«Anche in Italia aumenta la consapevolezza sul tema: i disagi emergono soprattutto in palestra, dove le imperfezioni sono in primo piano. Non è solo una questione di estetica, ma anche di benessere e funzionalità»: il chirurgo plastico Raffaele Rauso di ChirurgiadellaBellezza è intervenuto alla SIES – Società italiana di medicina e chirurgia estetica
Sono parti nascoste e private del corpo femminile, ma a volte le loro imperfezioni possono trasformarsi in fonte di disagio, per via di problemi sia funzionali, sia di tipo estetico. I genitali femminili, il loro aspetto e il ritocco chirurgico in quella zona non sono più un tabù: «Seppure in ritardo rispetto agli Stati Uniti, anche in Italia si sta diffondendo una maggiore consapevolezza intorno al benessere delle parti intime, al loro invecchiamento e alle soluzioni chirurgiche oggi a disposizione per risolvere piccoli e grandi problemi. Soprattutto negli ultimi tre anni la richiesta di interventi nell’area genitale femminile ha visto un grande incremento (+13% in Italia nel 2014 rispetto al 2013 secondo dati AICPE, addirittura +48,6% nello stesso periodo di tempo negli USA secondo l’ASAPS) e a testimoniare l’accresciuto interesse per il tema c’è l’aumento dei corsi e dei simposi dedicati, oltre alla costituzione di apposite società scientifiche». Lo spiega Raffaele Rauso, chirurgo plastico del network ChirurgiadellaBellezza che è intervenuto proprio su questo tema all’ultimo incontro della SIES – Società italiana di medicina e chirurgia estetica che si è tenuto sabato 27 febbraio a Bologna.
La moda gioca un ruolo importante nel generare una maggiore attenzione verso l’estetica dell’area genitale femminile, portando a galla quelli che un tempo erano tabù: «Oggi si riscontrano trend estetici come l’epilazione molto estesa, se non totale, delle zone intime e l’uso frequente di indumenti attillati, come i leggings, che portano i genitali e le loro imperfezioni “in primo piano”. Molte pazienti mi confessano di essere a disagio soprattutto in palestra –commenta Rauso– Questo contribuisce a portare alla luce difetti come le asimmetrie delle piccole e grandi labbra, che si possono correggere con l’intervento più richiesto, ossia la ninfomeiosi, comunemente denominata labioplastica. Un altro aspetto a cui si comincia a fare attenzione sono i segni di invecchiamento della vagina. Questi problemi possono essere fonte, oltre che di disagio psicologico, anche di fastidio durante lo sport o i rapporti sessuali, diventando talvolta un impedimento per queste attività». Infatti, anche se nella maggior parte dei casi l’intervento del chirurgo è generalmente di tipo cosmetico, a volte può avere anche dei risvolti funzionali, e in questo caso si opterà per un approccio multidisciplinare. Si tratta in genere di operazioni effettuate in anestesia locale con sedazione, svolte in day surgery senza necessità di degenza notturna in clinica, e con un recupero rapido. Ma in ogni caso, precisano Rauso e Bove, «È sempre bene scegliere uno specialista esperto nell’intervento in queste zone, dove occorrono precisione e approfondita conoscenza dell’anatomia. Un’operazione male eseguita può avere conseguenze anche serie difficilmente riparabili. La ninfomeiosi non è una semplice amputazione delle piccole labbra ipertrofiche come in molti pensano: per avere un eccellente risultato, naturale e senza stigmate chirurgiche, il professionista deve scolpire dei lembi che tengano conto non solo della riduzione delle piccole labbra ma anche di un lifting indiretto del prepuzio clitorideo (il tessuto che ricopre il clitoride)».
All’incontro della SIES Raffaele Rauso ha parlato delle tecniche per la riduzione delle piccole labbra, un tipo di prestazione particolarmente richiesta. «L’ipertrofia delle piccole labbra è un difetto comune a molte donne, a prescindere dall’età, anche se oggigiorno le principali pazienti sono giovani donne tra i 30 ed i 45 anni impegnate stabilmente con un partner o sposate. È un problema che può anche generare fastidio e dolore in alcune attività, come lo sport, la bicicletta o i rapporti sessuali. Ma si può intervenire con alcune tecniche da anni consolidate in campo scientifico, che si basano prevalentemente nella ricostruzione di una buona estetica genitale grazie alla creazione di lembi di rotazione della mucosa vaginale» commentano Rauso e Bove. L’intervento dura circa 20 minuti, grazie ad alcune piccole “attenzioni chirurgiche” che sono per l’appunto state presentate da Rauso nel corso del congresso. Il periodo post-operatorio non presenta solitamente particolari complicazioni ma è necessario riposare e astenersi dall’attività sportiva per alcuni giorni e da quella sessuale per 3 settimane.