Piccoli ed indifesi si preparano ad affrontare l’inverno. Il loro primo “scudo” sono i genitori, che dovranno accudirli, proteggerli e tutelarli con attenzione ed affetto, conoscendo i mezzi a loro disposizione.
I neonati infatti, esposti come gli adulti a virus e batteri, sono più fragili quanto più sono piccoli e necessitano pertanto di attenzioni e cure mirate per evitare malanni stagionali, quali malattie respiratorie e gastroenteriche, che possono sfociare in problemi più gravi, come bronchioliti, disidratazione e ricovero in ospedale, soprattutto nella stagione epidemica.
La fragilità del neonato è particolarmente accentuata per i nati pretermine, specie se di basso peso ed età gestazionale. Le infezioni, soprattutto nelle prime settimane di vita, sono una delle cause più frequenti di ricovero in neonatologia. Le ragioni sono diverse: la principale è che proprio nelle ultime settimane di gravidanza la madre trasferisce, attraverso la placenta, molte immunoglobuline di classe G (IgG), che servono a proteggere il nascituro. Questo passaggio è dunque molto ridotto in caso di nascita pretermine. Inoltre il sistema immunitario in varie sue componenti non è completamente strutturato, come quello del bambino più grande.
“Un potente strumento protettivo contro virus e batteri in questo caso è rappresentato dall’allattamento al seno, sia per i prematuri che per i bambini nati a termine” – dice il dott. Marcello Lanari Consigliere della SIN, Società Italiana di Neonatologia – “Il latte materno, infatti, è ricchissimo di sostanze antinfettive: contiene immunoglobuline A secretorie (IgA), che agiscono a livello locale nell’intestino del bambino contrastando i germi. Inoltre contiene la lattoferrina, una proteina del latte che ha un’azione batteriostatica e battericida, cellule vive ed enzimi. Diversi studi hanno mostrato un’incidenza minore di patologie e di ricovero nei neonati e nei lattanti nutriti al seno, tra cui quelle infettive.”
Cosa fare ancora per difendere i piccoli dai mali provocati dalla stagione fredda?
Un’importante arma a disposizione è il vaccino antinfluenzale. “Combattere” il virus ancor prima di contrarlo è infatti uno dei mezzi più efficaci, ma per farlo gli adulti devono mettersi in gioco in prima persona, in particolare genitori e parenti vicini, vaccinandosi ed evitando in questo modo di esporre il neonato a rischio di contagio, dato che il bebè non potrebbe essere vaccinato per l’influenza fino al sesto mese.
Fondamentale è anche l’igiene personale per chi è più a contatto col piccolo: lavarsi le mani, spesso ed accuratamente, disinfettarle con gel antisettici facilmente reperibili in commercio, è un mezzo efficace per evitare la trasmissione di germi. E’ bene poi limitare le visite di amici e parenti, se non strettamente necessarie, per evitare la diffusione nell’ambiente domestico di patogeni, che anche se non dannosi per gli adulti potrebbero nuocere al neonato. Lo stesso vale per i luoghi chiusi e troppo affollati, poiché rappresentano una delle più frequenti occasioni di contagio. Evitare quindi il più possibile mezzi pubblici, supermercati o negozi, soprattutto nelle giornate e nelle fasce orarie di massimo affollamento.
Meglio le passeggiate in luoghi “aperti”, quando possibile in giornate soleggiate, stando attenti a coprire il piccolo in modo adeguato a seconda della temperatura: né troppo, né troppo poco, considerando la percezione di benessere termico che il genitore stesso può avvertire.
Una positiva esposizione al sole nel periodo invernale è molto importante. I raggi solari, infatti, sono la principale fonte di sintesi di vitamina D, la cui produzione da parte dell’organismo è regolata da vari fattori, come il colore della pelle, il luogo in cui si vive e le stagioni. E’ una preziosa sostanza che riveste un ruolo importante nella crescita e nello sviluppo non solo dell’apparato scheletrico, bensì per molte altre funzioni, tra le quali, sembra, anche quella immunitaria.
Anche la qualità dell’abbigliamento per i neonati è molto importante: per tutine e copertine bisognerà scegliere preferibilmente prodotti realizzati con materiali naturali, la cui garanzia sia certificata sempre e comunque dal marchio CE, così da non rischiare che contengano costituenti tossici per il piccolo o piccole parti che potrebbero staccarsi ed essere accidentalmente ingerite o, peggio, inalate. Fondamentale è avere sempre un cappellino con sé, per coprire il capo, che essendo ampio e poco coperto dai capelli risulta una zona di dispersione termica, soprattutto nelle giornate più fredde o ventilate.
In casa occorre porre attenzione, per evitare sbalzi termici eccessivi e creare un ambiente mite e confortevole. Perciò non surriscaldare troppo le stanze, cosa che potrebbe comportare anche un’eccessiva secchezza dell’aria e dunque secchezza delle secrezioni respiratorie. E’ buona norma attuare la manutenzione degli impianti di riscaldamento prima della loro messa in funzione stagionale, per permetterne il funzionamento ottimale, con il minimo rischio di dispersione di gas e prodotti della combustione, tossici e talvolta, come nel caso del monossido di carbonio, potenzialmente letali. Per ridurre l’inquinamento “indoor”, cioè quello derivante appunto dalle fonti di riscaldamento, ma anche dai prodotti di detersione della casa e da altre fonti, è bene arieggiare di tanto in tanto gli ambienti nei quali soggiorna il piccolo, per evitare l’effetto di “aria viziata”. Non sarà poi mai troppo spesso ribadito il divieto assoluto di esporre i bambini al fumo di sigaretta ed anche di farli soggiornare in ambienti nei quali si sia fumato.