Promosse da AME, Associazione Medici Endocrinologi, all’interno del progetto “Fare di più non significa fare meglio” di Slow medicine
Milano, 6 luglio 2015 – Sono 5 le pratiche mediche identificate da AME, Associazione Medici Endocrinologi, a rischio di inappropriatezza, pratiche impiegate usualmente ma non supportate da prove di efficacia. “Confortati dai risultati di studi e metanalisi, abbiamo selezionato le 5 pratiche cliniche endocrinologiche che non risultano efficaci, afferma Rinaldo Guglielmi, Presidente AME, convinti che “fare di più non significa fare meglio”. Questa convinzione ci ha anche portato ad aderire a Slow Medicine, rete di professionisti e cittadini per una cura sobria, rispettosa e giusta. Il primo progetto che ci vede impegnati è quello relativo al fenomeno, sempre più diffuso e sentito, del sovrautilizzo di esami diagnostici e di trattamenti. Il progetto Slow Medicine è stato lanciato nel 2012 con il motto “Fare di più non significa fare meglio”, in analogia all’iniziativa ChoosingWisely già in atto negli Stati Uniti.
Sono tanti gli esami e i trattamenti che continuano a essere prescritti ed effettuati per varie ragioni come l’abitudine, per soddisfare pressanti richieste dei pazienti o per timore di conseguenze medico-legali. Poiché queste pratiche rappresentano un vero e proprio spreco di risorse è necessario agire in varie direzioni per ridurli, con la certezza che il paziente non avrà alcun nocumento. Ci vuole una nuova consapevolezza e un’assunzione di responsabilità da parte dei medici, sottoposti a forti pressioni da parte delle aziende, da colleghi “scrupolosi” che prescrivono molti esami e anche dagli stessi pazienti che sempre di più si rivolgono al “Dottor Google” e ordinano prescrizioni al medico invece di affidarsi alle sue competenze. Occorre anche che i cittadini si rendano conto che per la loro salute non sempre “fare di più significa fare meglio” e che non sempre il medico che prescrive più esami e prestazioni è più competente”.
Il gruppo di lavoro “AME per una Medicina Sostenibile” coordinato da Marco Attard, UO Endocrinologia, Ospedale Cervello, Palermo, attraverso un lungo e complesso percorso basato sull’esperienza clinica e sulle evidenze scientifiche, ha identificato le pratiche a rischio di inappropriatezza. “Ovviamente, asserisce il dr. Attard, l’attuazione di queste pratiche non è preclusa ma deve essere valutata volta per volta sulla base dei segni clinici, della storia del paziente e condividendo la decisione col paziente stesso”.
Il gruppo di lavoro ha pertanto stilato una lista che ha permesso di identificare le 5 pratiche che sarebbe meglio evitare di prescrivere ai propri pazienti: