Le connessioni cerebrali aumentano e, di conseguenza, la mente diventa più flessibile e più efficiente
Imparare una nuova lingua modifica sia l’attività del cervello, sia la sua struttura. L’effetto, per di più, è valido a qualsiasi età. “Come nell’esercizio fisico, tanto più vengono utilizzate aree specifiche del cervello, tanto più cresce e diventa più forte”, spiega Ping Li, docente di psicologia, linguistica e scienze e tecnologie dell’informazione della Pennsylvania State University che insieme ai suoi collaboratori ha pubblicato sul Journal of Neurolinguistics i risultati delle sue ricerche sul tema.
Studiando mediante risonanza magnetica nucleare il cervello di 39 individui madrelingua inglese prima e dopo un periodo di 6 settimane durante il quale si sono cimentati nello studio del cinese, Li e collaboratori hanno scoperto che chi riusciva ad imparare meglio la nuova lingua era caratterizzato da connessioni cerebrali più forti già prima del periodo di studio. Ciò corrisponde a una maggiore flessibilità e a una migliore efficienza che rendono più semplice imparare una nuova lingua. Ma c’è di più. Infatti riuscire ad imparare il cinese migliorava le connessioni cerebrali dopo il periodo di studio.
Revisionando una serie di ricerche condotte in passato i ricercatori hanno ipotizzato che i cambiamenti funzionali corrispondano ai cambiamenti anatomici indotti nel cervello dall’apprendimento di una nuova lingua, indipendentemente dall’età alla quale viene studiata. “Una scoperta molto interessante – spiega Li – è che, rispetto a studi precedenti, il cervello è molto più plastico rispetto a quanto pensassimo. Possiamo osservare cambiamenti anatomici nel cervello [negli anziani], una notizia molto incoraggianti in tema di invecchiamento”. Secondo l’esperto imparare una nuova lingua potrebbe addirittura aiutare a invecchiare meglio.
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