I ricercatori: “Consentirà maggiore precisione nella diagnosi e nella scelta delle terapie”.
Di Daniela Ricci
La notizia è stata diffusa dalla rivista medica britannica The Lancet: un gruppo di ricercatori anglo-americani ha messo a punto una nuova tecnica diagnostica, più efficace rispetto ai metodi tradizionali, capace di rilevare i tumori nascosti nei pazienti con carcinoma al seno. Si chiama test immunoistochimico e – nella fase di sperimentazione – ha consentito di evidenziare metastasi nascoste nel 20% dei pazienti, a fronte dell’esiguo 7% rilevato dal test standard. Un importante passo avanti per contrastare il tumore alla mammella, ancor oggi tra le neoplasie più aggressive e diffuse in Italia. Basta pensare che i Registri tumori di popolazione parlano, in media, di 152 casi all’anno di tumore della mammella ogni 100 mila donne e le stime indicano un totale di oltre 36 mila nuovi casi diagnosticati nel nostro Paese. Eppure, nonostante l’aumento dell’incidenza, la mortalità è in diminuzione. Merito della ricerca medicoscientifica che – nel corso di decenni – ha studiato e realizzato tecniche diagnostiche e terapeutiche sempre più raffinate e precise. Come il test immunoistochimico, che consiste nel prelevare un campione di tessuto dai linfonodi ascellari garantendo una altissima precisione della diagnosi. “Consentendo di evidenziare anche le forme tumorali spesso invisibili ai test tradizionali – spiega Riccardo Costa del Royal College of Pathologists di Londra, autore dello studio insieme ai colleghi americani Cote e Costa – questo esame potrebbe presto diventare un passaggio fondamentale per stabilire quale tipo di trattamento prescrivere per i pazienti. ln particolare nelle donne in postmenopausa con carcinoma mammario, potrà aiutare a identificare coloro che sono a più alto rischio di metastasi e dunque di mortalità”. I pareri medici sulla nuova tecnica sono unanimi: “Questo test – commenta il professor Cote, docente di patologia e urologia presso l’USC/Norris Comprehensive Cancer Center e la University of Southern California School of Medicine di Los Angeles – aiuterà a disitnguere la popolazione di donne per le quali è opportuno intervenire con forme meno aggressive di terapie adiuvante (chemioterapia e radioterapia), da quelle pazienti che invece richiedono un approccio più aggressivo”. “Un ulteriore arma per sconfiggere il carcinoma mammario” secondo Giorgio Sale, direttore del laboratorio di patologia clinica al Fred Hutchinson Cancer Research Center e professore presso l’Università di Washington a Seattle: “Questo studio – ha affermato – può influire profondamente sul modo in cui vengono monitorati i malati di cancro al seno e penso che i risultati di questa ricerca influenzeranno presto la pratica a livello internazionale”. Intanto, l’attività scientifica del laboratorio guidato dal professor Cote non si ferma e sta attualmente sviluppando un test capace di far emergere metastasi nascoste anche nel midollo osseo. Un ulteriore passo nel trattamento specifico di un’ampia fascia di pazienti affetti da neoplasie.