I fili in pdo nella ristrutturazione del viso e del collo
Antonino De Pasquale, Luigi Di Rosa
Il desiderio di rallentare le lancette dell’orologio da parte di donne e uomini cresce di pari passo con la richiesta di tecniche soft, capaci di ricompattare e rassodare i tessuti cutanei senza stravolgere la fisionomia ed i lineamenti del volto ed a “impatto zero”.
L’essere appesi ad un filo è un espressione che viene utilizzata per dire che nutriamo deboli speranze, nel settore della medicina estetica questo concetto è stato rivoluzionato di recente dall’introduzione di fili riassorbibili in pdo che hanno la capacità di una efficace e duratura stimolazione del collagene in zone anatomiche particolarmente impegnative da trattare come il collo, l’interno delle braccia o l’interno delle cosce che appariranno più rassodate e ringiovanite. La tecnica dei fili è modulabile e senza effetti collaterali, ciò la rende particolarmente preziosa nelle aspettative del medico estetico poiché si affianca alle altre tecniche di bio stimolazione cutanea apportando, con zero effetti collaterali, una significativa rigenerazione dei tessuti molli per il permanente richiamo di liquidi nella zona trattata che si idrata e riacquista turgore. La presenza sul mercato di diverse misure di aghi e quindi di fili consente ai medici di intervenire come dei sarti, calibrando la richiesta di ogni paziente grazie all’opportuna dimensione e lunghezza del filo che è così in grado di agire su una zona più ampia di cute rispetto al singolo ponfo e di seguire i vettori di trazione delle linee di Langherans. Tipologia, quantità e posizionamento possono dare adito ad una serie di combinazioni che rispondono in maniera ottimale alle caratteristiche della persona; in più possono essere accoppiati con altre tecniche rivitalizzanti. I fili vengono inseriti appena sotto pelle senza necessità di alcuna anestesia, non sono visibili in trasparenza e non lasciano irregolarità della superficie cutanea; il trattamento richiede 20-30 minuti e non presenta complicanze intrinseche se non la possibile comparsa di piccole ecchimosi nel punto di ingresso dell’ago. I fili, realizzati in polidiossanone, materiale già ben conosciuto dai chirurghi per il suo utilizzo nei materiali di sutura riassorbibili in PDS, scompare nell’arco di 3 – 5 mesi, è assolutamente biocompatibile e oltre a stimolare la produzione di neo collagene agisce anche in maniera significativa sulla microcircolazione. L’effetto è dunque un maggiore richiamo di liquidi sottocute; il rassodamento provoca la distensione della pelle con conseguente scomparsa delle piccole pieghe cutanee dovute al rilassamento dei tessuti molli ed all’invecchiamento dei tessuti sottocutanei. L’effetto non è dovuto alla tensione o alla trazione dei fili ma alla loro stessa presenza. L’età media delle pazienti varia da 30 a 60 anni, questa metodica è molto richiesta anche dagli uomini che svolgono professioni per le quali è necessario relazionarsi con il pubblico immediatamente dopo il trattamento ed anche il minor impegno di tempo gioca un ruolo importante nella scelta di questa nuova metodica i cui effetti possono perdurare anche fino ad un anno ed oltre. I fili già da tempo utilizzati nei mercati orientali sono oggi approdati al mercato europeo nel quale hanno avuto subito un immediato successo; quelli che si riportano quindi sono le prime esperienze con questo tipo di presidi.