L’equilibrio gastrointestinale e il protocollo delle 4 R
La salute dell’intestino è fortemente legata all’immunità. Circa il 70% delle cellule che contribuiscono al sistema immunitario si trova nell’intestino. Il microbioma (i batteri benefici che risiedono nel nostro intestino) e’ in costante comunicazione con il sistema immunitario, e gli indica come reagire a tossine ed agenti patogeni
Mantenere un intestino sano è quindi particolarmente importante in un periodo di epidemia causata da un nuovo virus.
Ci sono molti fattori che possono provocare disturbi delle funzioni intestinali, quindi mantenere la salute dell’intestino e alleviare i sintomi correlati può essere difficile. I sintomi possono variare da stitichezza, diarrea (o alternanza dei due) a flatulenza e gonfiore addominale. L’identificazione di possibili intolleranze alimentari ha un ruolo fondamentale nell’equilibrio del sistema gastro-intestinale e qualsiasi consiglio nutrizionale deve essere personalizzato.
Il protocollo delle 4R:
Il protocollo quattro R (Rimuovere, Reintegrare, Re-inoculare e Riparare) fornisce una struttura che aiuta ad individuare e rimuovere le cause specifiche degli squilibri intestinali.
Nonostante la struttura generale sia valida per tutti, l’approccio deve essere individualizzato e basarsi su sintomi specifici. Il programma delle 4R richiede tempo, impegno e perseveranza e le sue interpretazioni possono variare sostanzialmente.
L’equilibrio gastrointestinale 1)Rimuovere (alimenti non tollerati, agenti patogeni intestinali).
Il primo passo consiste nel rimuovere i fattori che danneggiano il tratto gastrointestinale come intolleranze alimentari, infezioni batteriche, infezioni micotiche, parassiti, tossine, sostanze chimiche e lo stress.
Alcuni batteri fermentano i carboidrati utilizzandoli come nutrimento. Pertanto una dieta a basso contenuto di carboidrati può contribuire a ridurre i sintomi di gonfiore addominale.
Anche pazienti non celiaci possono essere affetti da un’intolleranza al glutine (Non Celiac Gluten Sensitivity) che provoca una risposta immunitaria infiammatoria che può contribuire ai sintomi digestivi.
Oltre al glutine, anche altri alimenti possono causare sintomi all’apparato digerente :latticini (in particolare se contengono lattosio, poiché spesso l’intolleranza al lattosio sopraggiunge con l’avanzare dell’età) uova, soia, noci o crostacei.
Le diete di eliminazione si basano sull’esclusione di alimenti specifici per un periodo determinato di tempo (che varia da un paio di settimane ad alcuni mesi) con la successiva reintroduzione graduale di un alimento alla volta. Cio’ permette di determinare quale possa essere la causa che scatena una reazione. Tra gli alimenti che provocano intolleranze, spesso ci sono quelli ricchi di istamina (box).
In caso di infezione o aumento della carica batterica, sono utili formule a base di erbe contenenti estratto di semi di pompelmo, acido caprilico, berberina e origano. L’olio di origano inibisce l’eccesso di microbi intestinali e l’acido caprilico contribuisce alla riduzione delle infezioni micotiche.
I composti antiparassitari più efficaci includono berberina, semi di pompelmo, assenzio e noce nera.
La corteccia di psillio, la pectina di mele e il carbone attivo possono essere utili nella rimozione delle tossine intestinali.
L’equilibrio gastrointestinale 2)Reintegrare (dare supporto alla funzione digestiva).
In questo passaggio, vengono reintegrati tutti quei fattori di cui si evidenza una carenza come gli enzimi digestivi. Una carenza enzimatica infatti, può compromettere la capacità digestiva e quindi l’assorbimento di nutrienti. Spesso si verificano anche un’insufficienza di produzione di succhi gastrici e conseguenti carenze nutrizionali.
La secrezione di succhi gastrici può essere diminuita dall’uso di alcuni farmaci o da condizioni croniche come la celiachia o affezioni del pancreas o per cause legate alla genetica o ad una precedente gastroenterite.
Un’integrazione di enzimi digestivi pancreatici, sali biliari e fosfolipidi (lecitine) possono contribuire a migliorare i sintomi digestivi.
Alcuni enzimi digestivi di origine vegetale (bromelina dall’ananas e papaina dalla papaia) aiutano a metabolizzare il cibo, riducendo quindi la fermentazione che a volte si verifica nell’intestino e che provoca gonfiore e flatulenza.
Lo zenzero e le erbe amare stimolano il Complesso Motorio Migrante (CMM), movimento gastrico peristaltico che si verifica tra i pasti e aiuta a metabolizzare le rimanenze di cibo non digerito.
L’acido cloridrico, componente chiave dei succhi gastrici, facilita l’azione digestiva degli enzimi e potrebbe essere utilizzato come integratore se l’acidità di stomaco è insufficiente. La vitamina B6 e lo zinco sono cofattori nella produzione di acido gastrico.
