche la consulenza e l’assistenza legale. Attraverso l’attività che parte dal Pronto Soccorso e arriva al Centro A.P.E. cercheremo di dare il nostro contributo e sostenere gratuitamente le vittime di violenza e abusi nel difficile percorso di riabilitazione e denuncia”. Un percorso il cui primo passo, forse in assoluto più doloroso, è quello di aiutare le vittime ad abbandonare l’omertà, insieme alla sensazione di impotenza e tutti quei tipici stereotipi che troppo spesso impediscono la richiesta d’aiuto. Riappropriarsi, dunque, delle proprie risorse ed imparare ad utilizzarle, nella piena consapevolezza che la difficoltà principale da parte di chi subisce abusi è ancora oggi quella di accettare che riguardi proprio se stesse, la propria sfera, i propri affetti. Ma la violenza non ha confini, né nazioni; non conosce differenze socio-culturali e non risparmia nessun ceto: vittime ed aggressori figli di una stessa classe sociale, addirittura di uno stesso nucleo familiare o lavorativo. “L’importante è denunciare sempre, prendere coscienza della propria condizione di vittima e uscire dal silenzio. La violenza deve essere fermata subito, appena ha inizio e bisogna farlo sempre ricorrendo agli strumenti offerti dalla legge, rivolgendosi a persone competenti in grado di aiutarci: senza paura, senza vergogna, senza sentirsi in colpa, “ continua Michelle Hunziker che, riferendosi alla situazione che l’ha direttamente coinvolta, afferma “Io l’ho fatto, ho denunciato quando ancora non esisteva la legge sullo stalking. I poliziotti e i PM avevano le mani legate, mi dicevano che erano dispiaciuti ma non si poteva fare nulla, anche quando trovavano lo stalker sotto casa mia, la sera dopo averlo colto in flagranza di reato. E io, leggevo, studiavo i codici non riuscendo a credere che non si potesse fare nulla, che lo stalker potesse stare lì, seguitare a perseguitarmi. Allora ho deciso di chiamare la migliore penalista donna in circolazione, che in quel momento si stava occupando della legge sullo stalking. Nel nostro piccolo, anche noi, con Fondazione Doppia Difesa e il nostro impegno personale abbiamo contribuito a far diventare lo stalking un reato punibile penalmente”. Riconoscere di essere vittima di una situazione di violenza ed accettare i vissuti e le emozioni negative che ne derivano diventa un fondamentale punto di partenza, oltre che una grande opportunità, di confrontarsi con esperti in grado di indirizzare, di valorizzare le risorse individuali e di rendere la persona in grado di individuare strategie funzionali per fronteggiare non solo la situazione attuale, ma anche il proprio futuro. Un equipe di psicologi specializzati che accolgono ed ascoltano le molteplici richieste di supporto in itinere, valutandone gli aspetti, definendone le prospettive e gli collegamenti con le risorse del territorio d’appartenenza e delle istituzioni che vi operano.