A cura di Dott. Drmac Nikola, Medico Specialista in Dermatologia, Dermatologo Laserista
Si calcola che durante un tatuaggio la pelle venga punta tra le 50 e le 3000 volte al minuto, a seconda che sia fatto a mano o con l’apposita macchinetta. Le statistiche dicono che il 15% degli adulti e il 30% dei più giovani hanno un tatuaggio (fonte: società europea di Dermatologia e Venereologia, Eadv). Negli Usa le percentuali salgono e nel 2012 il numero di donne che si è fatta tatuare ha superato quello degli uomini.
Nel romanzo di Nikolai Lilin ”Educazione Siberiana” da cui è stato anche tratto un film, il tatuaggio occupa quasi l’intera vicenda.
Uno dei personaggi principali, ad un certo punto, dichiara: «Un tatuaggio non è semplicemente un disegno. Vedi, un tatuatore è come un confessore. Lui scrive la storia di un uomo sul suo corpo. Le vite dell’uomo possono sembrare tutte simili. Si nasce, si cresce, ci s’innamora, si fanno figli, si lavora, si muore. Alcuni si godono la vita, altri no. Ma noi Siberiani, Kolìma, la combattiamo….». Nel tatuaggio moderno, anche se non descrive una storia, un episodio, comunque è ben definito il significato dei vari simboli, fa capire che il tattoo lo facciamo per comunicare. Anche la psicologia dei tatuaggi lo conferma: un’esigenza atavica, può avere significati spirituali, politici, trasgressivi, identitari o puramente decorativi, la ricerca della propria identità, un messaggio per gli altri, un simbolo sessuale. per esibire e rendere il proprio corpo più attraente.
Tredici italiani su 100, hanno il corpo ricoperto, almeno in alcune parti, di disegni colorati. E l’8% sono minori.
Il boom dei tatuaggi, segnala, nel suo piccolo un grande affare, tanto che ogni settimana, lo scorso anno, hanno aperto quattro nuovi centri per i tatuaggi. L’Istat, in queste ore, ha preso atto della nuova tendenza nella società italiana e ha inserito il tatuaggio tra le spese che misurano il carovita. E quindi l’inflazione. Una lista dalla quale sono usciti, per esempio, i viaggi in treno in cuccetta o nei vagoni-letto, mentre sono entrati i biglietti dei treni ad alta velocità e i tatuaggi.
Per quali motivi si decide di rimuovere un tatuaggio? Perché molti decidono di rimuovere quel simbolo tanto voluto?
La decisione di rimozione tatuaggi può essere fortemente influenzata dai cambiamenti sociali, culturali e fisici:
– Cambiamento o ricerca di una nuova posizione lavorativa
– Fine di una relazione
– Pentimento del disegno e dello stile
– Reazioni allergiche
Secondo i dati dell’indagine dell’ONDICO, circa il 3,3% dei tatuati dichiara di aver avuto complicanze o reazioni allergiche dopo essersi tatuate: dolore, granulomi, ispessimento della pelle, reazioni allergiche, infezioni e pus. Ma il dato appare sottostimato. Sembrerà strano, ma oggi cancellare o modificare un tatuaggio rappresenta un’espressione di libertà per moltissime persone, al pari di quanto tempo fa lo era il realizzarlo.
Allergie acute e ipersensibilità ritardata rappresentano la maggior parte delle complicazioni.
Fenomeno più elevato per le parti rosse e nere dei tatuaggi. Esistono diversi tipi di reazioni ritardata al tattoo e sono loro il vero problema.
Lo studio fino a pochi anni fa specifica come “il rischio di cancro da procedure di tatuaggio non è stata né dimostrata né però esclusa” ultimamente si iniziano trovare nelle pubblicazioni dei casi di pseudolinfoma da tatto diventato linfoma vero e proprio
La reazione avversa al tatto può comparire anche a distanza di anni dal momento in qui e stato fatto il tatuaggio. Il tipico esempio sono reazioni di tipo pseudolifoma, che si presenta due tre anni dopo la sua creazione. Nel contesto del tatuaggio, su tutta la sua superficie, o soltanto in alcune zone o esclusivamente su un colore, inizia comparire un ispessimento, un sollevarsi della cute che nella maggior parte dei casi viene accompagnato da un prurito di varia intensità. Con il passare del tempo la zona interessata va a peggiorare fino alla formazione di vere e proprie ulcere.
Di fronte alla presenza del prurito e/o arrossamento e/o ispessimento e/o rigonfiamento della porzione del tattoo bisogna recarsi dal dermatologo il quale deve eseguire una biopsia cutanea per semplice il motivo che le differenti reazioni cutanee che possono essere di tipo lichenoide, granulomatosa, sarcoide, pseudolinfomatosa, hanno tutte lo stesso aspetto clinico e non si può distinguere clinicamente una dall’altra.
Nella letteratura scientifica su questo argomento non ci sono pubblicazioni degne di nota. Le opzioni terapeutiche qui menzionate sono risultato di propria esperienza e confronti con i maggiori esperti al livello nazionale e internazionale sui casi già trattati. In basa alla diagnosi di certezza si decide l’indirizzo terapeutico che può essere, terapia locale con infiltrazione del farmaco, l’asportazione del tatuaggio con il laser co2, asportazione chirurgica del tatuaggio.
In questi casi non è consigliato togliere il tatuaggio con i laser q-switched o pico perchè con loro si rischia di diffondere, o perlomeno facilitare la diffusione del pigmento nel corpo.