di Mario Pappagallo – giornalista Corriere della Sera
Sono numerosi gli studi che dimostrano come la giusta idratazione sia necessaria per mantenere alta attenzione e concentrazione e per potenziare le capacità mnemoniche. Al contrario, l’insufficiente idratazione può incidere negativamente non soltanto sulle prestazioni fisiche, ma anche su quelle cognitive. Gli effetti negativi di una scarsa idratazione possono essere diversi: in uno studio internazionale condotto su giovani sani si sono osservati segnali come vertigini e stanchezza, cui si associano riduzione della concentrazione, dell’attenzione e della memoria a breve termine. In un altro è stato evidenziato nei giovani “assetati” rallentamenti nel tempo di reazione, riduzione nell’efficienza aritmetica e nelle capacità viso-motorie.
Conferma ulteriore è arrivata da un recente test condotto dai ricercatori della University of East London su un campione di 58 bambini tra i 7 e i 9 anni dal quale emerge come una corretta idratazione migliori significativamente l’attenzione visiva e la memoria.
È bene ricordare che giovani e bambini sono maggiormente esposti al rischio di disidratazione rispetto agli adulti a causa del loro elevato rapporto tra superficie e massa corporea.
Alcuni test psicologici, infine, indicano che una disidratazione pari al 2% del peso corporeo comporta una diminuzione significativa della memoria a breve e a lungo termine e dei tempi di reazione ad uno stimolo. In queste situazioni, affinché tutte le capacità intellettive ritornino alla normalità è sufficiente bere un bicchiere d’acqua o due.
Quando si studia, inoltre, si ha bisogno della massima lucidità e reattività, a qualunque età. Per ottenere il massimo dell’efficienza cognitiva fondamentale è l’idratazione. Il cervello è l’organo a più alta percentuale d’acqua ed è l’acqua il principale aiuto che gli si può dare. Giocando con le parole si potrebbe dire che serve per mantenerlo “oliato”.
In particolare i giovani, studenti di ogni ordine e grado, dalle elementari all’università dovrebbero ricordarsi di bere a sufficienza. Soprattutto sotto esame. Minimo un litro e mezzo di acqua al giorno. Soprattutto quando si è vicini ad un’interrogazione o ad un esame. Meglio se l’acqua è ricca di calcio, minerale utile alla trasmissione degli impulsi nervosi, di magnesio e sodio, per la regolazione del bilancio idrico.
Di solito però gli italiani bevono poco, un 5% addirittura non tocca proprio l’acqua. Circa 2 milioni di persone di età compresa tra i 18 ed i 64 anni, non beve acqua. Né di rubinetto, né minerale. Lo ha scoperto una ricerca GfK Eurisko. Dato molto preoccupante se si considera il ruolo vitale di questo liquido, da qualcuno anche definito “oro blu”. Il corpo umano, infatti, ne è composto per il 60% in media. Lo stesso pianeta Terra, considerate le percentuali del prezioso liquido che lo ricopre e lo perfonde, dovrebbe chiamarsi Acqua. Salata, ma pur sempre acqua.
Elemento prezioso, chiave di prevenzione, di benessere, di lunga vita.
È quanto rammenta, e ribadisce, il Consensus Paper scientifico “Idratazione per il benessere dell’organismo” firmato da Umberto Solimene, Idrologo medico dell’università di Milano, e Alessandro Zanasi, Idrologo e docente in malattie dell’apparato respiratorio dell’università di Bologna. Insieme hanno tirato la somma di recenti studi nazionali e internazionali sulle proprietà salutari del cosiddetto oro blu. Da cui un dogma: una corretta idratazione è fondamentale per il naturale svolgimento delle reazioni biochimiche e dei processi che assicurano la vita. Dal trasporto dei nutrienti alla regolazione del bilancio energetico, dalla funzione detossicante alla regolazione della temperatura corporea, all’equilibrio idrico. E aggiunge Solimene: “Favorisce i processi digestivi, è fonte di sali minerali e svolge un ruolo importante come diluente delle sostanze ingerite, inclusi i medicinali”. In generale è importante mantenere un buon bilancio idrico, che significa compensare adeguatamente la perdita di acqua, tenendo conto che la quantità introdotta con gli alimenti non è sufficiente e che quindi è fondamentale berla. Quando il bilancio idrico si fa negativo si parla di disidratazione, letteralmente cattiva idratazione. I rischi? Una diminuzione dell’acqua totale corporea del 2%, per esempio, è già in grado di alterare la termoregolazione e influire negativamente sul sangue, rendendolo più viscoso: il cuore si affatica e si può arrivare, nei casi estremi, al collasso. Con una diminuzione del 5% si hanno crampi; una diminuzione del 7% del peso corporeo può provocare allucinazioni e perdita di coscienza. Perdite idriche vicine al 20% risultano addirittura incompatibili con la vita. Cause di disidratazione? L’assunzione insufficiente di liquidi, l’esposizione ad un clima secco e ventilato, non necessariamente caldo, l’esercizio intenso e prolungato, gli episodi ripetuti di vomito e diarrea abbondanti, le ustioni.
