I food trend virano verso la salute: funghi funzionali, polveri proteiche e un sacco di fiori, insieme al ritorno alla semplicita e al salutisimo, anche nei drink. Ecco cosa troveremo sulle nostre tavole quest’anno
Da un anno all’altro – nel modo di mangiare e di bere – cambiano alcuni elementi ma la sostanza, da un decennio circa, non muta: la tendenza salutista, declinata in misura e tecnica diversa, continua a dominare sulle tavole e nelle case del mondo occidentale. Sarà anche così nel 2018, come hanno indicato i trendsetter americani che regolarmente anticipano quanto succederà. Non sono il verbo, ma dovendo lavorare su un mercato di oltre 320 milioni di persone, sicuramente hanno una visione imponente.
Tanto più che gli Stati Uniti sono anche il Paese dove le cucine etniche arrivano prima che nel resto del mondo, finendo persino a contaminarsi prima della successiva esportazione. Illuminante il caso del sushi «californiano», che è finito in Europa senza ripassare per il Giappone. Per non parlare poi dei frutti esotici, della mixology o del crudismo. Tantissime cose che inizialmente facevano sorridere ora sono parte integrante del food & beverage di casa nostra.
FUNGHI, PROTEINE IN POLVERE (E QUALCOSA DI PREOCCUPANTE)
Quali saranno i prodotti che verrano incontro al nostro desiderio di nutrirsi bene, senza ingrassare e con equlibrio? Sicuramente i funghi funzionali (noti agli ambienti wellness e sportivi per le loro proprietà antinfiammatorie, energetiche ma considerati da molti studi dei «farmaci» antiaging) destinati ai brodi, alle bevande e persino al caffè come sta avvenendo in Finlandia. Poi le polveri proteiche, facili da aggiungere agli alimenti e che danno una sferzata di energia. Sin qui ci siamo, invece ci preoccupa un po’ la tendenza a «migliorare» le ricette, manipolando ingredienti e proteine vegetali: tecniche in grado di creare alternative sconvolgenti come un «sanguinante» hamburger vegano o un sushi “non-tonno” a base di pomodori. Tecniche che stanno creando anche nuove varietà di latticini e yogurt milk free, a base di noci, piselli, banane, macadamia e pecan. Boh..Invece da elogiare l’inventore della frittura ad aria, sistema che negli States è finito in contrasto evidente con i sostenitori del sistema tradizionale. Ma permette di cucinare in modo più corretto, senza che si perda il sapore del cibo fritto.
TANTI FIORI PER TUTTI
Spostandoci a qualcosa di più profumato, ecco che nel 2018 assisteremo al boom in cucina del pepe di Timut – quello agrumato – e dell’ispirazione floreale: sarà tutto uno sbocciare di fiori interi e petali in ogni piatto per infondere sapori botanici in bevande e spuntini. Questo trend regalerà un gusto sottilmente dolce e aromi freschi. Troveremo bevande al latte aromatizzate alla lavanda, ghiaccioli e granite alla rosa. Gelati alla violetta, tè all’ibisco rosa (sia quelli pronti sia quelli in bustina), mentre il sambuco sarà il nuovo MVP (most valuable petal) per cocktail e bevande frizzanti. Sempre sul fronte vegetale – anche per effetto del buon lavoro di cuochi come Massimo Bottura, avanza nettamente la cucina «root-to-stem», ovvero che utilizza tutte le parti di frutta o verdura, tra cui i gambi o le foglie che vengono meno consumati abitualmente.
ARTICO E MEDITERRANEO
In un mondo «glocal», sono cadute le frontiere e tutti sono più curiosi, persino nella patria delle osterie come l’Italia. Magari ci vorrà tempo perchè la cucina artica – già popolare negli Stati Uniti – prenda piede da noi e in ogni caso noi abbiamo una grande proposta culinaria in montagna (e un nuovo Tre Stelle, Norbert Niederkofler, come interprete della sua viste contemporanea). Ma tra breve vedremo il sushirrito in qualche locale: unisce curiosamente due dei più popolari piatti che si trovano ovunque, il sushi e il burrito. Comodo e gustoso, seguirà le sorti del ceviche, ormai nelle carte dei ristoranti italiani. In crescita, sicuramente, la cucina mediorientale: libanese, marocchina, israeliana e persino persiana. Con forti echi di mediterraneità ma anche tanti prodotti unici e un mare di spezie: quindi andremo oltre falafel e cous cous, soprattutto se nelle maggiori città verranno aperti posti all’altezza. E vedrete che i tacos classici lasceranno pian piano il posto a quelli con ripieni raffinati o creme dolci.
WHISKY E MOCKTAIL
E il bere? Insieme a un discreto ritorno del whisky (eccezione alla regola), si continuerà a sorseggiare poco vino (buono però, soprattutto in Italia e Francia dove i consumi sono calati drasticamente in dieci anni) e a cercare drink con poco o senza alcool come i mocktail. E meno gas persino nell’acqua: in America stanno diventando «must have», anzi «must drink» le acque prodotte con acero e betulla, frizzanti in modo naturale. E poi tanto, tanto tè con miscele floreali. Ovviamente, insieme alle nuove tendenze ci saranno le conferme dell’ultimo periodo: lo street food che non passa mai di moda e il dilagare di formule di ristorazione fast and casual (vedi i chioschi urban-chic), l’interesse sempre più diffuso per i prodotti del territorio, la cucina degli scarti, le ricette della nonna, il ritorno alla semplicità. Basta non esagerare.
Fonte: Vanity.it