Combattere la dipendenza del gioco coinvolgendo e sostenendo chi vive accanto ad un “malato da gioco”.
Prevenzione non è solamente spostare o vietare le macchinette, ma aiutare i familiari di una persona a rischio a riconoscere i segnali di una possibile dipendenza, permettendo di evitare danni economici, ma soprattutto sostenendolo verso un percorso terapeutico. «È importante che chi vive al fianco di una persona affetta da ludopatia sappia come leggere i segni e sappia quali accorgimenti adottare per prevenire non solamente una situazione patologica, ma anche il pesante impatto economico che questo tipo di malattia solitamente ha», premette Stefano Angelini, psicologo. In Italia una persona su due nell’ultimo anno ha giocato d’azzardo almeno una volta. Ma c’è chi ha trasformato il gioco in problema: il Ministero della Salute (dati 2012) stima che il numero dei giocatori d’azzardo problematici possa variare dall’1,3 al 3,8% della popolazione, ovvero tra i 700mila e i 2 milioni di persone a forte rischio. Situazioni che rischiano di devastare famiglie e affetti. «Il gioco d’azzardo patologico (Gap) è riconosciuto come una malattia. Spesso è difficile da prevenire quando è ancora nello stato “problematico” e non ancora “patologico”, ma chi vive accanto ad una persona di questo tipo può fare molto per aiutarla», spiega Angelini. «Trattandosi dell’inizio di una dipendenza, c’è la tendenza a negare i fatti o a raccontare bugie per far apparire la situazione del tutto normale. Il primo aiuto deve arrivare dalle persone vicine affinché la situazione non degeneri diventando patologica. È un aiuto fondamentale per prevenire».
Del resto, spesso sono i familiari a pagare le conseguenze. «Non è raro che per la persona venga chiesta l’estromissione dai conti: spesso chi è affetto da ludopatia non si rende conto dei soldi giocati e continua a giocare con la speranza che “tanto prima o poi” quegli stessi soldi gli torneranno sottoforma di vincita. Purtroppo questo non è vero: nel gioco d’azzardo il banco vince sempre».
Segnali come le bugie, il cambiamento di abitudini (per esempio i passaggi sempre più frequenti nei luoghi dove si trovano le slot), l’irritabilità quando si affronta l’argomento specifico, la perdita di relazioni anche importanti, una sempre maggiore richiesta di danaro sono indice di una situazione che si sta aggravando. «Solo chi è a stretto contatto con queste persone può cogliere i segnali del malessere». Ma, per esempio, come bypassare le menzogne? «I familiari non devono essere lasciati soli: necessitano di un accompagnamento affinché possano affrontare il problema e non venirne travolti. Possono essere guidati sul percorso migliore da seguire per aiutare la persona cara a non ammalarsi, ma anche possono svolgere un’importante azione affinché sia la stessa persona a farsi aiutare prima che la situazione diventi patologia e particolarmente onerosa sotto il profilo economico».
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