L’equilibrio gastrointestinale 3) Ripristinare (la flora batterica).
Questa e’ la fase nella quale si ripristina la flora batterica intestinale. Il colon è ricchissimo di batteri che danno vita ad una relazione simbiotica con l’organismo che li ospita e che aiutano le funzioni digestive e immunitarie. Quando i batteri protettivi sono deficitari, cresce la presenza di batteri nocivi che alterano la funzione intestinale, provocano gonfiore e indeboliscono il sistema immunitario.
Per alimentare e stimolare la crescita di batteri benefici che, a loro volta, limitano la proliferazione di quelli patogeni, è consigliato il consumo di asparagi, cipolla, aglio e porro che contengono l’inulina, fibra prebiotica insolubile che nutre i batteri intestinali.
Tuttavia, un’introduzione troppo tempestiva di prebiotici potrebbe alimentare eventuali infezioni da batteri patogeni.
Lo yogurt o il kefir contengono probiotici (batteri protettivi) dei ceppi lattobacillo, bifido e acidofilo. Bisogna tener presente, però che questi prodotti contengono spesso dello zucchero aggiunto che alimenta i batteri nocivi nell’intestino. Si raccomanda, quindi, di leggere gli ingredienti di cui sono composti.
A seguito di un ciclo di antibiotici, i ceppi di probiotici consigliati sono lactobacillus acidophilus NCFM e Bifidobacterium lactis.
L’equilibrio gastrointestinale 4) Riparare (riparare ‘l’intestino permeabile’ poiché, altrimenti, potrebbe causare allergie e intolleranze).
Il quarto e ultimo passo di questo processo è volto a ripristinare la funzionalità di barriera dell’intestino che, se compromessa, può causare il fenomeno dell’intestino permeabile.
Il danno alla mucosa gastrointestinale può essere determinato dall’azione di agenti patogeni o da uno squilibrio della microflora che, a sua volta, può essere causato da consumo di alcol, da intolleranze alimentari, allergie o da altre condizioni infiammatorie.
L’infiammazione danneggia l’intestino localmente ma può anche influenzare il corpo in maniera sistemica. Infatti, una maggiore permeabilità intestinale consente ai prodotti di scarto e ai metaboliti batterici di passare attraverso le giunture danneggiate (che normalmente mantengono le cellule strettamente collegate ed evitano questo passaggio) e provocando una reazione del sistema immunitario.
Inoltre, molti enzimi vengono attivati o prodotti nella mucosa intestinale.
Quando questa viene danneggiata, la capacità di metabolizzare sostanze come lattosio e istamina viene compromessa.
Alcuni soggetti che hanno subito danni alla mucosa intestinale, potrebbero non tollerare i probiotici fino a quando l’integrità intestinale non venga ripristinata (riparazione).
La Glutammina, la Vitamina A, C, lo zinco e la liquirizia deglicerizzata (che non contribuisce ad alzare la pressione) possono contribuire al processo di riparazione di un intestino danneggiato.
Anche la quercetina, che esercita anche un’azione antistaminica, migliora l’integrità delle giunture serrate nell’intestino. Tra i prodotti botanici che contribuiscono all’integrità dell’intestino si possono annoverare la corteccia di olmo rosso e i semi di Chia.
Per prevenire il ripetersi della condizione sono di importanza fondamentale uno stile di vita sano e la modulazione dello stress. Le proteine idrolizzate del latte e la taenina hanno entrambi dimostrato utilità nel dare supporto ad una sana reazione allo stress.
Gran parte della nostra salute dipende dallo stato del nostro intestino.
Dato il gran numero di pazienti che soffrono di sintomi intestinali e la quantità di farmaci prescritti, è utile proporre un intervento strutturato, in grado di affrontare il problema alla radice.
Il programma 4R rappresenta un protocollo di intervento valido e completo che può aiutare a ripristinare la funzionalità gastrointestinale ottimale.
Alimenti ad alto contenuto di istamina
Alcol, cibi in salamoia o in scatola, formaggi stagionati, funghi, prodotti a base di carne affumicata, pesce, fagioli e legumi, frutta secca, semi e noci, cioccolatini e altri prodotti a base di cacao, aceto, piatti pronti, estratto di lievito, lievito, additivi (benzoato, solfiti , nitriti, glutammato). Coloranti alimentari. Frutta: banane, fragole, pomodori, ananas, mango, lampone, pompelmo, avocado, mandarino
Verdure: spinaci, zucca, melanzane
Tè verde e nero non sono raccomandati in quanto bloccano l’enzima diammina ossidasi, noto anche come istaminasi, che metabolizza l’istamina.
Alimenti a basso contenuto di istamina
Carni fresche, pesce fresco, tuorlo d’uovo, frutta fresca (eccetto quelle sopra elencate), verdure fresche (eccetto quelle sopra elencate), cereali, prodotti alternativi a quelli caseari, oli da cucina, olio di semi di lino biologico, erbe a foglia verde, tisane (menta piperita, zenzero, finocchio)