Risponde Stefano Lorenzetti, Iss Istituto Superiore di Sanità
1. Cosa veniamo a sapere leggendo la lista degli ingredienti e le tabelle nutrizionali?
L’ordine degli ingredienti deve seguire il criterio della quanti-tà in senso decrescente. In cima alla lista, dunque, l’ingre-diente più presente, all’ultimo posto quello che è presente in quantità minori. Le tabelle nu-trizionali riportano, invece, il contenuto per 100 gr di pro-dotto (o anche per singolo pez-zo, per esempio in una confe-zione di biscotti), di carboidra-ti, proteine, grassi, fibre, sodio, vitamine e sali minerali (questi solo se presenti in quantità significative) e additivi (coloranti, conservanti, emul-sionanti, esaltatori di sapidità, antiossidanti).
2. Come interpretare correttamente le date di scadenza?
Le date di scadenza per ali-menti che si possono conser-vare meno di tre mesi devono indicare il giorno, il mese e l’anno; per più di tre mesi ma meno di 18 bastano il mese e l’anno; oltre i 18 mesi è suffi-ciente apportare solo l’anno. La dicitura “da consumarsi entro il…” fissa una data preci-sa entro cui l’alimento va as-solutamente consumato. “Da consumarsi preferibilmente entro il…” significa, invece, che oltre quella data lo si può consumare, ma è possibile che non mantenga le sue qua-lità organolettiche. Il codice a
barre, infine, aiuta a riconosce-re l’origine del prodotto e quin-di lo Stato di provenienza e l’a-zienda produttrice.
3. Quali informazioni si devono poter leggere sulle etichette apposte sul pesce e sulla carne?
Per il pesce, oltre alla denomi-nazione della specie, è obbli-gatorio il metodo di produzione (se pescato o allevato) e la zo-na di cattura, nonché scrivere se è decongelato. Dal macel-laio o al supermercato le con-fezioni di carne bovina devono riportare il numero di identifi-cazione del capo di bestiame, lo Stato in cui è nato, quello in cui è stato allevato e quello in cui è stato macellato. Poi vi sono informazioni facoltative, quali la data di nascita e di macellazione, il tipo di stabula-zione, l’allevamento di prove-nienza e altro. Dal 2005, in seguito ai casi di influenza aviaria, vige l’obbligo di indica-re in etichetta l’origine della carne di pollo. Non ancora per quella di cavallo, coniglio, maiale, ovini, caprini e volatili.
4. I prodotti “light” e quelli “a basso contenuto energetico” aiutano davvero a dimagrire?
Non esiste un alimento che di per sé faccia dimagrire. Una dieta equilibrata, corrisponden-te a un regime alimentare bi-lanciato e con un introito totale
di calorie adatto alle necessità fisiologiche dell’individuo, può essere, sotto consiglio medico, opportunamente modificato.
5. Quali garanzie ha il consu-matore sulla veridicità di ciò che è scritto sull’etichetta?
Le disposizioni vigenti obbliga-no i produttori, i rivenditori e tutti gli operatori della filiera agro-alimentare a controllare la conformità delle etichettature a seconda del proprio specifico ruolo e della specifica categoria di prodotto alimentare. Il consu-matore viene tutelato dall’attivi-tà di controllo istituzionale, che ricade su tre diversi Ministeri (salute, politiche agricole e fo-restali, economia e finanze), e viene svolta prevalentemente da parte degli Istituti zooprofi-lattico e dalle Aziende sanitarie, nonché dalle forze dell’ordine come i Carabinieri del Nucleo anti sofisticazioni o dagli agenti della Guardia di finanza presso i posti di confine.