La noma (stomatite gangrenosa) è un’infezione acuta e distruttiva che colpisce il viso, partendo dalla bocca. Le vittime sono bambini sotto i 6 anni , intrappolati in un circolo vizioso di povertà estrema e malnutri zi one cronica.
Facing Africa – noma, corre in soccorso di questi piccoli, spesso trovati in situazioni di abbandono. con il progredire della malattia, le vittime perdono la capaci tà di mangiare, respirano con difficoltà, e quando l’infezione raggiunge gli occhi, perdono la vi sta. e le voragi ni lasci ate dal batterio deturpano l’apparenza dei pochi sopravvissuti.
di Raffaella Quieti
Mistekima contrae la noma a 2 anni. L’infezione batterica ha lasciato ferite scoperte e ‘buchi’ che coprono rapidamente una gran parte del suo viso. I genitori, vedendo l’aspetto sfigurato della figlia,la abbandonano al suo destino. La bambina viene trovata per strada da una famiglia di Addis Abeba, Etiopia, che decide di prendersene cura. La sua famiglia adottiva sente parlare di Facing Africa – Noma, la fondazione che provvede alla ricostruzione chirurgica dei visi dei bambini affetti dalla malattia, e decide di portare il caso di Mistekima alla loro attenzione. La bambina viene visitata, e sottoposta ad un primo intervento chirurgico a Febbraio 2010, seguito da un secondo intervento a Gennaio 2011. La terza operazione, come le prime eseguita presso l’ospedale Great Ormond Street di Londra,è prevista per Gennaio 2012. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che ogni anno si verifichino 140.000 nuovi casi di noma, e solo il 10% degli affetti sopravvive. 126.000 vittime di noma, quindi, muoiono ogni anno, solo nei paesi dell’Africa subsahariana, dal Senegal all’Etiopia. Sparita dall’Europa Occidentale alla fine del 19simo secolo, grazie alle migliori condizioni di igiene e nutrizione tra i ceti piu’ poveri della popolazione, alcuni casi vengono rinvenuti nei campi di concentramento nazisti. La fondazione Facing Africa- Noma provvede alla raccolta di fondi per l’invio di gruppi di chirurghi volontari, disponibili a recarsi ad operare presso ospedali ad Addis Abeba (Etiopia) e Sokoto (Nigeria), ed all’acquisto di strumenti chirurgici per effettuare tali interventi. In alcuni rari casi, come quello di Mistekima, il paziente viene portato nel Regno Unito ed operato da team di chirurghi presso l’ospedale per bambini Great Ormond Street di Londra.
Noma si manifesta inizialmente con ulcere nella bocca.
Se la condizione viene identificata immediatamente, il suo progresso può essere arrestato tramite l’uso di antibiotici ed una riabilitazione nutrizionale immediata. Se lasciate intrattate, come accade nella maggior parte dei casi, le ulcere procedono ad una rapidità allarmante. Quando labbra o guance iniziano a gonfiarsi, la dolorosa infiammazione gangrenosa è iniziata. Una volta cadute le croste, rimangono veri e propri buchi sui piccoli volti delle vittime. Raggiunta questa fase, la mortalità raggiunge il 90% dei casi. è difficile giudicare fortunati i sopravvissuti, che per il resto della loro vita avranno problemi funzionali (respirazione, nutrizione, locuzione e vista se la malattia raggiunge gli occhi), visi sfigurati e rimarranno socialmente isolati. Le cicatrici che si formano limitano il movimento della mandibola, e le vittime non avranno mai la possibiltà di parlare o mangiare normalmente. Attualmente Noma è in pericoloso aumento in vari paesi africani. La crisi economica che ha colpito duramente anche quei paesi, ha contribuito ad esacerbare le condizioni di malnutrizione e carenza di igiene tra la popolazione. La situazione è resa ancora più complicata dall’aumento dei conflitti armati, dall’AIDS e dall’altissimo livello di corruzione nelle regioni dell’Africa subsahariana.
Noma si nutre di tessuti facciali lasciando voragini sul viso delle sue vittime
L’inglese Chris Lawrence, fondatore di Facing Africa – Noma, spiega che “per combattere questa terribile malattia, bisognerebbe nutrire adeguatamente le popolazioni colpite, fornendo loro allo stesso tempo l’informazione necessaria per evitare la contrazione del batterio. Si tratta quindi di un lavoro immenso di educazione di campagne di vaccinazioni contro malattie che indeboliscono il sistema immunitario e quindi favoriscono l’evoluzione dell’infezione. è fondamentale coinvolgere le amministrazioni locali. Madri e leader di villaggi devono essere informati sulla gravità della situazione. Abbiamo inoltre bisogno immediato di volontari che siano disposti a viaggiare presso i centri ospedalieri sponsorizzati da Facing Africa – Noma, in Etiopia e Nigeria. Abbiamo bisogno di chirurghi plastici, specialisti in chirurgia cranio maxillofacciale, anestesisti, infermieri, e medici neo-laureati. Dobbiamo urgentemente integrare i team di medici che partono verso l’Africa subsahariana, per dedicarsi alla ricostruzione del viso, e per ridare speranza a bambini che hanno già provato, nel corso della loro breve vita, traumatiche sofferenze fisiche e psicologiche”.
“Il costo di un intervento chirurgico e quindi un nuovo viso ed una nuova vita per un bambino affetto da Noma è di circa 1.000 Euro”.
www.facingafrica.org