di Alessia Addari
Direttore Responsabile
Febbraio.
Ad appena due mesi dall’inizio del 2012, ecco saltar fuori la prima vera inquisita del nuovo anno, nonché prova del nove del nostro sistema sanitario e non solo: la neve. Perché nessuno avrebbe mai scommesso, prima di qualche giorno fa, che proprio questo fenomeno, tipicamente del periodo, avrebbe messo in ginocchio un’intera nazione, causando un default senza precedenti negli ultimi sessant’anni. E tra malcontenti, accuse e polemiche, dovute soprattutto alla modalità di gestione di questa emergenza da nord a sud del Paese, sembra proprio che la rete sanitaria non abbia affatto deluso i cittadini, dimostrandosi l’unica, o una delle poche, all’altezza della situazione, nonostante gli evidenti disagi. “Nessuna carenza per la sanità, ma monitoriamo”, queste le parole del Ministro della Salute Balduzzi che proprio in queste ore ha rassicurato circa le risposte da parte dei vari centri regionali. Un risultato che ci fa onore, se riportato allo stato di paralisi di un’Italia completamente in tilt, con strade impraticabili, treni bloccati, voli annullati, ed interi centri cittadini da giorni completamente isolati dalla realtà. Lo stato d’allarme che ci colpisce in queste ore è davvero grave e quasi surreale per il nostro Bel Paese, tanto da sollevare, ormai da settimane, un inutile ed assolutamente sterile polverone di invettive, attacchi e squallide retoriche che affollano la stampa oltre ogni limite di decenza e ragionevolezza. Bando a questo genere di comunicazione e spazio alle piccole storie di “ordinaria quotidianità” di coloro che al maltempo hanno tenuto testa, agli operatori che negli ospedali hanno permesso il normale svolgimento di ogni servizio, garantendo i turni e lavorando anche per 24 ore consecutive, in compensazione di colleghi magari residenti in frazioni lontane o difficili da raggiungere. O alla stessa popolazione che, a fronte di uno stato di criticità, dovuto ad una carenza delle scorte di sangue, ha affollato i Centri Trasfusionali più vicini, sfidando ogni rischio ed impercorribilità. Ecco, dunque, uno dei moltissimi esempi di come ridimensionare un “tutto” che sembra impazzito, perché in fondo ciò che per noi è emergenza, per altri paesi non è altro che inverno, in questo caso forse bizzarro e assai poco clemente, ma dal quale potersi aspettare anche questo: la neve!