Città di Castello: tutto parte da lì, da una piccola frazione in provincia di Perugia dove è vissuta fino al suo trasferimento in Francia e da dove tutto sembra aver inizio. Sognatrice ed ambiziosa, lavora come modella per pagarsi gli studi presso la facoltà di giurisprudenza, ma la passerella diventa una passione irrefrenabile, difficile da dividere.
Da lì, in breve tempo, il successo ed il salto ai vertici della moda e del cinema internazionale, che la consacreranno icona di fascino ed “ambasciatrice” della bellezza italiana nel mondo. Un’incredibile ascesa professionale quella dell’incantevole creatura cosmopolita, che nel corso di questi anni ha saputo stregare ed affascinare fotografi e registi di illustre fama, costruendo un suo percorso artistico, ma anche umano, di elevatissimo spessore. Una strepitosa collezione di successi, che spazia da un ricco ed invidiabile Palma Res ad un felice ed appagante equilibrio affettivo e familiare, lo stesso che fa del suo matrimonio uno dei più ammirati del jet set. Una diva sì, ma prima di tutto una donna, che ha conservato la stessa naturalezza e genuinità dei suoi esordi, senza che lo star system ne abbia mai contaminato la vera essenza. Un’essenza assai cercata e poi trovata nella felicità pura, nel grande amore per la famiglia, nel rapporto speciale con le figlie e nell’immensa passione per il lavoro.
Ammirata ed acclamata in ogni angolo del pianeta, emblema di stile ed inimitabile bellezza. Come ha vissuto e vive tutt’oggi questa consapevolezza?
Devo dire che purtroppo nel mio lavoro di consapevolezza non ce n’è alcuna.
Da Città di Castello ad Holliwood: un percorso professionale intenso, fatto di studio e sacrificio, passando dalla moda al cinema senza mai perdere di vista l’obiettivo. Ci racconti un po’ di questi anni.
Sono stati anni meravigliosi, ma a volte difficili. La moda prima e il cinema poi mi avevano offerto delle opportunità fantastiche. Ma ero iscritta all’università, a Legge, e le altre mie amiche erano ormai tutte laureate. Ero piena di ansie, di insicurezze. Facevo il lavoro dei miei sogni, ma non sapevo che garanzie mi avrebbe potuto dare, che cosa ne sarebbe stato di me.
Dal ‘99 sposata con Vincent Cassel, si racconta della sua come una delle ormai pochissime unioni solide dello star system. Quale pensa sia l’elemento indispensabile per un matrimonio longevo?
Non credo nelle strategie, secondo me le relazioni durano finché devono durare. Il rapporto tra due persone non è immobile, cambia la relazione, cambiamo noi e nessuno può sapere come andrà a finire. Per me l’unico amore eterno e indelebile è quello per i figli.
Due figlie, Deva e Lèonie, che ama tenere quanto più possibile accanto, anche in occasione dei suoi frequenti viaggi. Com’è il rapporto con loro e come le immagina tra qualche anno?
Ho un rapporto meraviglioso con le mie figlie e cerco sempre di organizzare i miei impegni e viaggi di lavoro anche in funzione loro, perché hanno bisogno di me. E cerco sempre di essere molto attenta e presente: so quanto l’amore ricevuto nella prima parte della vita ti resta per sempre. Essere amati da bambini ti aiuta a superare i tradimenti che inevitabilmente vivrai da grande. Io sono stata molto amata e non lo dimentico mai. Per questo mi tengo vicine le mie figlie.
Ha più volte evidenziato quanto le due maternità l’abbiano resa una donna diversa, più realizzata e sicura si sé. Chi è oggi Monica Bellucci?
Oggi mi sento più completa e so di essere una persona fortunata. Ho avuto così tante belle cose in questi anni: le mie figlie, l’amore, un lavoro che mi appassiona.
“Smettiamo di credere ad una perfezione che non esiste,di avere paura della rughetta. Invecchiare non dev’essere un tabù”. Questo è ciò che dichiarava qualche tempo fa in un suo appello alle donne. Lei come sta vivendo questa fase di transizione?
Mi gusto la vita per quello che mi sta dando e posso dire addio alla giovinezza senza rimpianti. Il segreto credo stia nell’abbandonarsi a quello che la vita ti propone, giorno dopo giorno.
Nonostante il fitto contesto di impegni familiari e professionali, assidua e puntuale risulta la sua dedizione in ambito sociale nei confronti dell’A.G.O.P., (Associazione Genitori Oncologia Pediatrica). Com’è avvenuto il vostro incontro?
L’incontro con l’associazione è avvenuto mentre mio padre era in degenza in ospedale e da quel momento è iniziato un rapporto che dura fino ad oggi. Sempre più alto il numero di bambini che, grazie a cure mirate ed ultimi ritrovati in ambito farmaceutico, riescono a sconfiggere il tumore, nonostante lunghe degenze ed iter terapeutici spesso delicati e complessi.
Secondo la sua esperienza, in che modo poter alleviare il disagio psicologico che coinvolge i piccoli e le loro famiglie durante questo difficile percorso?
Conosco tantissimi medici, infermieri ed operatori sanitari che svolgono il proprio lavoro con passione e professionalità, ma soprattutto con sensibilità e grande umanità. Hanno un’incredibile capacità di donare se stessi agli altri. Ed è fondamentale che i bambini e le loro famiglie non si sentano soli. L’empatia, la vicinanza e la solidarietà infondono coraggio. Accostarsi alla sofferenza altrui spinge sovente a riflettere e guardare con occhi diversi se stessi e ed il proprio mondo.
