a cura di Dottoressa Laura Di Marino, specialista in psicologia e psicoterapia
“Ho chiesto ad un bambino cosa fosse un disegno e lui mi ha risposto: un’idea con intorno una linea” B. Bozzetto
In età pre-linguistica il disegno è lo strumento espressivo utilizzato dal bambino. Lo sviluppo del grafismo infantile è dipendente dalla capacità di controllo della motricità della mano, dallo sviluppo della vista e dalla coordinazione occhiomano. Inoltre lo sviluppo del linguaggio influisce significativamente sulla produzione grafica, in quanto difficilmente il bambino disegna spontaneamente oggetti che non è in grado di denominare. Lo sviluppo del disegno infantile Intorno ai 18-20 mesi si hanno i primi tentativi grafici dei bambini ed i segni della matita, gli scarabocchi, sono caratterizzati dalla grande carica energetica che a questa età sovrasta di molto il limitato controllo motorio del bambino.
Intorno ai 2 anni il bambino si accorge che c’è un rapporto tra i suoi movimenti e i segni ottenuti e comincia a fare a suo piacimento linee verticali, orizzontali o circolari, l’intenzione di controllare il gesto è resa possibile dalla maturazione motoria e la matita viene mossa con movimenti guidati dallo sguardo.
Intorno ai 3 anni il bambino il bambino entra nella fase “dello scarabocchio a significato” ossia comincia a dare un nome al suo scarabocchio, gli attribuisce quindi dei significati disegnando non più per il solo piacere del movimento ma per rappresentare sensazioni interne vissute intensamente. E’ solo verso la fine del terzo anno di vita che i bambini iniziano a disegnare figure che assomigliano ad abbozzi di casa e di sole, tratteggiati seguendo il bordo del foglio.
Intorno ai 4 anni inizia la fase figurativa in cui gli scarabocchi acquistano organicità ed il loro significato è comprensibile anche all’adulto, emergono le prime schematiche figure umane.
Intorno ai 4 e i 5 anni il bambino disegna il primo abbozzo di tronco e spesso ci mette l’ombelico, superata questa fase l’omino è riconoscibilissimo e oltre agli occhi, al naso e alla bocca, c’è il tronco da cui spuntano le braccia e le gambe, per ultime compaiono le orecchie e l’occhio acquista il suo contorno portando nel centro il segno della pupilla. Il tronco si allunga e si allarga fino a diventare più ampio della testa, le gambe e le braccia sono bidimensionali e qualche volta appaiono cenni di vestiario, con l’omino quasi sempre rappresentato in posizione verticale.
Intorno ai 6 anni lo schema mentale che il bambino ha del proprio corpo è più completo e per questo l’omino si arricchisce del collo e di due mani al fondo delle braccia. Generalmente le bambine includono nei loro disegni un maggior numero di dettagli (riferiti sia alla persona che all’ambiente, come ad esempio fiori, giocattoli, animali) e la linea che rappresenta la terra, questa ambientazione che trasforma l’omino anonimo in un personaggio è indice di maturità e il fatto che le femmine la presentino in misura maggiore dei maschi è in relazione alla effettiva precocità delle bambine di questa età rispetto ai loro coetanei maschi. Inoltre è tipico di questo periodo l’”effetto trasparenza” ossia il bambino riporta ciò che per lui ha più importanza e significato. Se per lui sono importanti sia l’interno che l’esterno della casa li disegna entrambi.
Intorno agli 8 anni compaiono i primi elementi spaziali di tipo “euclideo”, cioè il rispetto delle dimensioni reciproche tra gli elementi rappresentati, delle distanze o della prospettiva.
Intorno ai 9 anni si manifesta la “fase della complessità” in cui il bambino diventa abile a raggruppare, categorizzare e ordinare secondo categorie logiche, riflettendo in seguito queste elaborazioni mentali nelle rappresentazioni grafiche con semplicità e spontaneità.
Dai 10 anni in avanti si manifestano graduali cambiamenti che testimoniano i progressi nella maturazione percettiva ed intellettiva e la rinnovata sensibilità nel rappresentare l’esperienza. Intorno agli undici anni si ha un ulteriore progresso nelle rappresentazioni: i particolari e le sfumature sono dominanti, si esprime una certa prospettiva e la tridimensionalità, avviene la personalizzazione delle figure umane caratterizzandone l’espressione del viso e le caratteristiche sessuali, c’è la morbidezza delle linee per mostrare particolari oggetti e/o avvenimenti, e poi l’emergere dello spirito critico e quindi una risultante Immagine che tiene conto del mondo affettivo ed emotivo ormai evoluto del ragazzino.
Come osservare un disegno
L’attenta analisi del disegno infantile può dunque fornire un aiuto importante nella ricerca degli indicatori emotivi del bambino. Nell’esaminare un disegno infantile bisogna prima di tutto tenere conto dell’ambiente socio-culturale in cui il bambino è cresciuto, del grado di sviluppo della sua tecnica grafica e del fatto che, fino all’età di cinque-sei anni, egli è portato a raffigurare le cose non per come le vede ma per come le conosce (realismo intellettuale). Una complessa simbologia indica in quali elementi grafici si possono ricercare le tracce di un disagio, di un malessere o forse solo di un carattere difficile: dal modo in cui il bambino occupa lo spazio nel foglio (che esprime le relazioni tra soggetto e ambiente circostante) alla qualità del tracciato delle linee e dei segni. Se il disegno ad esempio tende ad espandersi sul foglio il bambino dimostra di essere intelligente, vivace, portato all’iniziativa e all’entusiasmo. Se al contrario viene usata soltanto una piccola parte dello spazio, il bambino mostra paura, mancanza di sicurezza. Un disegno concentrato nella parte bassa del foglio denota senso pratico; se invece occupa la parte alta, sarà indice di un soggetto dall’intelligenza fantasiosa, ma timido e con la testa fra le nuvole. Ci sono poi altri particolari che possono fornire importanti informazioni: l’orientamento degli elementi grafici verso la parte sinistra del foglio indica la ricerca della protezione materna, ma anche malinconia e introversione; verso destra, rappresenta fiducia nel futuro e un maggiore legame con il padre; le figure piccole rappresentano intelligenza acuta, attenta ai particolari, quelle grandi un’intelligenza più intuitiva e sommaria. Se le figure rappresentate sono chiare e ben definite, il bambino è ubbidiente e tranquillo, se incompiute, è capriccioso ed impulsivo.