L’acido ialuronico non è indicato solo come trattamento estetico anti-età, ma oggi trova impiego in vari campi della medicina. Secondo le ultime indicazioni mediche, rilevate in un documento di consenso appena pubblicato da un gruppo di esperti italiani sul Journal of Drugs in Dermatology, può contribuire a migliorare alcuni quadri clinici dermatologici agendo sulla qualità della pelle.
Il documento fa riferimento all’utilizzo di ‘gel iniettabili di acido ialuronico stabilizzato di origine non animale’ (Nasha) che – spiega il chirurgo plastico Carlo Di Gregorio, uno dei firmatari del documento – iniettati a livello del derma profondo e del tessuto adiposo dermico, hanno “la capacità di stimolare i fibroblasti (le cellule più numerose del tessuto connettivo, ndr.) promuovendo la formazione di tessuto collagene”. A tal proposito Di Gregorio ricorda l’efficacia dell’acido ialuronico Nasha nel migliorare l’aspetto delle cicatrici da acne proprio grazie alla stimolazione della produzione di collagene. Inoltre, questi gel trovano impiego – riferisce il documento – anche nel trattamento dell’atrofia cutanea e sottocutanea, conseguente all’impropria iniezione di corticosteroidi.
“Oltre al trattamento delle imperfezioni cutanee – aggiunge la dermatologa Magda Belmontesi, prima firmataria del documento – questi prodotti si stanno dimostrando promettenti anche nella secchezza marcata della pelle che colpisce i soggetti con dermatite atopica”. Qui, le fasi acute o di riaccensione della malattia si manifestano sulla pelle – spiega Belmontesi – con vescicole, rossore intenso, prurito, bruciore e fissurazioni di variabile intensità e il più delle volte necessitano di cure farmacologiche, quali steroidi e altri farmaci specifici. In fase di remissione, persiste molto spesso la secchezza, in particolare sul dorso delle mani e sul volto, “una condizione che può talvolta diventare invalidante per il paziente, che presenta pelle ruvida e ispessita. Ed è in questa fase che l’uso di questi gel può indurre un notevole miglioramento”.
“Nella mia personale esperienza – conclude Magda Belmontesi – utilizzo questi dispositivi anche nelle donne in terapia con tamoxifene, farmaco che viene assunto per anni dalle pazienti con pregresso tumore del seno, che porta una marcata secchezza soprattutto della cute del viso”. © ANSA