Il Carnevale è, ormai, alle porte e le famiglie italiane sono già all’opera per preparare i dolci della tradizione.
Prelibatezze talvolta molto simili tra loro ma denominate, spesso, in modo diverso all’ombra degli 8.000 campanili del nostro Paese. Le varianti sono legate a metodi tramandati di generazione in generazione, che offrono come sempre interessanti rivisitazioni.
Le numerose ricette proposte in questo periodo dimostrano che la festa non si limita all’esibizione delle esilaranti maschere o dei sorprendenti costumi che si susseguono lungo le nostre strade. Il Carnevale, infatti, coinvolge anche i fornelli, con un vasto repertorio di “chicche” che ingolosiscono il palato di adulti e bambini.
Basti pensare alla sensazione provata all’assaggio delle chiacchiere, conosciute nel linguaggio comune anche come sfrappole, frappe, crostoli o rosoni. Realizzate, sin dall’antica Roma, con un impasto fritto o cotto al forno, continuano ad essere apprezzate sia nella versione con lo zucchero a velo sia in quella impreziosita dal cioccolato.
Non va certamente trascurata la cicerchiata con mandorle. Una ricetta diffusa, soprattutto, nell’Italia centrale e, in particolare, nelle Marche, in Umbria, in Abruzzo e in Molise. Il segreto per preparare un dolce coi fiocchi resta il miele che, in queste regioni e più in particolare in Italia, rappresenta un prodotto dalle indiscusse qualità.
In Lombardia, si preparano invece i tortelli. Ripieni di crema o vuote, sono preparati con lo stesso impasto delle chiacchiere (farina, burro, zucchero e uova). Stiamo parlando dei dolci di carnevale più diffusi a Milano.
Chi ama l’uvetta e i pinoli non potrà certamente rinunciare alle frittelle. Nelle versioni salate o dolci, rappresentano, forse, la pietanza più trasversale di questo periodo. Il perché è presto detto: in base alle preferenze di cuscino possono avviare, infatti, un pasto o essere servite come goloso dessert.
La nostra rassegna sui dolci di Carnevale si chiude con i friciò piemontesi, molto simili alle castagnole marchigiane ma arricchite dall’uva sultanina.
Certo, gran parte delle ricette ha come comune denominatore la frittura. Ma l’occasione, in un clima di festa e goliardia, è troppo ghiotta per non cedere alle lusinghe della tradizione.
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