«Con la MicroTESE è possibile recuperare spermatozoi nelle forme più severe di azoospermia. Con tassi di successo elevati nella procreazione assistita», spiega Colpi, andrologo del Centro di medicina per la fertilità ProCrea
Arriva dalla microchirurgia la soluzione per alcuni problemi di infertilità maschile severa. «Nei casi di azoospermia, ovvero di assenza di spermatozoi nel liquido seminale, determinata da cause non ostruttive, la MicroTESE sta dando risultati importanti», spiega Giovanni Maria Colpi, andrologo, consulente del Centro di medicina della riproduzione ProCrea di Lugano.
Troppo spesso, in caso di mancata gravidanza, le cause maschili vengono sottovalutate. Si stima che in almeno due coppie su tre con problemi di infertilità, il maschio possa essere responsabile o corresponsabile dei fallimenti. «E in circa il 10% dei maschi infertili vi è una azoospermia: una situazione determinata da cause ostruttive o non ostruttive», precisa Colpi. «Se nelle prime si possono talvolta ricanalizzare i dotti ostruiti, nelle seconde il problema è maggiore». Come recuperare il seme maschile? «Nei casi di azoospermia da severo danno testicolare veniva utilizzato l’agoaspirato testicolare, che, per i suoi tassi molto bassi di successo, è però oggi proscritto dalle Linee Guida della European Association of Urology. Da molti anni si fa ricorso alla TESE, ovvero l’asportazione e sminuzzamento di un piccolo frammento bioptico di polpa testicolare, che permette di recuperare spermatozoi nel 45% circa dei casi. La TESE microchirurgica – detta anche MicroTESE – come anche riportato dalla letteratura scientifica più recente, consente però recuperi positivi alquanto più elevati, che si attestano intorno al 65% circa dei casi».
Questa tecnica prevede l’uso di un microscopio operatore direttamente sul testicolo, alla ricerca dei tubuli seminiferi più dilatati, dove possono annidarsi spermatozoi. Continua Colpi, che presto effettuerà questi interventi nella struttura di ProCrea: «L’intervento è del tutto indolore, viene effettuato in day hospital e richiede un secondo giorno di riposo al domicilio, con ripresa immediatamente successiva dell’attività lavorativa. Gli esiti chirurgici sono ottimi, virtualmente privi di complicanze, e, a distanza di tre mesi, anche con un’ecografia è spesso impossibile identificare la zona operata».
Con questa tecnica si hanno esiti molto elevati anche in termini di qualità. Precisa lo specialista di ProCrea: «Anche quando il liquido seminale contenesse solo pochissimi spermatozoi per via di un severo danno di produzione del testicolo, con un piccolo atto chirurgico si ottengono spesso da questa ghiandola spermatozoi qualitativamente migliori: recenti studi hanno infatti dimostrato che il loro utilizzo nella procreazione assistita dà possibilità di gravidanza evolutiva tre volte maggiori rispetto al corrente e più semplice uso di spermatozoi da liquido seminale». Gli spermatozoi recuperati chirurgicamente possono essere congelati e utilizzati in fasi successive, senza che siano sostanzialmente alterate le possibilità di successo.
«Davanti a problemi di infertilità di coppia, è importante tenere presente il fattore maschile e non solo quello femminile», conclude Michael Jemec, specialista in Medicina della riproduzione e tra i fondatori di ProCrea. «Dal punto di vista diagnostico è infatti oggi possibile per qualunque maschio infertile formulare una prognosi di fertilità molto precisa. Oltre all’esame seminale standard, esami ecografici in mani andrologiche esperte permettono per esempio di individuare un eventuale varicocele -discriminando tra il tipo dannoso per la spermatogenesi (quindi da operare) e quello poco influente sulla stessa (da non operare)-, oppure lesioni occulte dei testicoli presenti nel 2% dei maschi infertili, un quarto delle quali risulta essere un tumore maligno in fase iniziale».