intervista al Dott. Stefano Lelli
Ci siamo già occupati nel corso del precedente numerp delle proprietà ed applicazioni del Gel piastrinico o PRP (Plasma Rich of Platelet e cioè plasma ricco di piastrine), un emocomponente il cui utilizzo nel panorama delle metodiche mediche risulta d assoluta unicità. recenti stime attestano, infatti che solamente negli ultimi due anni il suo impegno nel nostro Paese è praticamente raddoppiato. E’ proprio in funzione di questo crescente utilizzo, legato a diversi ambiti della medicina, ed in paricolar modo all’odontoiatria ed al forte interesse manifastato dai nostri lettori nei confronti di questa tematica, che abbiamo scelto di approfondirne le dinamiche con il Dottor Stefano Lelli che, unitamente alla Dottoressa Anna Rughetti ne hanno modificato il protocollo.
Dottor Lelli, vogliamo ricordare brevemente quale è il principio di questa tecnica per poi passare in rassegna alcune applicazioni in campo odontoiatrico?
Sono molto contento dell’interessamento che l’argomento ha suscitato tra i lettori ed è per questo che cercherò di rendere loro la comprensione più appetibile utilizzando un linguaggio ancora più semplice, vista la complessità dell’argomento.Il sangue che circola nel nostro corpo è in ciascuno di noi quantizzabile in circa il 7% del nostro peso. Esso è costituito da un insieme di cellule ognuna delle quali ha un compito specifico che
quotidianamente svolge (difesa, protezione,replicazione,coagulazione,riparazione ecc.). Tra queste le Piastrine sono le cellule che normalmente intervengono nei processi di coagulazione, riparazione e rigenerazione cellulare.
Per capirci, quando nel quotidiano ci procuriamo accidentalmente piccole ferite che vanno dal taglio della cute durante la rasatura piuttosto che una ferita da taglio o di qualsiasi altra natura, le
cellule che intervengono in nostro aiuto dal sangue sono proprio le Piastrine.
La loro azione emostatica e riparatrice ci permette di vedere il sangue fermarsi e iniziare a ricostruire i tessuti.
Ed è proprio questo principio il cuore della nostra tecnica: utilizzare una grandissima quantità di Piastrine, enormemente superiore a quella che normalmente bisognerebbe avere, ed utilizzarla in tutti quei casi in cui i pazienti necessitano l’applicazione di impianti in zone dove la quantità di osso è scarsa o addirittura insufficiente.
Una risorsa ottimale, dunque, in tutti i processi in cui ci si aspetta una guarigione ossea ( come ad esempio nelle fratture), o dove si cerca di ricostruire zone ossee divenute carenti a causa di estrazioni dentarie o di infezioni dentarie. Elemento molto importante, a tal proposito, è rappresentato dall’azione dei Fattori di Crescita, che influenzano in maniera significativa i processi biologici di rigenerazione del nuovo osso (osteogenesi). Ed è proprio nelle stesse Piastrine che, non a caso, è contenuta una fondamentale riserva di questi Fattori.
Piastrine e Fattori di Crescita rappresentano, dunque, gli attori principali per poter procedere all’installazione di impianti dentali che, diversamente, non potrebbero essere inseriti. Qual è, nello specifico, la dinamica di questa procedura?
La procedura è molto semplice ed immediata. Un piccolo prelievo di sangue fatto per legge in un Centro Trasfusionale attrezzato è quanto basta. Sarà poi lo stesso Centro a procedere centrifugando la provetta contenente il sangue e prelevando successivamente tutte le piastrine in essa contenute.
Il tutto potrà essere utilizzato subito o congelato dal Centro Trasfusionale per poi esser ceduto al bisogno. Soli cinque minuti di disturbo, che rendono al paziente la possibilità di mettere impianti in grado di sorreggere denti in zone considerate precedentemente non idonee.
Vuole illustrarci qualche applicazione pratica di questa metodica?
Nella prima immagine vediamo come una paziente affetta da malattia parodontale (piorrea), perde un incisivo centrale (RX FOTO 1). La zona residua dopo l’estrazione, mostra una insufficiente quantità di osso per poter posizionare un impianto. (RX FOTO 2). Con la nostra tecnica, prima riusciamo a ricostruire la zona ossea andata persa con l’infezione (RX FOTO 3), per poi posizionare successivamente l’impianto (RX FOTO 4). Con una simulazione al computer si evidenzia come l’impianto senza la ricostruzione ossea sarebbe rimasto avvitato soltanto per una piccola parte e non per tutta la sua estensione, lasciando gran parte delle sue spire esposte. ( RX FOTO 5).
Lesioni come questa, senza l’utilizzo di Gel Piastrinico, non avrebbero mai la possibilità di poter raggiungere questo tipo di guarigione, sia per qualità che per quantità di nuovo tessuto osseo.Le lesioni causate dalla malattia parodontale (piorrea) sono le più frequentemente trattate o ci sono altre situazioni dove l’utilizzo del PRP è indicato?
Le lesioni parodontali rappresentano solo alcuni degli ambiti di applicazione. Molto spesso, ad esempio, i pazienti non riescono a riabilitare con impianti i settori dei denti posteriori dell’arcata superiore poichè, a causa della presenza del seno mascellare, proprio questi impianti non sono posizionabili. è dunque grazie all’applicazione del PRP che ad oggi simili casi possono essere affrontati, con una testata garanzia di risultati ed una minima invasività.
Perché il decorso dei pazienti che utilizzano il PRP è più “semplice e meno invasivo”?
Come accennavo poc’anzi, questa altissima concentrazione di Piastrine unitamente ai Fattori di Crescita, non solo esasperano i risultati del nuovo osso in formazione, ma riducono anche i tempi di guarigione da qualche settimana a pochi giorni(tre o quattro) del tempo di permanenza delle suture (punti), riduzione del dolore post operatorio e, non ultima, la riduzione di tutte le infezioni post chirurgiche.
Dal 2002 (anno in cui iniziò la felice collaborazione con il Centro Trasfusionale di L’Aquila) ad oggi cosa è cambiato?
Dopo numerosi anni di casi condotti in collaborazione tecnica con il Centro Trasfusionale dell’Aquila, nella persona della Dottoressa Rughetti ed i suoi collaboratori, e delle applicazioni cliniche da me condotte, abbiamo nel 2007 avuto l’intuizione di ottimizzare quello che era un Protocollo già soddisfacente, introducendo insieme alle Piastrine altri due elementi: i Leucociti (globuli bianchi) e la colla di Fibrina. I Leucociti, infatti, con la loro spiccata attività antibatterica e anti infiammatoria unitamente all’azione adesiva, emostatica e riparatrice della colla di fibrina, hanno enfatizzato i già soddisfacenti risultati del PRP, dando vita ad un nuovo Gel Piastrinico rivisitato e da noi chiamato CRYO-PRP-L. Dopo 5 anni di casi clinici condotti insieme con questa nuova formula, il nostro sodalizio scientifico si è ulteriormente arricchito.
Da sottolineare che la Dottoressa Rughetti, in collaborazione ad un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Universita’ dell’Aquila, ha individuato la concentrazione di Piastrine utili per ottenere la massima efficacia clinica.
Ambulatori:Pescara 65122: via Carioli, 10 – Italy – T +39 085 290 8815Avezzano (Aq) 67051: via Montello, 57 – Italy – T +39 0863 416638 www.studiostefanolelli.com – st.lelli@me.com