Quanta acqua va bevuta al giorno? Dice Zanasi: “Per gli sportivi, per esempio, la quantità di acqua necessaria va definita in base al tipo di attività svolta, alla durata e alle condizioni climatiche: si va da 1 litro e mezzo a 3 litri al giorno. Per un sedentario sono sufficienti 1,2-2,5 litri. Chi svolge attività fisica e vive in un ambiente caldo, invece, può arrivare anche a bere circa 6 litri di liquidi al giorno. E più intensa è l’attività più cresce il bisogno di bere”. Per alcuni soggetti, come le donne in gravidanza, l’acqua è poi particolarmente importante: va assicurata l’omeostasi di due organismi. O come i bambini, nei quali il giusto apporto di liquidi incide sullo sviluppo dell’organismo.
Ultima nota, legata anche alla crisi economica che stiamo vivendo. Gli italiani sono sempre meno soddisfatti della propria vita e del proprio benessere. Lo ha rilevato l’Osservatorio Sanpellegrino, che ha dato il via a un apposito progetto dedicato a quello che gli esperti hanno ribattezzato “benessere soggettivo”. Secondo l’Osservatorio, questo calo di soddisfazione è almeno in parte dovuto “alla generale situazione di crisi attuale e alle prospettive non rosee per il futuro. Un contesto che porta a contenere i consumi, compresi quelli per la cura di sé, e a essere fonte di stress, che è uno dei primi nemici giurati del benessere stesso”. Per continuare quindi a “difendere e perseguire lo star bene anche in una congiuntura complicata” è stato concepito il progetto del Benessere Soggettivo, definito “Costruisci il tuo benessere iniziando da un bicchiere d’acqua”.
L’Osservatorio ha quindi realizzato un percorso attraverso le quattro aree indicate dall’Organizzazione mondiale della sanità quali componenti fondamentali del benessere della persona: l’alimentazione, l’attività fisica, il benessere sessuale e il controllo dello stress. “La via al benessere – spiega Alessandro Zanasi, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio e docente all’università di Bologna – si costruisce intorno a questi pilastri, con un ruolo trasversale dell’acqua, intesa come idratazione, con tutto quello che di vitale comporta per l’organismo”. Ecco perché lo slogan: il benessere iniziando da un bicchiere d’acqua. Che poi al giorno dovrebbero essere almeno otto. è importante far conoscere i numerosi effetti benefici che il giusto consumo di acqua può avere per la salute dell’uomo. In particolare, le acque minerali, che hanno caratteristiche organolettiche e chimiche particolari, possono contribuire al buon funzionamento dell’organismo e a mantenerlo sano. Si pensi per esempio alle azioni favorevoli che il calcio può avere per il mantenimento di ossa forti e denti sani, nonché per la trasmissione di impulsi nervosi, la contrazione muscolare e la coagulazione del sangue; o ancora al ruolo protettivo che il magnesio svolge per il cuore, aiutando le cellule muscolari a rilassarsi. Insomma, l’acqua non serve solo a dissetarsi, ma è nutrimento, prevenzione, ottimismo liquido…
Consigli utili:
1. L’organismo necessita giornalmente di circa 2 litri e mezzo di acqua in condizioni di riposo.
2. Alcuni sostengono che il momento migliore per bere sia la mattina presto, prima della colazione. In effetti, è scientificamente accertato che bere uno o due bicchieri d’acqua al risveglio svolge un buon effetto lassativo.
3. E’ falso che bere durante i pasti fa male alla digestione. L’acqua a piccole dosi, invece, stimola la secrezione gastrica e berne fino a mezzo litro durante il pasto non interferisce con i tempi di digestione. L’importante, però, è che si mastichi il cibo a lungo e senza fretta.
4. Bere acqua tra un pasto e l’altro agevola alcune importanti funzioni dell’organismo come lo smaltimento del sodio ingerito con i cibi e la funzionalità intestinale e renale.
5. Evitare l’acqua gelata, perché può facilmente provocare una congestione (accumulo di sangue nei vasi di un organo), soprattutto se si è accaldati. Inoltre, a fronte di una sensazione immediata di appagamento, l’acqua molto fredda aumenta la sudorazione e, quindi, stimola nuovamente il bisogno di bere. Conviene quindi conservare l’acqua in un locale fresco al riparo dalla luce.
6. D’estate per mantenere una buona idratazione è opportuno bere frequentemente prestando attenzione al segnale della sete.
7. Ogni perdita di liquido deve essere adeguatamente compensata, con maggiore accortezza quanto più è prolungato lo sforzo e più è elevata la temperatura atmosferica.
8. È consigliabile bere prima che compaia la sensazione di sete. Occorre quindi bere con regolarità durante gli sforzi fisici (gare ed allenamento): gli atleti devono bere durante l’attività fisica.