Da diversi anni è pratica comune utilizzare lo iodio radioattivo come trattamento postoperatorio per pazienti con cancro alla tiroide. Uno studio recente riapre, però, il dibattito sulla valutazione dei benfici rispetto ai rischi di sviluppo di nuove malignità, in conseguenza al trattamento. La pubblicazione aggiunge una nuova evidenza, secondo la quale i pazienti che hanno ricevuto questo trattamento incorrono in rischi più elevati di sviuppare un nuovo cancro secondario. I risultati apparsi sulla rivista Cancer a Marzo 2011e basati sull’analisi di dati computerizzati in dotazione al National Cancer Institute americano, documentano il basso rischio (18%) di recidiva di cancro primario, ed al contempo un rischio più elevato di sviluppo di malignità in altri organi, con un aumento di 4 volte per il cancro alle ghiandole salivari, ed una minaccia raddoppiata di cancro ai reni e di insorgenza di leucemia, con evidenza di maggior pericolo per pazienti al di sotto di 45 anni. L’approccio verso questa terapia si sta quindi modificando per i pazienti di tumore alla tiroide a basso rischio.