Di Alessia Addari
“In quest’ultimo anno mi sono chiesto spesso dove noi tutti avessimo spostato il limite della tolleranza e dell’accettazione nei confronti della guerra. Oltre la nostra stessa immaginazione, credo. Per questo ritengo che sia ancora più necessario, anzi, indispensabile parlare di pace, lavorare con impegno per la pace. Venti di guerra sono giunti a un passo da noi, lambiscono le nostre coste, portano persone in difficoltà e situazioni di tensione in tutto il pianeta, non solo in Italia. Il mondo sta affrontando altre emergenze che si sono sommate ai “consueti” fronti di guerra, quelli ai quali siamo tristemente abituati. Guerre tra popoli, guerre per la libertà, l’indipendenza, per il rispetto, per la sopravvivenza, le risorse alimentari, l’acqua. Guerre per la vita. Una contraddizione in termini che ritengo davvero intollerabile, oggi più che mai. Il nostro compito di scienziati a servizio della pace con Science for Peace non si è fermato, anzi! Abbiamo coinvolto tante altre persone e personalità del Movimento, creato sinergie importanti, aperto strade di pace attraverso la scienza e la medicina in luoghi solo apparentemente lontani da noi. Science for Peace prosegue il difficile cammino verso questo straordinario obiettivo, ma i nostri sforzi non bastano, soprattutto adesso. Chiedo a tutti voi che, leggendo le mie parole, state dimostrando interesse nei confronti di Science for Peace, di far sentire la vostra voce, di partecipare al movimento e sostenerci con rinnovata energia. Noi non abbiamo mai perso le speranze. Ma abbiamo bisogno di tutti voi per trasformare le speranze in realtà concrete di pace. “
Umberto Veronesi
La pace è un bene troppo prezioso, un bene comune da preservare attraverso ogni risorsa a nostra disposizione. Dev’esser così per coloro che ci rappresentano, per noi cittadini comuni ed anche per il mondo scientifico, in grado di porsi al servizio del progresso dell’umanità per curarne gli interessi impellenti e concreti. Questa la finalità di Science for Peace, un grande progetto internazionale nato dalla volontà di Umberto Veronesi e creato per cercare e proporre nuove soluzioni scientifiche per il raggiungimento della pace nel pianeta. E proprio per spiegare i propri intenti, che l’Oncologo di fama internazionale e la sua Fondazione hanno riunito lo scorso Novembre a Milano eccellenti personalità, tra cui ben cinque Premi Nobel, in un dibattito intitolato “La scienza come strumento di coesistenza pacifica”. Quattro, essenzialmente, sono state le tematiche al centro di questa terza conferenza mondiale, dalle quali le eminenti rappresentanze hanno tratto scoperte rivoluzionarie, attraverso un processo di lavoro di creatività, intuito e continua sperimentazione per il superamento di qualsiasi ostacolo: Accesso all’acqua e al cibo, importanti risorse di sopravvivenza da sempre all’origine di accesi conflitti tra le popolazioni, ma anche un diritto inalienabile di ciascun uomo sulla terra. Un diritto sacrosanto da dover rispettare, soprattutto con l’aiuto di nuove soluzioni più innovative al fine di poter rimuovere gli ostacoli che impediscono un accesso paritario a tali risorse. Prevenzione e cura delle grandi malattie, intesa fondamentalmente come la possibilità di poter ricevere delle cure e guarire da patologie già debellate in altre parti del mondo. Così come il poter accedere liberamente a medicinali e tecniche innovative, obbligatoriamente dovute anche ai più deboli. Necessario in tal senso l’intervento della scienza, che si offre come portatrice di sapere e risorse mediche necessarie. Economia per la pace, riferito alla grande responsabilità, sia del mondo sia politico che di quello economico, nel sostegno di quei processi di pace, senza i quali povertà e disuguaglianze sociali non avranno mai fine. Diritti civili di ciascuno ed in ogni angolo della terra , da garantire e rispettare come segno di dignità attraverso la promozione di una cultura della non violenza in grado di salvaguardare l’umanità.
GLI OBIETTIVI DI SCIENCE FOR PEACE
1. Diffusione della cultura di pace e superamento di tensione tra gli Stati, allo scopo di poter far crescere una volontà di pace nei paesi del mondo, anche in quelli più coinvolti dalla guerra, soprattutto a partire dalle giovani generazioni. Per questo si è cominciato a lavorare a questo obiettivo avviando attività nelle scuole.
2. Riduzione degli ordini nucleari e delle spese militari a favore di maggiori investimenti in ricerca e sviluppo, con cui far comprendere ai governi l’importanza di ridurre gli investimenti militari. Basterebbe, infatti, solo una piccola parte di tali risorse per sostenere il lavoro di ricercatori e scienziati su progetti di utilità comune.