Come la storia del genere umano è segnata da un ciclo eterno di alternanza tra periodi propizi (le cosiddette età dell’oro) e periodi di decadenza, così lo stato di salute della pelle è soggetto alla ciclicità delle stagioni che possono risultare più o meno favorevoli alla cura di alcune patologie cutanee. Vi sono, infatti, stagioni che coadiuvano il benessere della pelle e altre che lo danneggiano.
“In generale durante i mesi invernali l’epidermide sembra soffrire maggiormente”, dichiara la Prof.ssa Gabriella Fabbrocini, docente di dermatologia e venereologia presso l’Università di Napoli “Federico II”, che prosegue: “L’atmosfera si carica, infatti, di particelle dannose che possono depositarsi nello strato superficiale della pelle, indebolendo i sistemi naturali di protezione, coinvolti nei meccanismi di difesa della pelle, quali il film idrolipidico e lo strato corneo”.
Nello specifico, il freddo può essere estremamente dannoso per i soggetti affetti da psoriasi, una patologia che sembra acuirsi proprio con le rigide temperature. La Prof.ssa Fabbrocini precisa: “L’inverno, infatti, è il momento propizio per l’insorgere delle fastidiose squame bianche a gomiti, ginocchia e cuoio capelluto e che, mano a mano, possono ricoprire tutto il corpo”. Un monito particolare va anche ai pazienti affetti da rosacea, una patologia che risente maggiormente dei fattori ambientali. “È consigliabile durante i mesi invernali evitare il brusco passaggio da ambienti riscaldati interni a rigide temperature esterne. Gli sbalzi di temperatura, infatti, stimolano il vasospasmo e, così, la comparsa del tipico ‘flushing’, ossia l’arrossamento cutaneo associato a una sensazione di calore e di bruciore”, suggerisce la dermatologa.
Con la fine dell’inverno e l’arrivo dei primi tepori primaverili si incominciano a scoprire i primi centimetri di pelle che, essendo rimasti più o meno accuratamente nascosti da spessi strati di vestiti durante la lunga stagione invernale, risultano ora più sensibili. La Prof.ssa Fabbrocini avverte: “I primi giorni di primavera si accompagnano, però, a improvvisi sbalzi di temperatura, notevoli escursioni termiche che mettono a dura prova l’idratazione cutanea, danneggiando soprattutto i soggetti già affetti da couperose, aumentandone l’iperattività vasomotoria”. Chi non soffre di questa patologia può allora restare tranquillo? Niente affatto. Precisa la dermatologa: “Il cambio del clima è per tutti dannoso, perché la pelle rallenta fisiologicamente i cicli vitali, si rinnova più lentamente e appare più secca”.
E con l’arrivo dell’estate? “La stagione estiva può risultare benefica per certe malattie della pelle, quali ad esempio l’acne: i raggi ultravioletti hanno, infatti, un’azione disinfettante e la pelle abbronzata nasconde sicuramente meglio questo inestetismo”, dichiara la Fabbrocini. È meglio però non abbassare mai la guardia, il pericolo è sempre in agguato; infatti l’uso improprio di solari non adatti e l’ispessimento della pelle dovuta ai raggi UV possono addirittura indurre a un peggioramento del quadro clinico al ritorno dalle vacanze. “Non si trascuri il fatto che il periodo estivo è inoltre particolarmente rischioso per le persone con pelle delicata e sensibile, maggiormente soggetta a ustioni e scottature. È bene, inoltre, prestare sempre attenzione anche ai raggi indiretti del sole, che possono penetrare attraverso il vetro, le nuvole, l’acqua e i vestiti”, conclude la docente.
Non va trascurata poi la pericolosità di certi agenti atmosferici, come il vento e la pioggia, che non sono legati a una stagionalità precisa, ma costituiscono un pericolo per l’epidermide durante tutto l’arco dell’anno. Quando si parla di cambiamenti del clima, infine, si può fare anche riferimento a un quadro più ampio da iscriversi nell’idea di global warming o, all’italiana, di riscaldamento globale. Precisa la dermatologa Fabbrocini: “Le variazioni della potenza dei raggi solari, l’aumento della temperatura e la variazione della frequenza delle precipitazioni possono portare a cambiamenti nella distribuzione geografica di alcune malattie infettive, aumentando così la loro diffusione a livello mondiale”. Come difendersi dunque da minacce di tale portata allarmistica e apocalittica? “Gli accorgimenti da seguire per vivere con serenità i cambiamenti climatici e stagionali sono semplici. Da un lato utilizzare un’adeguata fotoprotezione durante i periodi estivi, dall’altro proteggersi dal freddo, non solo con appositi indumenti, ma anche con creme-barriera, prodotti idratanti e nutrienti, senza trascurare di rivolgersi allo specialista per affrontare al meglio le malattie cutanee”, conclude la Prof.ssa Fabbrocini.