Direttore Responsabile
Cosa c’è di meglio della clamorosa vittoria di un evento sportivo, tra i più prestigiosi del pianeta, addirittura prima del suo inizio ufficiale? Chiamiamola pure “anticipazione”, che però ha tutta l’aria di contenere il vero spirito di una gara internazionale per eccellenza, quella dei Giochi Olimpici, in assoluto tra le più attese e seguite del pianeta. La storia a cui mi riferisco è quella di Oscar Pistorius, “the fastest thing on no legs”, un atleta che di forza, coraggio e tenacia sembra averne davvero da vendere, tanto da rivoluzionare i rigidissimi regolamenti delle prossime Olimpiadi, che fin’ora avevano impedito ad atleti paraplegici di gareggiare al pari di atleti olimpici. Il pluri campione sudafricano, amputato bilaterale, gareggerà infatti a Londra per la prima volta nella storia con le sue protesi al titanio, abbattendo ogni pregiudizio, che proprio il mondo dello sport dovrebbe per primo rifiutare. E questo secondo una filosofia imparziale, che premia meriti e capacità, infischiandosene di tutto il resto. Un monito che rimbalzando alle cronache del mondo ha suscitato orgoglio ed ammirazione, perché metaforicamente questa riscossa rappresenta in fondo un poderoso successo nella vita in sè…e non solo di Pistorius, ma in quella di tutti noi. Soprattutto se il messaggio positivo incarna alla perfezione quei valori e quegli ideali che all’interno di ogni nostro numero abbiamo cercato di comunicare, spesso attraverso testimonianze e storie di grandi protagonisti del panorama sportivo, che con grande caparbietà e sacrificio hanno conquistato classifiche, medaglie e prestigiosi riconoscimenti in nome di una “sana” e pura competizione, scevra da interessi economici, sociali, politici o di ogni altro genere. Perché è davvero bello, almeno per ciò che mi riguarda, farsi investire da questa immensa carica di energia, emozioni, entusiasmo e positività che spesso il solo sport riesce a trasmettere. Calcio, atletica, tennis o golf che sia “l’importante non è vincere ma partecipare”, come citava Le Coubertin proprio in occasione delle Olimpiadi del 1908. Dunque, che il grande spettacolo abbia inizio.