“Quando la caduta dei capelli è causata da una patologia sistemica, trattando la causa si ha anche la risoluzione del problema, spiega Antonino Di Pietro, Direttore dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis. Questa osservazione ci ha convinti dell’opportunità di avviare nel mese di aprile, presso il nostro Istituto all’interno della Clinica Sant’Ambrogio di Milano, uno studio osservazionale sulla caduta dei capelli nelle giovani donne per approfondire le cause di questo problema, a tutte verrà eseguita una epiluminescenza oltre ad altri accertamenti che si riterranno necessari. La buona notizia infatti è che in oltre un caso su tre è possibile frenare la caduta dei capelli già solo scoprendone le cause. Una perdita di capelli consistente può essere un segnale circa lo stato di salute della persona ma anche essere espressione di una patologia in corso: da uno studio compiuto dalla mia equipe risulta che in 4 pazienti su 10 la caduta dei capelli è dovuta a patologie in altri organi. Troppo spesso, la perdita della chioma viene percepita solo come un problema estetico, soprattutto nelle donne, che temono gli effetti sulla loro femminilità, sottovalutando quello che di utile può segnalare. Il fenomeno quindi dovrebbe essere analizzato per arrivare a una diagnosi e trattato il più precocemente possibile, dato che alcuni processi si possono rallentare o persino arrestare del tutto se agiamo in tempo”.
“Prima di iniziare qualsiasi trattamento è importante avere la certezza di aver individuato la causa che porta alla caduta dei capelli, prosegue Roberto Castello, Endocrinologo, Past President AME, Associazione Medici Endocrinologi. Le cause possono essere molteplici, come cattiva alimentazione, effetto collaterale di alcuni farmaci, carenza di ferro, stress e ansia o squilibri ormonali che possono manifestarsi a qualunque età per entrambi i sessi anche se si rileva una maggiore predisposizione per quello femminile. Ad esempio dopo una gravidanza si assiste a un’ aumentata perdita di capelli dovuta a un calo degli ormoni estrogeni; è una condizione che solitamente si risolve spontaneamente nel giro di un anno dal parto. Anche le donne che decidono di smettere un contraccettivo orale hanno lo stesso problema, che ugualmente si risolve dopo qualche mese. La perdita di estrogeni durante la menopausa può provocare la perdita della massa capillare. Un’altra causa è riconducibile a problemi alla tiroide, dove l’ipotiroidismo porta ad un diradamento dei capelli nell’area proprio sopra la fronte. Un’alopecia particolare è quella androgenetica che interessa adolescenti o giovani donne affette dalla sindrome dell’ovaio policistico. In tutti questi casi è indispensabile eseguire un profilo ormonale specifico. Altre volte la caduta dei capelli si presenta a chiazze, tipica dell’alopecia areata, che è una malattia autoimmune”, conclude Castello.
“Per iniziare il miglior trattamento e avere dei risultati duraturi è importante rivolgersi ad un dermatologo esperto per una visita accurata e con tecnologie mediche all’avanguardia. Durante la visita tricologica si valuta lo stato dei capelli e del cuoio capelluto, delle unghie e della distribuzione dei peli sul corpo; in particolare si esamina il cuoio capelluto con la tecnica dell’epiluminescenza che consente di avere un dettaglio della qualità e della quantità dei capelli non ottenibile a occhio nudo, nonché di individuare eventuali irritazioni e dermatiti del cuoio capelluto. Una volta definito il problema si mettono a punto le terapie ad esempio per correggere lo stato ormonale o integrare con prodotti specifici un’eventuale carenza alimentare; spesso si associano terapie locali come lozioni o maschere calibrate sulla necessità del paziente. Presso l’Istituto Dermoclinico infine potranno essere effettuate cure anticaduta con l’elettroforesi” conclude Di Pietro. (www.istitutodermoclinico.com)