Anche nel campo della chirurgia plastica estetica, purtroppo, non sempre è “buona la prima”. Il 16% degli interventi di chirurgia plastica estetica condotti nel corso del 2013, infatti, sono stati effettuati per mettere rimedio a errori provocati nel corso del primo intervento. Si tratta di quasi 38 mila operazioni, pari a un sesto di tutti gli interventi di chirurgia plastica estetica realizzati nello stesso anno. La notizia arriva da un’indagine svolta dall’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (Aicpe) secondo cui, per tornare sotto i ferri la seconda volta, il 31% dei pazienti si è rivolto allo stesso dottore da cui erano stati operati la prima volta, mentre la maggioranza (69%) ha preferito cambiare medico.
La mancata informazione del paziente è il motivo principale per cui ci si deve rioperare. Per evitare spiacevoli sorprese o disillusioni è fondamentale avvalorare – spiega il presidente di Aicpe, Mario Pelle Ceravolo – l’importanza del consenso informato, un documento che porta il paziente a conoscenza dei rischi e delle complicazioni inerenti l’operazione cui sta per sottoporsi. “Un consenso che spieghi esaustivamente i rischi di ogni intervento è una testimonianza di serietà da parte del chirurgo – spiega Pelle Ceravolo -. Quindi non uno sgravio di responsabilità, ma la testimonianza di aver accuratamente informato il paziente. Uno dei motivi più frequenti dell’insoddisfazione dei pazienti è proprio la mancanza di informazione da parte del medico. Spesso la delusione è la conseguenza più di un fraintendimento tra le parti che di incapacità tecnica o di errori chirurgici. Non sempre è facile capire e farsi capire, soprattutto quando si parla di estetica”.
Per i pazienti non soddisfatti la prima opzione è, solitamente, farsi rioperare dallo stesso medico: “Di solito è lo stesso chirurgo plastico a proporre un secondo intervento correttivo, generalmente a condizioni economicamente più vantaggiose di quanto farebbe un nuovo chirurgo – afferma il presidente Aicpe -. Se, per una serie di ragioni, si decide di non ricorrere allo stesso medico, è bene scegliere un professionista di maggiore esperienza, accertandosi sulla sua capacità nel gestire casi già operati, con il quale creare un nuovo rapporto di massima sincerità e fiducia. È necessario approfondire con il secondo chirurgo tutti gli argomenti relativi alla dinamica dell’insuccesso e alle aspettative del paziente. È infine consigliabile che il paziente autorizzi il secondo operatore a entrare in contatto con il primo per conoscere quello che è stato fatto e per avere altre informazioni che il paziente potrebbe non conoscere”.
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