Il fenomeno della mobilità sanitaria passiva risulta un argomento piuttosto complesso se si tiene conto che non esiste una vera e propria definizione del termine stesso. Si parla infatti di “turismo” sanitario o di mobilità ma entrambi non possono esprimerne a pieno il vero significato e le implicazioni conseguenti.
La mobilità sanitaria assume rilevanza non solo nel caso dei bilanci e della distribuzione delle risorse, ma anche per l’opportunità di ripensare l’offerta e riprogettare la rete di assistenza in termini di qualità.
In riferimento ai dati relativi alla mobilità sanitaria in Campania, diffusi dalla Fondazione Gimbe, ed alle ricadute economiche conseguenti all’effettuazione di cure e controlli fuori regione, la Struttura Commissariale alla Sanità precisa che in questi 5 anni sono stati risparmiati oltre 20 milioni di euro, per effetto di una consistente riduzione di ricoveri fuori regione, e dell’incremento degli stessi in Campania.
Alla base di una organizzazione sanitaria efficiente ed efficace non vi è solamente la gestione della patologia acuta, ma sempre di più la gestione della cronicità, vera sfida per la sanità futura dei paesi europei, Italia compresa.
Le malattie cronico-degenerative sono i fattori determinanti della cronicità. Ecco perché, a fianco della gestione delle acuzie con i problemi di mobilità conseguenti, il primo summit mediterraneo affronterà le problematiche clinico assistenziali delle principali malattie degenerative, in primis quelle oncologiche e neurologiche, per focalizzarne i problemi, le soluzioni e le eventuali caratteristiche caratterizzanti le aree mediterranee delle regioni meridionali.
11-12 febbraio p.v. dalle ore 14 presso il Grand Hotel Oriente
Via Armando Diaz 44 – Napoli