Un gruppo di ricercatori inglesi ha dimostrato che il glaucoma, condizione che può portare alla perdita della vista, si può diagnosticare ‘osservando’ con un tracciatore di movimenti oculari come si comporta una persona quando guarda la televisione. Il test, una volta validato, faciliterà la diagnosi precoce di questa condizione.
La diagnosi di glaucoma, o almeno il sospetto di questa condizione, possono essere posti semplicemente osservando come la gente guarda la televisione. Lo sostiene uno studio della City University London, pubblicato su Frontiers in Aging Neuroscience e finanziato dalla charity inglese Fight for Sight.
I ricercatori inglesi hanno dimostrato che per fare diagnosi di glaucoma, una delle principali cause di cecità nel mondo, basta studiare le ‘mappe’ dei movimenti oculari delle persone registrati durante la visione di un film.
L’idea è che questa semplice metodica, potrebbe facilitare la diagnosi di questa condizione e aiutare a portare allo scoperto le tante persone affette da glaucoma, ancora senza una diagnosi. E’ fondamentale riconoscere infatti tempestivamente questa patologia e trattarla, prima che si instauri un danno permanente della vista.
Con il termine glaucoma, patologia che interessa almeno 65 milioni di persone nel mondo, si indica una serie di condizioni (patologie oculari neurodegenerative legate all’età) determinanti un danno progressivo del nervo ottico, che porta ad una graduale perdita del visus. Alterazioni che iniziano in maniera insidiosa, quasi inapparente nelle prime fasi, perché riguardano soprattutto la visione periferica. Man mano che la condizione progredisce, i meccanismi percettivi compensatori diventano inefficaci ed emergono i danni visivi che possono arrivare alla perdita completa del visus. Questa condizione è irreversibile.
A tutti venivano quindi mostrate tre clip (spezzoni di film o di programmi televisivi) sullo schermo di un computer, mentre un apparecchio per il tracciamento oculare (Eyelink 1000) registrava i movimenti degli occhi e soprattutto la direzione nella quale la gente osservava. Questi dati venivano successivamente elaborati per creare delle mappe dettagliate, che consentivano di porre diagnosi di glaucoma.
“Si tratta di risultati preliminari – spiega David Crabb, Professore di Statistica e Ricerca della Vista – ma abbiamo dimostrato di poter individuare i soggetti affetti da glaucoma, attraverso il monitoraggio del loro modo di guardare la televisione. Questo metodo può fare un’enorme differenza nell’individuazione e nel monitoraggio di una malattia che attualmente è responsabile di un caso di cecità su dieci in Gran Bretagna e che genera almeno un milione di visite specialistiche l’anno. Una volta che il danno si è instaurato, non è più possibile tornare indietro. Per questo la diagnosi precoce diventa vitale nell’individuare una patologia che diventa sempre più prevalente man mano che la popolazione invecchia.”
“Uno dei sei obiettivi a lungo termine di ‘Fight for Sight’ – afferma Dolores M. Conroy, direttore della ricerca della charity inglese – è di far sì che patologie come il glaucoma vengano diagnosticate precocemente; diagnosi precoce e trattamento tempestivo possono evitare infatti la perdita della vista. Per questo siamo molto felici che questo studio ‘prova di principio’ sul movimento oculare preluda allo sviluppo di un nuovo test clinico per il glaucoma”.
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