In lei cos’è cambiato da questa esperienza?
E’ un’esperienza che aiuta a guardare le cose da un altro punto di vista e a restare focalizzati su quello che davvero conta nella vita.
A.G.O.P: dove l’amore è di casa.
Un’Associazione che fa dei piccoli malati il proprio fulcro, e del loro benessere il più ambito traguardo. Costituita nel 1977 da genitori di bambini malati di tumore e leucemia in cura presso la Divisione di Oncologia Pediatrica del Policlinico A. Gemelli, l’Associazione Genitori Oncologia Pediatrica (A.G.O.P. Onlus) si pone ad oggi come fondamentale obiettivo quello di ottenere una guarigione completa e definitiva dei piccoli degenti, non accontentandosi del solo prolungamento della loro sopravvivenza. Una finalità di estrema importanza oltre che un diverso approccio alla patologia, possibili da applicare, però, solo con l’impiego di programmi terapeutici intensivi, di personale medico altamente qualificato e di strutture in grado di garantire le più moderne metodiche. Un percorso terapeutico (da 1 a 5 anni), estremamente lungo e difficile, che inevitabilmente crea nel bambino e nella sua famiglia un forte impatto psicologico e sociale, richiedendo supporti di solito non previsti dalle strutture sanitarie.
Obiettivi
– Contribuire alla realizzazione di un’assistenza globale aperta ai problemi sociali e psicologici del bambino malato e della sua famiglia.
– Promuovere la ricerca e la realizzazione di terapie sempre più innovative nel campo dell’Oncologia Pediatrica.
– Stimolare e favorire iniziative atte a migliorare e a sviluppare gli aspetti tecnici, organizzativi e sociali dell’Oncologia Pediatrica.
– Favorire l’aggiornamento continuo dei medici e del personale infermieristico mediante collegamenti con centri internazionali, congressi e borse di studio.
– Sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni a promuovere un’informazione corretta in Oncologia Pediatrica.
– Favorire l’accesso alle cure per tutti i bambini considerando che soltanto il 30% della popolazione infantile affetta da tumore riesce a curarsi.
– Realizzare una struttura residenziale protetta, modello di assistenza integrata per i bambini e le loro famiglie: La Casa a Colori.
Attività
Oggi sempre più bambini guariscono di tumore: i farmaci di ultima generazione e le terapie ad alte dosi necessitano, però, di ricoveri più lunghi e di frequenti controlli in regime di day hospital. Inoltre sempre più numerosi sono i bambini che dall’estero arrivano in Italia per curarsi: in entrambi i casi le associazioni di volontariato sono chiamate ad avere un ruolo fondamentale offrendo supporti alloggiativi e psico-sociali che rappresentano un aiuto fondamentale durante tutto l’iter terapeutico.
Da oltre trent’anni l’A.G.O.P. assicura:
– assistenza globale quotidiana ai bambini in cura presso la Divisione di Oncologia Pediatrica del Policlinico Gemelli di Roma e alle loro famiglie;
– ospitalità gratuita a circa 300 nuclei familiari ogni anno in 4 case di accoglienza prese in affitto nei pressi del Policlinico;
– sostegno economico;
– formazione per il personale medico, infermieristico e per i volontari, in Italia e all’estero, anche mediante collegamenti con centri internazionali;
– agevolazione per i trasporti attraverso una convenzione con il servizio taxi e l’utilizzo di un pulmino per gli spostamenti e le uscite ricreative;
– gite e periodi di permanenza in centri estivi;
– acquisto di attrezzature scientifiche e macchinari.
In particolare:
– all’interno della Divisione di Oncologia Pediatrica cura lo creazione di spazi che richiamano l’ambiente familiare, con l’acquisto di mobili, giocattoli, libri, elettrodomestici;
– attraverso un servizio di Assistenza Sociale e in collaborazione con le Istituzioni, favorisce l’attivazione dei servizi territoriali necessari;
– supporta l’équipe medica della Divisione nei progetti di ricerca clinica e di base;
– finanzia corsi di Psico-Oncologia per il personale specializzato e per i volontari; §
– attraverso un servizio di Volontariato Domiciliare, garantisce attività ludiche per i bambini e attività di supporto per le famiglie;
– organizza momenti di svago e di gioco, feste in Ospedale, spettacoli cinematografici e teatrali, incontri sportivi e vacanze;
LA CASA A COLORI
Obiettivo essenziale per chi, come l’A.G.O.P., opera nell’ambito dell’Oncologia Pediatrica è ottenere una guarigione globale che consideri anche gli aspetti psicologici e sociali del bambino in cura e della famiglia. Ciò è possibile solo attraverso una cura che preveda terapie di supporto da seguire fuori dall’ospedale, in un contesto il più possibile affettuoso e familiare. Ed è proprio in quest’ottica che si sviluppa il progetto de “La Casa a Colori”, un alloggio di circa 1.600 mq comprendente tutte le infrastrutture necessarie per l’accoglienza, la cura, la riabilitazione, il gioco, l’incontro. All’interno sono previsti: • miniappartamenti per un totale di 66 posti letto, sala pranzo con cucina in comune, ambulatori, centro di riabilitazione, ludoteca, biblioteca, sala conferenze, sala multimediale, ecc. All’esterno saranno realizzati: • un giardino per il gioco e un giardino bioenergetico, fonte di carica vitale.