La capacità dell’intestino di assorbire i nutrienti e agire come barriera agli agenti patogeni è “significativamente diminuita” dall’esposizione cronica a nanoparticelle di biossido di titanio, additivo presente in tantissimi alimenti, come caramelle e gomme da masticare.
Questo composto chimico, spesso indicato in etichetta come E171, si trova un po’ ovunque ed è riconosciuto sicuro dalla Food and Drug Administration. Viene utilizzato ad esempio per la pigmentazione bianca in vernici, carta e plastica o nelle creme solari per bloccare i raggi Uva. Ma può entrare nel sistema digerente attraverso dentifrici, cioccolato, zucchero a velo, maionese e soprattutto caramelle e gomme. Spesso inoltre è presente sottoforma di nanoparticelle, particolarmente difficili da smaltire da parte dell’organismo a causa della loro microscopica misura. Per studiare gli effetti di un’esposizione cronica, i ricercatori della Binghamton University, nello Stato di New York, hanno creato un modello intestinale e hanno esposto questa coltura cellulare all’equivalente di un pasto contenente nanoparticelle di ossido di titanio della durata di quattro ore (esposizione acuta) e di tre pasti nell’arco di cinque giorni (esposizione cronica). Si è visto che l’esposizioni acuta non ha particolare effetto, ma quella cronica diminuisce l’assorbimento sulla superficie delle cellule intestinali chiamati microvilli, indebolisce la barriera intestinale, rallenta il metabolismo e limita l’assorbimento di alcuni importanti nutrienti, come ferro, zinco e acidi grassi. Gli enzimi, infine, sono risultati compromessi e i segnali di infiammazione aumentati.
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