I laser contribuiscono a ridare turgore ed elasticità alla pelle, fornendole sostanze che col tempo tende asintetizzare meno. Prima fra queste l’acido ialuronico: il principe delle sostanze biocompatibili.
Prof. Antonino Di Pietro, Direttore del Servizio di Dermatologia dell’Ospedale L. Marchesi di Inzago (Milano).
Come affrontare al meglio l’invecchiamento della pelle, quando la vita si allunga in termini di quantità di tempo, ma non sempre in qualità della vita?
Ad oggi le soluzioni del “mercato della bellezza” sono tante, ma non tutte così efficaci e salutari. Già, perché la prima considerazione da cui partire nella scelta di un trattamento cutaneo antiaging è la salute della pelle. Che, si sa, solo quando sta bene è anche bella. Non è un caso che la “dermatologia plastica rigenerativa”, come personalmente ho scelto di definire, concepisce gli interventi estetici come cura della pelle, con un ringiovanimento non chirurgico, ma naturale. In fatto di aging cutaneo, conta l’invecchiamento intrinseco, ossia “scritto” nel nostro DNA, e quello estrinseco, dovuto all’interazione dell’organismo, pelle in primis, visto che l’avamposto più esteso ed esposto del nostro corpo, con quanto ci circonda.
Ma quanto conta il patrimonio genetico rispetto all’interazione con l’ambiente?
Il primo, un terzo, il secondo i restanti due. L’interrelazione con l’ambiente non modifica il DNA, ma l’espressione genica, cioè condiziona le risposte dell’organismo. Ne è un esempio la relazione tra radiazioni solari e stress ossidativo (provocato dai radicali liberi), che può avere come target d’azione proprio il DNA. Lo stile di vita è quindi fondamentale, non solo al sole o d’estate, ma anche e soprattutto riguardo a fattori come inquinamento, fumo, sostanze chimiche. L’invecchiamento intrinseco e quello estrinseco sono due fenomeni complessi con ripercussioni antitetiche che, nella pratica clinica, vanno comunque a sommarsi. In quello indotto dai fattori esterni, la cute è spessa, ruvida, lassa, solcata da rughe sottili, con macchie discromiche, teleangectasie (capillari dilatati) e colorito giallognolo, mentre quello intrinseco porta a una pelle sottile, atrofica, pallida, lassa. Di fronte a una tale complessità, non bisogna perdere di vista l’obiettivo cardine: rigenerare e modellare, , senza traumatizzarlo e paralizzarlo nel tentativo di seguire i dettami di una bellezza omologante. Plasmare non significa “spianare”, come invece accade con la tossina botulinica. Che, tra l’altro, estende il suo nefasto raggio d’azione ad altre zone del corpo, andando a compromettere non solo la salute della pelle, ma anche quella di nobili organi come il cervello, vista la sua capacità di migrazione, oltre che diffusione. Un segno sul viso non va “stirato”, ma curato a seconda della sua profondità e del tipo di pelle. Meglio poi sostanze biocompatibili e riassorbibili come l’acido ialuronico. Che, non solo rende liscia e morbida la pelle, ma in specifiche concentrazioni è in grado di aiutarla a ringiovanire da sola, anche quando l’effetto della puntura è terminato. I trattamenti antiaging per il volto sono fondamentalmente di due tipi, superficiali e profondi, che il dermatologo plastico adotta in base alle singole esigenze del paziente. Quelli che interessano l’epidermide, miranti a migliorare compattezza cutanea, microrughe e colorito, sono meccanici, quindi principalmente laser, oppure chimici, a base di vari tipi di acidi, tra cui glicolico, salicilico e tricloacetico (TCA), che eliminano le cellule morte, stimolano la produzione di collagene e aumentano l’idratazione. Circa i laser, oltre a quelli ablativi che “vaporizzano” strati di cute e ai selettivi che eliminano alterazioni vascolari e cromatiche, ci sono i frazionali che, risparmiando l’epidermide, creano minuscole e profonde lesioni nel derma, inducendo la formazione di un tessuto più giovane. Contribuiscono a ridare turgore ed elasticità, fornendo alla pelle le sostanze che col tempo tende a sintetizzare meno, le metodiche che agiscono in profondità. Prima fra tutte, quella iniettiva a base di acido ialuronico: il principe delle sostanze biocompatibili. A seconda della sua densità, può essere utilizzato come filler, per riempire rughe e ripristinare volumi con una tecnica chiamata “Rimage”, o come rivitalizzante, ad esempio con il protocollo “Picotage”, per ridare idratazione ed elasticità, aiutando la pelle a combattere meglio contro gli stressor quotidiani, primo fra tutti il sole. È importante scegliere un tipo di acido ialuronico il più puro possibile, che quindi mette al riparo da eventuali reazioni allergiche. Vanno assolutamente banditi, invece, i filler permanenti, contenenti acrilati e metacrilati, come già succede da anni per il silicone liquido iniettabile. Si tratta infatti di sostanze che pelle e tessuti non sono in grado di metabolizzare e smaltire. Comportandosi da corpi estranei danno luogo, nel tempo, a crisi di rigetto: il viso e le labbra si gonfiano, si creano noduli pieni di pus, si ulcerano e possono lasciare cicatrici. In combinazione con i trattamenti iniettivi, la moderna dermatologia di avvale di alte tecnologie come la radiofrequenza, trattamento “gold standard” contro il rilassamento cutaneo, o la Led Therapy, una fotoattivazione cellulare non invasiva, che stimola la produzione di collagene da parte dei fibroblasti. In ascesa pure la rigenerazione biologica del tessuto, con biorigeneranti autologi come staminali, piastrine e citochine, proteine in grado di stimolare la produzione di nuovo tessuto. Anche la moderna cosmetologia è all’insegna della dermocompatibilità, con ingredienti come il deltalattone, un estratto vegetale capace di ridurre la perdita di acqua transepidermica, o la glucosamina, uno zucchero coinvolto nella biosintesi dell’acido ialuronico. In fatto a stili di vita, è utile ricordare di abolire il fumo dormire bene e ricorrere all’automassaggio, che stimola circolazione sanguigna e linfatica. Infine, la ginnastica facciale, con esercizi di compensazione muscolare che rilassano i muscoli sottostanti e incrementano il microcircolo. In conclusione se è vero che non si può fermare il tempo, è altrettanto vero che oggi è possibile invecchiare bene, in armonia con se stessi e il proprio corpo.