Ogni anno quasi 7 milioni di persone muoiono a causa dell’inquinamento: 3,6 milioni a causa di quello ambientale, e 3,3 milioni per quello indoor, ovvero quello che si sviluppa all’interno delle case, degli uffici e dei luoghi chiusi in genere. A riportare i dati è Pier Mannuccio Mannucci, direttore scientifico della Fondazione Ca’ Granda Policlinico di Milano, in un intervento al Congresso internazionale della Società europea di cardiologia in corso a Barcellona. Tra dati e studi scientifici per illustrare la grave situazione dell’inquinamento, l’esperto ha anche stilato un elenco di consigli utili per i cittadini, in modo che vivano in un ambiente il più possibile salutare e privo di inquinanti.
“Secondo il rapporto globale 2014 dell’Organizzazione mondiale della sanità – spiega Mannucci – l’inquinamento ambientale è anche responsabile di almeno 600mila morti premature, e incide sui costi per la salute fino a 940 miliardi di euro”. L’inquinamento indoor, in particolare, è il più insidioso, visto che “è il principale fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, preceduto solo dalla pressione alta e dal fumo di sigaretta. L’inquinamento dei luoghi chiusi, come fattore di rischio, supera persino l’abuso di alcol, l’avere un alto indice di massa corporea o il colesterolo alto, l’abuso di droghe, o il seguire un’alimentazione povera di verdure e frutta”.
Anche sul fronte dell’inquinamento atmosferico i pericoli sono ben presenti: “Le direttive europee fissano come soglia limite per il PM2,5, che sono polveri sottili capaci di arrivare fino in profondità nei polmoni, 25 microgrammi per millimetro cubo d’aria: ma le linee guida dell’Oms le fissano molto più in basso, a 10 microgrammi”. L’Agenzia americana per la protezione dell’ambiente (Epa) raccomanda un limite di 12 microgrammi: una soglia molto più simile a quella dell’Oms piuttosto che a quella europea, e che sottolinea “l’inadeguatezza dei limiti fissati per l’Europa”. Stesso discorso per il PM10, che colpisce le vie aeree superiori: in Europa la soglia tollerabile è 40 microgrammi, per l’Oms è la metà. “A guardare le soglie europee, il 31% della popolazione è esposta ai pericoli del PM2,5; ma seguendo la soglia dell’Oms, la popolazione esposta è pari al 96%”. Analogamente, per il PM10 il pericolo riguarda il 33% secondo la soglia europea, ma l’88% secondo i parametri Oms: “per questo – aggiunge Mannucci – l’Europa dovrebbe abbassare i suoi attuali limiti, fermi da diversi anni”.
Uno studio americano del 2009, continua l’esperto, ha dimostrato che ridurre il PM 2,5 nell’atmosfera di 10 microgrammi è associato a un aumento dell’aspettativa di vita di 0.77 anni. Inoltre, “nel 2013 la Commissione Europea ha stimato che basterebbe spendere 3,3 miliardi di euro nel mitigare l’inquinamento dell’aria perché questo si traduca in un risparmio annuale di almeno 40 miliardi, sia sociale che sanitario”.
Anche se a livello nazionale e internazionale sono le istituzioni a dover mettere in campo nuove strategie per la lotta all’inquinamento, ciascuna persona può seguire dei facili accorgimenti per contribuire a inquinare meno, così come per minimizzare i pericoli dell’inquinamento atmosferico e di quello indoor. Consigli che sono ancora più preziosi per chi soffre di patologie cardiovascolari, dato che le polveri sottili sono tra i principali fattori di rischio per queste patologie.
“Innanzitutto bisogna evitare di fare attività all’aria aperta nelle zone molto trafficate – spiega Mannucci – sopratutto nelle ore di punta. Bisogna preferire gli spostamenti a piedi o in bici, ma è utile cercare i percorsi meno inquinati, preferendo la mattina presto o la sera. Non bisogna fumare in casa e nemmeno in auto; le stanze dovrebbero essere areate negli orari in cui c’è poco traffico, avendo cura di rimuovere spesso polvere e sporcizia”. Ancora, per evitare l’inquinamento indoor sono sconsigliati “i profumi spray, così come i prodotti per la pulizia che contengono formaldeide”. Per proteggere al meglio i bambini piccoli “è importante portarli in giro nel marsupio piuttosto che nel passeggino, perché così si tengono lontani dallo strato più inquinato dell’aria, che si ferma più in basso. Infine, è importante insegnare loro a respirare col naso”, visto che le mucose nasali sono un efficace filtro per le polveri nocive dell’atmosfera.
“I cittadini hanno diritto ad un ambiente sano e salubre – conclude Mannucci – e con questi semplici accorgimenti si può limitare in qualche modo la propria personale esposizione all’inquinamento, almeno a breve termine. Per il lungo termine, invece, è importante che istituzioni e governi diano ascolto alla scienza, e mettano in atto tutte le misure utili per contenere al più presto gli inquinanti, dato anche il loro importante effetto nel peggiorare la nostra salute”.