Le persone affette da diabete in tutto il mondo sono oltre 400 milioni, mentre erano circa 100 milioni nel 1980. Una drastica crescita che ha fatto lievitare anche i costi di questa patologia giunti a 825 miliardi di dollari l’anno. Sono questi i dati emersi da uno studio, il primo del genere, il più ampio mai condotto sul diabete a livello mondiale, dai ricercatori dell’Imperial College di Londra, in collaborazione con la School of Public Health di Harvard, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e molti enti di ricerca fra cui l’Istituto Superiore di Sanità, per un totale di oltre 500 ricercatori coinvolti. L’ISS, in particolare, ha fornito gran parte dei dati italiani raccolti a livello nazionale dal 1998 al 2002 e dal 2008 al 2012, oltre ad altre indagini compiute negli anni Ottanta e Novanta.
Lo studio, pubblicato sulla rivista The Lancet, ha analizzato i dati di 751 studi di popolazione, condotti tra il 1980 e 2014, coinvolgendo 4.4 milioni di adulti di età superiore a 18 anni, uomini e donne, di 146 Paesi, ottenendo delle mappe interattive in grado di confrontare i dati tra Paesi.
Gli studiosi hanno dimostrato che negli ultimi 35 anni il numero di soggetti affetti da diabete è quadruplicato passando da 108 milioni nel 1980 a 422 milioni nel 2014; tale aumento è da attribuire all’incremento della popolazione mondiale, all’invecchiamento e al diffondersi di stili di vita non salutari, che hanno portato all’aumento dell’obesità. In particolare, la prevalenza di uomini diabetici è raddoppiata – nel 1980 era il 4.3% della popolazione mondiale, nel 2014 il 9% – e le donne diabetiche sono passate dal 5% al 7.9% nello stesso arco temporale. Se questo andamento continuerà nel 2025 avremo oltre 700 milioni di diabetici e la bancarotta per molti sistemi sanitari.
“Questo studio – afferma Simona Giampaoli, ricercatrice dell’ISS e coautrice nell’indagine – ha scattato, per la prima volta, una fotografia a tutto tondo del diabete attraverso i dati forniti da studi su popolazione generale, la cui presenza del diabete è stata misurata attraverso la determinazione della glicemia a digiuno e la storia clinica. Questa patologia sta assumendo i tratti di una vera e propria epidemia a livello globale, con costi altissimi sia per gli individui che per i governi e con un’unica arma a disposizione per invertire la rotta: la prevenzione. Sebbene fattori genetici e comportamentali, come l’alimentazione durante la gravidanza e nei primi anni di vita, contribuiscano alla comparsa della malattia, un ruolo centrale lo giocano gli stili di vita a qualsiasi età. E’ quindi necessario intervenire a livello individuale e comunitario con politiche socio sanitarie adeguate che favoriscano e garantiscano la promozione e l’accessibilità verso stili di vita salutari. Va riscoperta la dieta mediterranea, varia e bilanciata, povera di zuccheri, povera di grassi di origine animale, colesterolo, sale e alcool, privilegiando prodotti quali verdure e frutta, possibilmente di stagione, pesce, cereali integrali e legumi, facendo attenzione a consumare porzioni modeste; va mantenuta una regolare e quotidiana attività fisica (sono sufficienti 30 minuti al giorno di cammino a passo svelto) e perseguita l’abolizione dell’abitudine al fumo”.
La ricerca mostra che la prevalenza del diabete è più bassa in alcuni Paesi dell’Europa nord-occidentale (dove il diabete colpisce il 4% delle donne e il 6% degli uomini), in particolare in Svizzera, Austria, Danimarca, Belgio e Paesi Bassi. La malattia è invece cresciuta drasticamente nei Paesi a medio e basso reddito, in particolare nelle isole del Pacifico, nel Medio Oriente e nel Nord Africa. I tassi più alti in assoluto si riscontrano in Polinesia e in Micronesia, dove più di una persona su cinque ha una diagnosi di diabete. In Italia gli ultimi dati sul diabete raccolti su popolazione generale dall’Istituto Superiore di Sanità tra il 2008 e il 2012 nell’ambito della Health Examination Survey riportano nella fascia di età 35-74 anni una prevalenza di diabete dell’11% negli uomini e dell’8% nelle donne; tra coloro che sono risultati diabetici, è stata identificata una quota non indifferente di persone non consapevoli di esserlo (40% degli uomini diabetici e 30% delle donne diabetiche).
Il team di studiosi ha anche calcolato il costo annuo del diabete, in termini di trattamenti terapeutici e gestione della patologia e delle sue complicanze. Costo che ammonta a ben 825 miliardi di dollari l’anno, con picchi di 170 miliardi di dollari in Cina, 105 miliardi negli Stati Uniti e 73 miliardi in India. D’altra parte è proprio qui (ovvero in Cina, Usa, India, ma anche Brasile e Indonesia) che vive la metà dei 422 milioni di diabetici del mondo. Un costo, enorme, che in realtà è addirittura sottostimato perché non tiene conto dei giorni di lavoro persi.