I dermatologi della Fondazione IHRF: la crisi incide sulla scelta dei trattamenti, in aumento del 22% l’applicazione Platelet Rich Plasma
Milano, 16 gennaio 2013 – Lo stress e i suoi sintomi psicosomatici sono tra i peggiori nemici dei nostri capelli e quindi, con l’acuirsi della crisi economica e della precarietà del lavoro, è esploso un vero e proprio fenomeno sociale: il sensibile aumento delle malattie legate ad un eccesso di nervosismo, come le patologie cutanee di origine autoimmune. Soprattutto la calvizie ha avuto una maggiore incidenza con un aumento stimato intorno al 16%. Da qui un maggiore ricorso a trattamenti e a interventi per arginare il problema. E, in tempi di crisi, si deve guardare oltre che all’efficacia anche al portafogli. Per questo è in sensibile aumento, di circa il 22%, la richiesta del cosiddetto trattamento PRP al posto del più costoso e invasivo trapianto. A rivelare i dati è l“IHRF, fondazione di ricerca per la patologia sui capelli”, presieduta dal Dott. Fabio Rinaldi, docente presso La Sorbona e dermatologo a Milano (www.ihrf.it), che durante il prossimo “2° Congresso Internazionale di Dermatologia sull’uso di fattori di crescita, terapia cellulare e plasma ricco di piastrine”, che si terrà a Milano i prossimi venerdì 18 e sabato 19 gennaio, analizzerà anche gli effetti dello stress da disoccupazione e l’impatto dell’impoverimento collettivo sulle nostre… teste. Un’indagine condotta a partire dall’inizio dello scorso anno ad oggi, con la collaborazione di 100 dermatologi, ha rilevato come la crisi abbia impattato duramente sia sui portafogli degli italiani sia sul loro derma e sui loro capelli. E’ noto che lo stress già di per sé favorisca la comparsa di molte malattie della pelle come la dermatite seborroica, la psoriasi, l’alopecia areata e la perdita dei capelli. Lo specifico stress dovuto alla crisi economica e alla perdita o alla ricerca spasmodica del lavoro o, più in generale, alla condizione di instabilità della società in generale altera ancora di più le risposte del corpo e le difese immunitarie. Nello specifico la ricerca, prendendo in esame un campione di circa 500 pazienti adulti che hanno subito la perdita del lavoro, la riduzione dello stipendio o la cassa integrazione (64% donne, 36% uomini, di età compresa tra i 30 e i 60 anni), ha evidenziato la prima comparsa di chiazze di alopecia areata nel 5% dei soggetti (la media normale è del 2%), una caduta importante e cronica dei capelli (defluvium telogenico) nel 46% dei casi (la media è del 20%), dermatite seborroica e psoriasi nel 15% (media 2-3%), prurito diffuso nel 31% (media 3%) e l’insorgere del lichen ruber planus (una malattia cutanea di origine autoimmune che colpisce di solito l’1% della popolazione) ben nel 3% dei pazienti studiati.
D’altronde il fenomeno non è solo circoscritto all’Italia e trova conferma anche in altri paesi coinvolti nella crisi economica mondiale. In Francia, ad esempio, il prestigioso e autorevole quotidiano Le Figaro, in un recente articolo a firma di Anne Prigent, parla chiaramente delle PRP come del vero “trattamento anticrisi contro la calvizie” e afferma che “con la crisi, si cercano alternative ai costosissimi trapianti per combattere la caduta dei capelli. Tra i vari trattamenti innovativi il Platelet Rich Plasma, che consiste nel prelievo e centrifuga del plasma sanguigno che è ricco di fattori di crescita, è tra i più efficaci ed economici” (http://sante.lefigaro.fr/actualite/2012/03/23/17821-calvitie-sur-piste-nouveaux-traitements )
“Le ricerche della IHRF hanno in effetti evidenziato che persone sottoposte allo stress derivante dalla perdita del lavoro e dall’incertezza del futuro sono soggette a un evidente aumento di molti sintomi di patologie cutanee più o meno gravi, tra cui la perdita dei capelli e la comparsa di prurito”, dichiara il Dott. Fabio Rinaldi. Inoltre, in molti casi, l’aumento dei livelli di stress facilita la recidiva di patologie cutanee già esistenti”.
Dall’indagine dell’IHRF è inoltre emerso quanto la parte economica e i costi dei trattamenti incidano nella scelta degli stessi. “La pelle e i capelli – spiega ancora il Dott. Rinaldi – sono tra gli organi più sensibili a queste modificazioni per la loro necessità di alta energia alle cellule e di bilancio delle difese anticorpali. Inoltre esteticamente sono fondamentali per la presenza e la sicurezza psicologica di una persona. Tuttavia, soprattutto in tempi di crisi economica in cui anche l’investimento nella propria salute rappresenta una significativa voce di costo, è indispensabile che i professionisti sappiano proporre al paziente una soluzione che unisca la massima efficacia del trattamento ad una sua accessibilità economica. Talvolta i costi e i disagi di un trapianto non sono necessari. Anche per questo motivo il trattamento PRP risulta la migliore e soluzione in prospettiva per ritrovare il benessere. Nel 70% dei soggetti esaminati, infatti, la risoluzione dei sintomi cutanei ha contribuito a ridurre i livelli di stress”.