a cura di Lavinia Barone e Minh Anh Nguyen
I bambini amano disegnare, riportano sul foglio tutto ciò che sentono e osservano del proprio ambiente. Parte di queste informazioni sono preservate nella memoria dei genitori e parte è dimenticata. Il disegno dei bambini parla ed esprime contenuti profondi della mente infantile, un messaggio che risulta non esprimibile a parole, anche nel dialogo più intimo e aperto. La difficoltà sta nel fatto che l’informazione contenuta in questo messaggio è, in linguaggio tecnico, espressa in un codice, cioè “codificata”, e dobbiamo perciò essere in grado di trovare gli strumenti adatti per “leggerla”. Gli psicologi dello sviluppo, che utilizzano il disegno nella loro strumentazione per comprendere e valutare la mente infantile, sono i referenti per questo tipo di compito, ma è importante che anche e soprattutto il genitore sia attento e sensibile e cerchi di ravvisare nel lavoro creativo del proprio figlio i significati emotivi per rilevare sentimenti ed emozioni o cogliere tensioni non esplicitamente espresse. Dal punto di vista della psicodiagnostica dell’età evolutiva il disegno è una delle fonti più accurate e attendibili di informazione; rappresenta infatti il modo più spontaneo e naturale che i bambini possiedono per esprimere la realtà e loro stessi, soprattutto quando sono piccoli. Un’autorevole fonte della psicologia infantile, Lev Vygotsky, padre della scuola storico-culturale, già nel 1925 affermava che: “il disegno rappresenta la principale forma di creatività dei bambini, soprattutto in età precoce”. Attraverso il disegno il piccolo trova un mezzo per esprimere qualcosa che, per i limiti dovuti all’età, non potrebbe esprimere con il mezzo verbale. Attraverso il disegno proibizioni e restrizioni vengono dimenticate e il bambino trova in quel momento espressivo la sua libertà. Comprendere il disegno, nei suoi elementi di forma e colore, rappresenta perciò uno strumento elettivo per indagare le caratteristiche dello sviluppo cognitivo ed emotivo del bambino. Cosa ci dice del bambino con il modo in cui usa il colore? Da tempo la psicologia studia in che modo i contenuti pittorici infantili rappresentino un prodotto che va oltre le competenze percettive e motorie implicate nell’esecuzione grafica. Sia la grandezza che la disposizione spaziale dei contenuti del disegno risultano essere influenzati profondamente e sistematicamente dall’esperienza soggettiva ed emotiva del bambino. Il colore è una risorsa fondamentale per esprimere le emozioni collegate a determinati contenuti espressi nel disegno, la sua scelta è determinata dal vissuto infantile nei confronti di uno specifico contenuto espresso dal disegno così, al di là delle dimensioni e della disposizione spaziale degli oggetti o personaggi, l’uso del colore è espressione della qualità emotiva che il bambino associa a determinati contenuti, comunicando in tal modo i propri sentimenti, conflitti e difficoltà. I bambini mostrano preferenze per i colori? La risposta a questa domanda è sì. Ci si è sempre preoccupati di approfondire se e come i bambini scelgano un colore anziché un altro e la tabella sotto riportata riassume la preferenza per i colori nell’infanzia secondo gli studi classici: I risultati ci indicano che il rosso è il colore preferito, con 8 lavori che lo segnalano in questa posizione e gli altri che lo collocano comunque non sotto alla quarta preferenza. Se consideriamo che si tratta di studi molto ampi e condotti a livello transculturale, laffidabilità di questo dato è evidente. Il secondo colore scelto è il giallo, anchesso con posizioni non inferiori alla quarta. Rosso e giallo sono i colori “attivi”. Blu e verde – i colori a onde corte dello spettro – vengono dopo nelle scelte infantili, così come arancio e viola. I bambini in età pre-scolare e nei primi anni della scolarità primaria usino principalmente nei loro disegni colori “chiari brillanti e puliti” facendone il più delle volte un uso irrealistico e non imitativo, utilizzando ad esempio il giallo per disegnare arei, alberi etc., i colori scuri o cupi vengono usati (soprattutto sotto i 5 anni) tendenzialmente nei casi in cui il disegno rappresenta qualcosa che il bambino non ama o che trova spiacevole. Se si chiede al bambino di disegnare qualcosa che gli piace di norma quindi la preferenza va su colori chiari e brillanti, indipendentemente dal paese di appartenenza e dalla corrispondenza realistica con i temi rappresentati. Da alcuni anni è attivo un dibattito sul ruolo delle differenze di genere nella preferenza del colore: se, infatti, indipendentemente dal genere, in età prescolare i bambini si orientano per una preferenza dei colori brillanti, è nelle bambine che prevale la preferenza di colori quali il viola. Nella scelta del colore il bambino non usa preferibilmente un criterio realistico, quanto piuttosto le sue impressioni soggettive e le sue preferenze, privilegiando i colori caldi e brillanti. è interessante notare che l’impatto del rosso del giallo o di altri colori chiari non ha di norma sui bambini un effetto di eccessivo stimolo o di irritazione, bensì li aiuta a sentirsi a loro agio e a volte anche a calmarli. Non è un caso che il fondatore della scuola steineriana Waldorf Rudof Steiner consigliasse agli insegnanti di utilizzare il rosso per calmare i bambini di 3 o 4 anni. Questi dati ci dicono che il sistema nervoso di un bambino sano psicologicamente richiede in maniera fisiologica un apporto energetico dalla parte dello spettro a onda lunga: i colori chiari e brillanti influenzano e alimentano in maniera essenziale il sistema nervoso centrale infantile; i colori sono in questo senso per il cervello l’equivalente delle vitamine per il corpo e la situazione di avitaminosi prodotta dai colori scuri si esprime nella difficoltà a convivere con il buio, le stanze scure e la mancanza dellimpatto del colore sul cervello mostrata dai bambini. Bambini con difficoltà psicologiche usano gli stessi colori dei bambini con sviluppo tipico? Mentre i bambini con sviluppo normativo scelgono e usano tutti i colori eccetto il bianco e il nero, i bambini con sintomi ansioso-depressivi presentano loro specificità rispetto alle rappresentazione della famiglia, non usano i colori ma prediligono il bianco e il nero, con l’aggiunta a volte del colore marrone. I bambini psicotici mostrano paure apparentemente immotivate nei confronti dei colori, mentre quelli con disabilità intellettive possono mostrarsi apatici e non interessati ad essi. Tutti i bambini quando esprimono un’immagine di sé deteriorata usano, nelle loro rappresentazioni pittoriche, i colori che meno amano, la scelta del colore nel disegno infantile è in gran parte determinata dal tema che si vuole rappresentare, ciò significa che la scelta del colore esprime qualcosa di se stessi. Da questa prospettiva i bambini con disturbi emotivi o comportamentali possono scegliere, per rappresentare l’immagine di se stessi, proprio quei colori che meno loro piacciono, a testimonianza della scarsa auto-stima che li contraddistingue. In conclusione, il colore utilizzato nel disegno dai bambini rappresenta una delle fonti principali per comprenderne alcune caratteristiche di funzionamento psicologico; ci può aiutare a capire l’atteggiamento die nostri figli nei confronti di specifiche tematiche o la qualità della salute e del benessere mentale. è quindi un elemento chiave noi adulti per interpretare ma anche stimolare i piccoli e farli crescere nel miglio modo possibile.